Concordato preventivo biennale, chi rifiuta l’accordo è soggetto a controlli

Nadia Pascale

7 Novembre 2023 - 08:56

condividi

Il Governo presenta il nuovo concordato preventivo biennale, ma arrivano brutte sorprese per molti contribuenti, chi rifiuta la proposta è sottoposto a controlli fiscali. Ecco erché.

Concordato preventivo biennale, chi rifiuta l’accordo è soggetto a controlli

Il concordato preventivo biennale ha destato molta curiosità da parte delle partite Iva, ma ora che lo strumento inizia a delinearsi in maniera più definita, trapelano anche i primi malcontenti. Nelle slide presentate è chiaramente sottolineato che chi rifiuta la proposta di concordato, o decade, è sottoposto a controlli.

In base alle stime del Governo da questa misura dovrebbe emergere un gettito fiscale di 760,5 milioni di euro, questo anche grazie all’uso dell’Intelligenza Artificiale che consentirà di analizzare tutti i dati in possesso del Fisco, sia forniti dal contribuente sia presenti nelle varie banche dati.

Il concordato preventivo prevede che l’Agenzia delle Entrate metta a disposizione dei contribuenti interessati una proposta di tassazione per due anni.

Questo il primo passo che dovrebbe portare alla formulazione definitiva della proposta, ma vediamo le varie fasi e perché chi rifiuta di aderire alla proposta viene sottoposto a controlli.

Le fasi del concordato preventivo biennale

Le fasi del concordato sono quattro:

  • la prima fase prevede che l’Amministrazione Finanziaria metta a disposizione del contribuente (esercenti attività d’impresa, arti o professioni ai quali si rendono applicabili gli indici sintetici di affidabilità e dei forfettari) dei programmi specifici che consentano di inviare i dati utili a elaborare una proposta. La piattaforma deve essere messa a disposizione entro il 15 marzo, ma per il 2024 i termini saranno dilatati e la piattaforma sarà disponibile entro aprile;
  • la seconda fase deve essere completata entro il 20 giugno, termine entro il quale il contribuente che intende aderire deve inviare i dati all’amministrazione finanziaria (20 luglio per il 2024);
  • sulla base dei dati messi a disposizione dal contribuente e i dati già disponibili, entro il 25 giugno l’amministrazione finanziaria formula una proposta (25 luglio per il 2024);
  • a questo punto c’è l’ultima fase: entro il 30 giugno il contribuente, deve decidere se accettare o meno la proposta del Fisco (30 luglio per il 2024).

Arrivano i controlli per i contribuenti che non aderiscono

Le norme prevedono che coloro che aderiscono al concordato preventivo biennale non siano sottoposti a controlli e accertamenti e questo perché la tassazione è basata su dati resi disponibili all’Agenzia delle Entrate e frutto di un accordo, ma cosa succede se dopo la fase di impulso iniziale il contribuente dovesse decidere di non arrivare al concordato e quindi si tira indietro perché magari si rende conto che con il metodo ordinario potrebbe risparmiare? Cosa succede se si verifica una causa di decadenza dalla proposta?

In questo caso il contribuente sarà sottoposto a controlli. Nelle slide si sottolinea che il contribuente che non invia i dati, non accetta o decade dalla proposta di concordato viene inserito nelle “ liste selettive ai fini delle competenti verifiche da parte dell’amministrazione finanziaria” .

A questo punto è importante capire in quali casi, pur avendo intenzione di accettare la proposta, si decade. In caso di decadenza infatti il contribuente non rientra nel concordato preventivo biennale non per scelta, ma in un certo senso per colpa e si ritrova ad avere inoltre controlli certi.

Lo schema del decreto legislativo prevede che il contribuente non possa accedere al concordato preventivo biennale nel caso in cui i dati comunicati dal contribuente differiscano rispetto a quelli delle dichiarazioni presentate.

Non potranno inoltre aderire al concordato fiscale i contribuenti che sono tenuti alla presentazione degli Isa e hanno un indice di affidabilità fiscale inferiore a 8.
Tra gli ostacoli all’adesione vi è anche la presenza di debiti tributari, in questo caso se inferiori a 5.000 euro vi è comunque la possibilità di aderire.
Altro semaforo rosso è aver ricevuto condanne per dichiarazioni fraudolente mediante uso di fatture e altri documenti oppure non aver presentato dichiarazioni per uno o più anni.

Iscriviti a Money.it