Evitabile, ma non impossibile la guerra tra Cina e Taiwan potrebbe diventare fin da subito un conflitto allargato. Ecco come sarebbe la guerra e quali le conseguenze.
Cosa accadrebbe se la Cina tentasse un’invasione anfibia di Taiwan? La domanda non è affatto scontata, così come la risposta data dalle diverse simulazioni degli eventi.
Nella giornata di ieri jet e navi cinesi hanno continuato a minacciare Taiwan. Sono state queste le parole del ministero della Difesa di Taipei che, anche dopo la fine delle esercitazioni, hanno raccontato di un’isola ancora circondata. Al quadro di tensione si aggiungono le parole del presidente cinese Xi Jinping, che ha incoraggiato le forze armate a “rafforzare l’addestramento in vista di combattimenti veri” (Ansa).
È questa la situazione di partenza analizzata dalle diverse simulazioni che delineano il possibile svolgimento della guerra tra Cina e Taiwan. Non a caso le esercitazioni congiunte per affilare la spada - per usare le parole cinesi - hanno toccato nel corso dell’anno alcuni picchi, tra cui le recenti prove di guerra con la simulazione di attacchi di precisione contro obiettivi chiave di Taiwan.
Anche le simulazioni prodotte da organizzazioni no-profit iniziano così: prima gli obiettivi chiave, poi una rapida presa dell’isola per tentare di limitare l’azione straniera. Come sarebbe davvero la guerra tra Cina e Taiwan è difficile dirlo, ma si possono supporre le conseguenze. Secondo il Center for strategic & international studies (CSIS) la guerra con la Cina produrrebbe una distruzione su una scala mai vista dal 1945.
Simulazioni di guerra: come inizia il conflitto tra Cina e Taiwan
Il Center for strategic & international studies ha prodotto 24 iterazioni di wargame di un’invasione cinese di Taiwan. Secondo queste, se la guerra dovesse scoppiare nel 2026-2027 - date confermate dalle indagini dell’intelligence Usa - , la Cina non riuscirebbe a conquistare l’isola, ma i danni per tutte le forze in gioco sarebbero comunque altissimi.
Il cavallo di Troia non ancora citato è la quasi certa presenza al fianco di Taiwan degli Stati Uniti. Questi potrebbero, con il loro intervento, innescare un’escalation di tipo nucleare, evitabile solo con una “strategia di deterrenza”.
Guerra tra Cina e Taiwan: le devastanti conseguenze
La pace infine sarà trovata, ma a quali costi? La fine degli scontri, portati avanti fino all’esaurimento delle risorse materiali e umane, porterebbe a una pace instabile sul piano geopolitico ed economico.
I calcoli dei computer non sono stati gentili con gli Stati Uniti nelle simulazioni. Sembra infatti che di fronte alla tecnologia militare cinese in continua evoluzione, gli Usa perderebbero molti soldi, vedrebbero basi militari come la base di Guam devastate e la distruzione di decine di aerei e almeno due dozzine di navi.
Taiwan non ne uscirebbe altrettanto indenne e in particolare la sua economia risulta dalle simulazioni completamente distrutta. Si possono infatti immaginare tra gli obiettivi chiave gli impianti industriali per la produzione dei chip. In alcune delle 24 simulazioni inoltre si venivano a creare le condizioni per l’ingresso del Giappone nel conflitto, il quale subiva la distruzione delle sue basi. Infine la Cina: la super potenza in diverse simulazioni ha perso fino a 100 navi da guerra e decine di migliaia di soldati (almeno 10 mila nelle prime 3 settimane, il triplo rispetto agli Stati Uniti). La sconfitta nella guerra contro Taiwan potrebbe infine costare il potere allo stesso Partito Comunista Cinese e sconvolgere così la struttura stessa della Cina.
Guerra tra Cina e Taiwan: lo scenario nucleare
L’escalation militare visibile negli ultimi mesi, in particolare nelle ultimissime ore, potrebbero avere come conseguenza l’uso delle armi nucleari. In questa prospettiva delle simulazioni non c’è un vincitore, ma solo un pianeta sconfitto. Per questo entrambe le parti, come spiega CSIS, sostengono di voler evitare la guerra.
Nel concreto la deterrenza è possibile, ma c’è bisogno prima di tutto di investire nella volontà politica. L’equilibrio è precario: da una parte la necessità di prepararsi alla guerra e dall’altra quella di prepararsi a evitare la guerra rafforzando le basi militari e aggiornando le tecnologie. Un atteggiamento di “deterrenza” appunto, soprattutto se concordato con i vicini di casa della Cina, ma che potrebbe ripetere lo scenario russo-ucraino, ovvero aumentare la tensione con la Cina fino alla fatidica scintilla.
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