La spesa media per tenere un conto corrente in Italia è di 101 euro secondo Bankitalia, con un aumento del 23% delle spese complessive negli ultimi dieci anni.
Chi possiede un conto corrente tradizionale in Italia spende complessivamente il 23% in più rispetto a 10 anni fa. I rincari riguardano soprattutto commissioni, operazioni, prelievi e bonifici; mentre restano pressoché stabili i canoni annui e le altre spese di gestione. Ciò significa che gli utenti che sfruttano maggiormente i servizi offerti dalla Banche, rischiano di pagare un conto più salato a fine anno: è questa la fotografia scattata dall’ultimo report di Bankitalia relativo al 2024.
Se il conto corrente bancario e quello postale subiscono i maggiori rincari, l’alternativa per risparmiare è scegliere un conto corrente online che, seppur non immune agli aumenti, rimane comunque la scelta migliore.
Vediamo nel dettaglio quanto costa un conto corrente in Italia, cosa conviene scegliere tra conto bancario e conto postale e quali sono i vantaggi di un conto corrente online.
Quanto costa tenere un conto corrente in Italia?
Secondo una recente rilevazione della Banca d’Italia, i correntisti spendono sempre di più per tenere aperto un conto corrente in Italia: la spesa media annua per un conto tradizionale ha sfiorato i 101,10 euro nel 2024, in aumento rispetto ai 100,70 euro del 2023. Ma il dato che stupisce di più riguarda i rincari: negli ultimi dieci anni, gli italiani hanno speso complessivamente il 23% in più per operazioni, commissioni e servizi. Nel 2014, infatti, il costo medio di un conto corrente era pari a 82,20 euro.
I conti correnti tradizionali si muovono seguendo due velocità diverse:
- da un lato si riducono i canoni di base e i costi per l’emissione delle carte di debito;
- dall’altro aumentano le commissioni medie sulle singole operazioni a fronte di una maggiore attività dei correntisti.
Negli ultimi anni, infatti, gli italiani hanno incrementato il numero di operazioni svolte e richieste: più prelievi, più bonifici, più servizi utilizzati. L’aumento dei costi delle commissioni e delle operazioni quindi è dovuto proprio all’aumento della domanda e della fruizione da parte dei clienti.
Conto corrente postale: rincari più evidenti per i clienti
Molti utenti credono che sia più conveniente aprire un conto corrente postale piuttosto che un conto corrente bancario, ma alla luce delle analisi della Banca d’Italia i rincari maggiori si registrano per i clienti di Poste Italiane.
Quali sono i costi di un conto corrente postale nel 2024? La spesa media è salita da 67,30 euro a 71,60 euro negli ultimi dieci anni, con un aumento sia sulle commissioni sia sul numero delle operazioni effettuate dagli utenti.
Conto corrente online, l’alternativa per risparmiare
In un panorama di rincari continui, il conto corrente online rimane l’alternativa più conveniente, sebbene non sia escluso dagli aumenti. La spesa media per questa tipologia si attesta a 30,60 euro annui, una cifra decisamente inferiore a quella dei conti tradizionali, ma comunque in aumento di circa 1,70 euro rispetto al 2023.
Come ha spiegato Bankitalia, anche se le commissioni sono più basse, è il maggior utilizzo del conto (pagamenti digitali, trasferimenti frequenti di denaro) a spingere la spesa verso l’alto.
Un altro dato interessante da considerare riguarda la spesa media complessiva, pari a 85,30 euro - calcolata considerando le tre tipologie di conto -, in calo rispetto all’anno precedente. Il calo non è dovuto a una riduzione dei costi del conto corrente, ma a uno spostamento dei clienti verso i conti online, che abbassano la media complessiva.
Il conto corrente costa sempre di più: il bilancio degli ultimi 10 anni
Nel complesso, Bankitalia sottolinea come tenere un conto corrente in Italia, a prescindere dalle diverse tipologie disponibili, sia una spesa sempre più elevata per le persone: negli ultimi dieci anni i costi sono aumentati passando da 82,20 euro a oltre 101,10 euro all’anno.
Mentre le spese fisse (come il canone annuale e i servizi di base) sono rimaste quasi stabili, a pesare maggiormente sono gli aumenti delle spese variabili (+34%). E tali aumenti sono trainati dal maggior utilizzo degli utenti delle operazioni di sportello automatico, bonifici istantanei, prelievi al bancomat, ecc.
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