Cina e Taiwan, quando e perché ci sarà una guerra

Alessandro Cipolla

12 Aprile 2023 - 16:03

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A Taiwan sono sicuri che la Cina sia prossima a sferrare un attacco per riprendere il controllo dell’isola: quando scoppierà la guerra e perché un conflitto appare inevitabile.

Cina e Taiwan, quando e perché ci sarà una guerra

Quando ci sarà una guerra tra Cina e Taiwan? Perché l’opzione militare sembrerebbe essere inevitabile per risolvere la tanto annosa quanto spinosa questione dell’isola di Formosa? Se la prima domanda è caratterizzata soltanto da ipotesi, la seconda invece è di più facile risposta: Xi Jinping già in tempi non sospetti ha promesso la riunificazione di Taipei e un presidente cinese difficilmente può non mantenere un impegno così importante che si è preso.

A riguardo le ultime notizie che arrivano dall’Estremo Oriente non sembrerebbero essere rassicuranti, con il ministro degli Esteri di Taipei Joseph Wu che alla Cnn ha affermato come “la Cina si sta preparando a scatenare la guerra”.

Guardando alle loro esercitazioni militari e alla retorica - ha proseguito poi il ministro - sembra che si stiano preparando alla guerra e questo è inaccettabile, perché le controversie internazionali vanno risolte con mezzi pacifici, secondo la Carta delle Nazioni unite”.

Ad agitare ulteriormente le acque, oltre alla notizia (non confermata) della chiusura degli spazi aerei nella parte settentrionale di Taiwan, ci ha pensato Xi Jinping che, in visita al Comando del Teatro Sud della Marina cinese, ha chiesto alle sue truppe di “ rafforzare l’addestramento in preparazione del combattimento per la difesa della sovranità territoriale e degli interessi nazionali”.

Il tutto dopo le esercitazioni volute da Pechino e durate tre giorni in cui l’esercito cinese ha simulato - si mormora con vere munizioni - un attacco a Taiwan provocando lo stato di massima allerta non solo di Taipei, ma anche del Giappone essendo Tokyo un solido alleato Occidentale.

Perché ci sarà una guerra tra Cina e Taiwan

La questione Taiwan per la Cina è una sorta di ferita aperta dal lontano 1949 quando, a seguito della guerra civile cinese vinta dai comunisti di Mao, Formosa divenne il riparo dei nazionalisti locali che elessero Taipei a loro capitale venendo ben accolti dalla popolazione taiwanese.

In sostanza da allora sia Pechino sia Taipei rivendicano di essere la “vera” Cina ma, al momento, dal punto di vista diplomatico soltanto pochi Paesi riconoscono Taiwan tra cui la Città del Vaticano.

In base alla linea della “una sola Cina”, Pechino rivendica la sovranità su Taiwan al pari di quella su Hong Kong o Macao; quando nel febbraio 2022 è scoppiata la guerra in Ucraina, subito diversi analisti occidentali hanno pensato che per Xi Jinping si fossero create le condizioni ideali per riprendersi l’isola ribelle.

Taiwan al momento conta 23 milioni di abitanti, ha una economia fiorente e un esercito formato da circa 130.000 uomini che è considerato come una forza armata moderna e ben equipaggiata che può contare anche su 26 navi da guerra, 2 sottomarini, 478 aerei caccia e bombardieri e 44 pattugliatori lanciamissili.

Naturalmente niente di paragonabile con l’esercito cinese, numericamente il più grande al mondo, ma di recente gli Stati Uniti - che hanno diverse basi dislocate in Corea del Sud, Giappone e Filippine - più volte hanno fatto intendere come potrebbero non restare a guardare nel caso di un attacco cinese nell’isola di Formosa, dando il via a quella che sarebbe a tutti gli effetti una guerra mondiale.

Quando ci sarà la guerra

Nel 2017 Xi Jinping, in occasione del Congresso nazionale del Partito Comunista, ha promesso che entro il 2049 l’isola di Formosa tornerà a essere sotto il controllo di Pechino; un impegno questo che è stato rinnovato anche pochi mesi fa quando il presidente ha ottenuto un nuovo mandato dal partito.

Fino a poco tempo fa negli Stati Uniti tra i militari era diffusa la convinzione che la Cina avrebbe attaccato Taiwan entro il 2027; di recente alcune voci hanno fatto sapere che al Pentagono ora avrebbero corretto la data dell’invasione, ricalcolandola a un entro il 2024.

Considerando la forza militare di Taiwan e la conformazione delle coste dell’isola, in gran parte formata da alte scogliere che la rendono una sorta di fortino naturale, per la Cina non sarebbe semplice muovere una guerra contro Taipei. Pechino da tempo starebbe studiando il modo migliore per organizzare l’invasione, cercando di evitare gli errori commessi dalla Russia nella prima fase della guerra contro l’Ucraina.

Stando ad alcuni report, la prima mossa della Cina sarebbe quella di provocare un blackout energetico a Taiwan attraverso dei cyberattacchi. A quel punto inizierebbero dei massicci bombardamenti utilizzando anche i sofisticati missili ipersonici a disposizione che, sulla carta, sono in grado di bucare le difese antiaeree.

L’invasione vera e propria però avverrebbe per mezzo delle truppe d’élite, un corpo scelto formato da 35.000 uomini che verrebbe aviotrasportato sull’isola. Un piano che ha una grossa incognita: la risposta degli Stati Uniti e la possibilità dello scoppio di una guerra mondiale.

Ache se Emmanuel Macron nei giorni scorsi, al termine di una visita durata tre giorni a Pechino, ha dichiarato che l’Europa non deve immischiarsi nella crisi tra Cina e Taiwan, appare difficile che la Nato visto anche il fronte aperto in Ucraina possa tirarsi indietro di fronte a uno scontro militare diretto tra l’esercito cinese e quello americano.

Il sentore è che purtroppo l’unica certezza per quanto riguarda Taiwan è che la guerra ci sarà: sul quando visto il recente attivismo militare della Cina in pochi al momento scommetterebbero che si possa andare più in là del 2024.

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