Una guida completa per vendere usato online: quali sono le regole e gli obblighi tra i privati? Quando i ricavi sono tassati? Come farlo legalmente?
La compravendita di oggetti usati online è diventata una pratica sempre più diffusa in Italia, spinta dalla crescente attenzione alla sostenibilità, dalla necessità di risparmiare e dal desiderio di ridurre gli sprechi. Secondo l’Osservatorio Second Hand Economy 2024, il mercato dell’usato ha raggiunto un valore record di 27 miliardi di euro, rappresentando l’1,2% del PIL nazionale. In particolare, la componente online ha superato quella offline, generando 14,4 miliardi di euro, pari al 54% del totale.
Questa tendenza coinvolge una vasta fascia della popolazione: il 63% degli italiani ha dichiarato di aver acquistato o venduto oggetti usati nel 2024, con un aumento di 3 punti percentuali rispetto all’anno precedente. Tuttavia, nonostante la crescente popolarità di questa pratica, è importante essere consapevoli delle regole e degli obblighi che regolano la vendita di oggetti usati online, anche tra privati. Ad esempio, la normativa italiana prevede che, se si superano le 30 vendite annue o si guadagnano più di 2.000 euro, l’attività può essere considerata abituale, con conseguenti obblighi fiscali e la necessità di aprire una partita IVA.
Esploriamo, allora, in dettaglio le regole per vendere usato online, analizzando quando sia necessario dichiarare i propri ricavi e se sia obbligatorio aprire una partita IVA.
Vendere usato online: le regole base da conoscere
Anche la compravendita di usato online ha delle regole da dover rispettare, così come accade per quello ai mercatini o di persona. Sebbene le transazioni tra privati siano meno regolamentate rispetto a quelle tra professionisti, esistono comunque degli obblighi da rispettare.
- Trasparenza: il venditore deve fornire informazioni accurate sul prodotto, segnalando eventuali difetti non imputabili all’usura normale.
- Accettazione dello stato dell’oggetto: l’acquirente, acquistando un oggetto usato, accetta che non sia in condizioni pari al nuovo.
- Assenza del diritto di recesso: nelle vendite tra privati, non esiste il diritto di recesso, a meno che non sia espressamente concordato.
- Informazioni dettagliate: è buona pratica fornire descrizioni dettagliate e fotografie chiare dell’oggetto.
L’atto della vendita avviene con il semplice scambio dell’oggetto per i soldi, o degli oggetti (in caso di baratto), e non è previsto un contratto. Questa regola vale per tutti gli oggetti mobili; tuttavia nulla vieta di utilizzarlo, soprattutto nel caso di prodotti particolarmente preziosi.
È legale vendere oggetti usati online?
Sì, la vendita di oggetti usati online è legale anche tra privati, purché si tratti di attività occasionali e non abituali. Non solo, è anche permesso vendere e barattare oggetti di diverso tipo, come libri, o software con licenza d’uso. La normativa italiana distingue tra:
- attività occasionale: vendite sporadiche, senza organizzazione e senza scopo di lucro. Non richiede partita IVA;
- attività abituale: vendite frequenti, organizzate e con scopo di lucro. Richiede l’apertura della partita IVA e l’adempimento degli obblighi fiscali.
Per esempio, una persona con l’hobby di intagliare il legno che qualche volta all’anno mette in vendita una sua produzione sui social, svolge un’attività occasionale. Quando invece questo avviene frequentemente (più volte al mese o alla settimana, per esempio), si può ricadere nella casistica dell’attività commerciale.
Secondo la normativa vigente, come anticipato, se si superano le 30 vendite annue o un guadagno di 2.000 euro, l’attività può essere considerata abituale, con conseguenti obblighi fiscali e la necessità di aprire una partita IVA. Le piattaforme sono cui si vende sono obbligate a trasmettere i dati dei venditori alle autorità fiscali
Garanzia e recesso nelle compravendita tra privati
Nelle vendite tra privati, non si applicano le stesse garanzie previste per le transazioni tra professionisti e consumatori. Tuttavia, il venditore è responsabile se:
- occulta difetti: non segnala problemi noti e non visibili all’acquirente;
- fornisce informazioni false: descrive l’oggetto in modo ingannevole.
In questi casi, l’acquirente può richiedere la risoluzione del contratto o una riduzione del prezzo.
Per esempio, si potrà vendere una vecchia radio usata online. L’acquirente, ovviamente, non potrà aspettarsi una radio che funzioni come appena uscita dalla fabbrica e lamentarsi di qualche malfunzionamento. Il venditore, dal canto suo, non può fornire informazioni errate per semplificare la vendita. Non si potrà dire che la radio funziona, quando invece è rotta e non si accende.
Il compratore non può chiedere la restituzione del denaro nel momento in cui decide che i difetti sul prodotto sono eccessivi, quando questi sono chiaramente dovuti all’utilizzo. Può farlo, invece, quando i problemi in questione non sono da imputarsi al tempo e sono stati taciuti dal venditore.
Se il venditore non volesse ridare i soldi al compratore, non si può denunciare. Il compratore può però intentare una causa civile.
È importante notare che, secondo un’indagine della Commissione UE del 2025, il 40% dei venditori online non informa correttamente i consumatori sul diritto di recesso, e il 57% non rispetta il periodo minimo di un anno della garanzia legale per i beni di seconda mano.
Tassazione e regime fiscale per chi vende oggetti usati online
Se si vendono abiti usati che non si utilizzano più, una vecchia collezione di fumetti, libri rinvenuti in cantina, si rientra nella vendite occasionali. Anche perché, i propri oggetti usati, prima o poi, finiscono e non possono costituire in ogni caso un’attività abituale.
C’è poi chi vende come hobby, non una tantum ma una volta ogni tanto, sporadicamente, ma non abitualmente. Ma se si vendono cose, nuove o usate, in maniera abituale si configura una vera e propria attività di impresa.
Quelle che abbiamo elencato sono tre categorie di venditori per le quali si applica un differente regime fiscale che andremo ad esaminare di caso in caso.
Vendita di propri oggetti usati una tantum
Per il venditore che utilizza le piattaforme una volta una tantum per disfarsi di oggetti che non utilizza più, acquistati tempo prima, non ci sono formalità da adempiere a livello fiscale. Né prima della vendita né sul guadagno.
I propri oggetti usati, infatti, possono essere venduti liberamente sia online che in qualsiasi negozio dell’usato fisico.
Quello che si incassa da questa tipologia di vendita non va dichiarato al Fisco e, di conseguenza, non si è tenuti a nessuno adempimento. E questo a prescindere dall’importo che si ricava dalle vendite, anche se questo è “importante”. Perché a contare è la tipologia di vendita episodica ed isolata.
Venditori occasionali e sporadici, quali adempimenti fiscali?
Ma se si vende su internet per hobby cosa succede? In questo caso, anche se si decide di vendere oggetti usati le cose cambiano. Le vendite, anche se sporadiche, non sono una tantum perché, magari, nel tempo si ripetono. Non spesso ma con una certa frequenza.
In questo caso si rientra nelle vendite occasionali e si rientra nella tassazione prevista per i “redditi diversi”. Gli incassi ottenuti dalle vendite andranno indicati nella dichiarazione dei redditi quali “redditi diversi” e andranno assoggettati all’IRPEF. Perché costituiscono attività commerciale non esercitata abitualmente. Ciò avviene in particolar modo se si superano le 30 vendite per anno solare o i 2.000 euro di reddito.
In questo caso, gli incassi vanno tassati al netto delle spese sostenute per il loro acquisto o la loro produzione se si è in grado di produrre tutta la documentazione che attesti tali spese.
Le spese che si potranno dedurre dal reddito sono quelle sostenute per i costi di vendita sulla piattaforma, quelle di spedizione e l’eventuale spesa sostenuta per l’acquisto dell’oggetto. A essere tassato, quindi, sarà il solo guadagno.
In questo caso non è richiesta apertura di partita IVA e non sono richiesti altri adempimenti.
Le tasse previste per i venditori abituali
Ma se si tratta di vendite abituali la musica cambia. In tale frangente, si configura attività commerciale o imprenditoriale ed è necessaria apertura della partita IVA ed iscrizione al regime previdenziale previsto per il tipo di partita IVA che si apre.
E non solo. Si dovranno sostenere anche importa dirette come IRPEF, IRES e IRAP oltre all’IVA, a meno che non si scelga il regime forfettario che prevede solo un’imposta sostitutiva.
Si è obbligati, inoltre, ad emettere fattura o ricevuta fiscale per ogni vendita, che poi, sarà trattata fiscalmente come tale.
I consigli pratici per vendere usato online
Per vendere efficacemente oggetti usati online, considera i seguenti suggerimenti.
- Scegli la piattaforma giusta: eBay, Subito.it, Vinted, Facebook Marketplace, Etsy e Wallapop sono tra le più popolari in Italia nel 2025.
- Fotografie di qualità: scatta immagini chiare da diverse angolazioni, evidenziando eventuali difetti.
- Descrizioni dettagliate: fornisci tutte le informazioni rilevanti, inclusi marca, modello, stato e motivi della vendita.
- Prezzo competitivo: ricerca il prezzo di oggetti simili per stabilire un prezzo equo.
- Comunicazione trasparente: rispondi prontamente alle domande degli acquirenti e fornisci dettagli aggiuntivi se richiesti.
- Spedizione sicura: utilizza metodi di spedizione tracciabili e imballaggi adeguati per proteggere l’oggetto.
Siti e piattaforme migliori per vendere usato online oggi
Ma, materialmente, quali sono i siti migliori e più sicuri per vendere oggetti usati online? Ecco una panoramica dettagliata di alcune delle piattaforme più usate e conosciute su internet.
Subito.it
- Subito.it è una delle piattaforme di annunci più popolari in Italia, con oltre 16 milioni di utenti unici mensili. Fondata nel 2007 e ora parte del gruppo norvegese Adevinta, Subito offre quattro principali categorie: Motori, Mobili, Market e Lavoro. Gli utenti possono registrarsi gratuitamente, creare annunci dettagliati con foto e descrizioni, e scegliere se incontrare l’acquirente di persona o utilizzare il servizio di spedizione «TuttoSubito», che garantisce transazioni sicure.
eBay
- eBay è una piattaforma globale di aste e vendite online, attiva in Italia dal 2001. Consente la vendita sia a prezzo fisso che tramite aste, offrendo flessibilità ai venditori. Dopo la registrazione, i venditori possono creare inserzioni dettagliate. Le transazioni sono gestite principalmente tramite PayPal, garantendo sicurezza per entrambe le parti.
Vinted
- Vinted è una piattaforma specializzata nella compravendita di abbigliamento, accessori e articoli per la casa di seconda mano. Con milioni di utenti in tutto il mondo, è particolarmente popolare tra i giovani adulti. Gli utenti possono creare un account gratuito, caricare foto degli articoli, descriverli e gestire le vendite direttamente tramite l’app. Le transazioni sono sicure e i pagamenti vengono effettuati attraverso la piattaforma.
Depop
- Depop è una piattaforma di vendita online che si concentra su prodotti unici e di tendenza, come abbigliamento, accessori e oggetti d’arte di seconda mano o fatti a mano. Dopo aver scaricato l’app e creato un account, i venditori possono fotografare i loro articoli, aggiungerli al negozio e stabilire i prezzi. Depop applica una commissione del 10% sul prezzo finale, che include anche le spese di spedizione.
Wallapop
- Chiudiamo con Wallapop, una piattaforma per la compravendita di prodotti di seconda mano, nata in Spagna e ora diffusa anche in Italia. Si propone di dare una seconda vita agli oggetti, riducendo l’impatto ambientale. Gli utenti possono inserire annunci gratuitamente, scegliendo tra transazioni online o incontri di persona. La spedizione è a carico del compratore e il venditore incassa il ricavato direttamente nel proprio portafoglio Wallapop.
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