Come pagare meno tasse

Patrizia Del Pidio

09/05/2023

09/05/2023 - 10:37

condividi

Un libero professionista, chi ha una ditta individuale o un dipendente possono pagare meno tasse? Ecco tutto quello che bisogna sapere per pagare meno tasse nel rispetto della legge.

Come pagare meno tasse

Rispettando la legge è possibile andare a pagare meno tasse? Tutti i cittadini devono tasse e tributi allo stato, sia i lavoratori dipendenti che i liberi professionisti, ma anche coloro che hanno una ditta individuale. Ma rispettando la normativa vigente è possibile pagare meno tasse in tutti i casi sopra menzionati. Vediamo come fare.

Il regime di tassazione non è uguale per tutti e in tutti i Paesi. Negli Stati Uniti e nel Regno Unito, per esempio, si applica il regime «no taxation without representation», che deriva dallo slogan politico delle 13 colonie americane che si battevano per l’indipendenza dal Regno Unito durante la rivoluzione Americana.

In molti Paesi si applica la flat tax, ovvero un’aliquota unica chiamata anche tassa piatta che si basa sul principio che le imposte da pagare non vengono calcolate sul reddito imponibile in maniera progressiva, ma in modo fisso, a differenza di quanto previsto dal sistema di tassazione a scaglioni Irpef.

Insomma, nonostante vi siano differenze nel sistema di tassazione, una cosa è certa: le tasse devono essere pagate sempre ed è importante scoprire come pagarne di meno e risparmiare (sempre nel rispetto della legge).

Come pagare meno tasse se sei un libero professionista

Il regime forfetario per le partite Iva è stato introdotto con la legge 190/2014, si tratta di un regime fiscale accessibile per tutti coloro che hanno una partita Iva e un fatturato non superiore ai 65mila euro, a cui si applica un’aliquota del 15% (che si abbassa al 5% nei primi 5 anni di attività in alcuni casi specifici).

Tra le novità della legge di Bilancio 2023 anche l’aumento del fatturato delle partite Iva per rientrare nel regime forfetario: fino a 85mila euro.

L’aliquota non viene applicata sull’ammontare complessivo dei ricavi, ma sul coefficiente di redditività stabilito dalla legge per ogni categoria professionale.

Il coefficiente di redditività per le attività professionali varia in base al tipo di attività dal 67% al 78%. Se, ad esempio, un avvocato nel 2021, ha fatturato 30mila euro, calcolerà l’aliquota su 23.400,00 euro (il 78% di 30mila euro) e quindi dovrà versare:

  • 3.510,00 euro (il 15% di 23.400,00 euro) se è almeno al sesto anno di attività professionale;
  • 1.170,00 euro (il 5% di 23.400,00 euro) se è nei primi cinque anni di attività.

Per capire quanto sia conveniente tale regime fiscale basti pensare che l’aliquota ordinaria più bassa dell’Irpef è del 23% per i redditi fino a 15.000,00 euro.

Come pagare meno tasse: il principio di inerenza

Molte partite Iva non curano in maniera precisa e dettagliata i costi inerenti alla propria attività.

Il principio di inerenza è una clausola generale dell’ordinamento tributario ricavabile dall’articolo 109, comma 5, del Tuir (Testo unico delle imposte sui redditi).

Una partita Iva sostiene dei costi (biglietto del treno, l’aggiornamento professionale, il pranzo al ristorante, il rifornimento di carburante solo per citarne alcuni) che sono caratterizzati da importi magari di entità non così rilevante, ma se sommati a fine anno possono formare un importo abbastanza rilevante.

Per poter sottrarre dal reddito tali costi in quanto oneri deducibili è necessario che il costo sia effettivamente sostenuto dal lavoratore autonomo titolare di partita Iva e documentato da una fattura o dal cosiddetto “documento commerciale”, ossia lo scontrino con l’indicazione della partita Iva del professionista.

Per il professionista sono deducibili dal reddito imponibile tutte le spese sostenute nell’esercizio della propria attività e inerenti alla stessa, come ad esempio:

  • l’acquisto di libri e di riviste professionali;
  • i corsi di aggiornamento professionale;
  • l’acquisto di materiale di cancelleria e di valori bollati;
  • i costi per lavoro dipendente e prestazioni di lavoro autonomo occasionale;
  • l’acquisto di beni strumentali per l’esercizio dell’attività professionale.

Ditta individuale, come pagare meno tasse

Se sei imprenditore e hai una ditta individuale è importante, per pagare meno tasse, scegliere il giusto regime fiscale. La pianificazione fiscale deve essere fatta con gli strumenti giusti per risparmiare e beneficiare di tutte le opportunità previste dalla legge.

Per esempio, calcolare le tasse a scaglioni con una ditta individuale o una società di persone senza avere una protezione patrimoniale è molto pericoloso.

Sicuramente la prima valutazione che è necessaria riguarda proprio la costituzione della società: quale conviene maggiormente?

Le società a responsabilità limitata (S.r.l) hanno una struttura più flessibile, rispetto alle S.p.a e si adattano meglio a imprese di piccole e medie dimensioni. Il capitale non è diviso in azioni come nelle S.p.a., ma in quote di partecipazione e il capitale sociale minimo per fondare una S.r.l. è di 10mila euro.

Particolare attenzione è importante anche nella pianificazione dell’attività della società o ditta per controllare soprattutto le spese ordinarie e straordinarie, ma anche quelle che possono derivare da viaggi e trasferte.

È importante sapere che le indennità di trasferta sono totalmente deducibili per le imprese e per chi li percepisce sono esentasse fino a un massimo di 46,48 euro al giorno, che possono aumentare a 77,64 se si è all’estero.

Come abbassare le tasse in busta paga

Parte della busta paga ogni mese viene trattenuta per pagare le tasse. A provvedere al pagamento per il lavoratore dipendente è il datore di lavoro che deve obbligatoriamente procedere in quanto sostituto di imposta.

In generale le trattenute che ogni lavoratore è obbligato a versare ogni mese sono:

  • contributi previdenziali Inps a carico del lavoratore;
  • trattenute Irpef;
  • addizionali Irpef regionali e comunali;
  • contributi Inail.

Come risparmiare sulle tasse allora? Il modo principale per pagare meno tasse se si è un lavoratore dipendente è quello di chiedere accesso alle detrazioni fiscali sull’Irpef: i lavoratori dipendenti sono obbligati a presentare una dichiarazione dei redditi con tutte le informazioni sui guadagni percepiti nell’anno precedente.

Attraverso le detrazioni fiscali è possibile ottenere uno sconto sulle tasse o ricevere un credito aggiuntivo in busta paga. Le detrazioni fiscali permettono di accedere a una grande quantità di sconti, in particolare per:

  • Spese sanitarie
  • Spese sanitarie sostenute per familiari non a carico, affetti da patologie esenti
  • Spese sanitarie sostenute per persone con disabilità
  • Spese per acquisto e riparazione di veicoli per persone con disabilità
  • Spese per acquisto di cani da guida
  • Interessi per mutui ipotecari per l’acquisto dell’abitazione principale
  • Interessi per mutui ipotecari per la costruzione dell’abitazione principale
  • Interessi per prestiti o mutui agrari
  • Spese di istruzione
  • Spese di istruzione universitaria
  • Spese funebri
  • Spese per addetti all’assistenza personale
  • Spese per intermediazione immobiliare
  • Spese per canoni di locazione sostenute da studenti universitari fuori sede
  • Erogazioni liberali a favore delle popolazioni colpite da calamità pubbliche o eventi straordinari
  • Erogazioni liberali alle società ed associazioni sportive dilettantistiche
  • Erogazioni liberali alle società di mutuo soccorso
  • Erogazioni liberali a favore delle associazioni di promozione sociale
  • Spese relative ai beni soggetti a regime vincolistico
  • Erogazioni liberali per attività culturali ed artistiche
  • Erogazioni liberali a favore di enti operanti nello spettacolo
  • Erogazioni liberali a favore di fondazioni operanti nel settore musicale
  • Spese veterinarie
  • Spese sostenute per servizi di interpretariato dai soggetti riconosciuti sordi
  • Erogazioni liberali a favore degli istituti scolastici di ogni ordine e grado
  • Spese per i contributi versati per i familiari a carico relativi al riscatto degli anni di laurea
  • Spese sostenute dai genitori per pagare le rette per la frequenza di asili nido
  • Erogazioni liberali in denaro al Fondo per l’ammortamento dei titoli di Stato
  • Premi relativi alle assicurazioni sulla vita e contro gli infortuni
  • Premi relativi alle assicurazioni finalizzate alla tutela delle persone con disabilità grave
  • Premi relativi alle assicurazioni per il rischio di non autosufficienza
  • Spese sostenute per l’acquisto degli abbonamenti ai servizi di trasporto pubblico
  • Premi relativi alle assicurazioni aventi per oggetto il rischio di eventi calamitosi stipulate relativamente a unità immobiliari ad uso abitativo
  • Spese mediche sostenute in favore dei minori o di maggiorenni con disturbo specifico dell’apprendimento (DSA)
  • Erogazioni liberali in denaro per un importo non superiore a 30.000 euro annui a favore delle organizzazioni non lucrative di utilita’ sociale (ONLUS)
  • Erogazioni liberali in denaro in favore dei partiti politici
  • Spese per canoni di leasing di immobile da adibire ad abitazione principale
  • Spese relative ai diversi bonus per la casa: superbonus 110%, bonus facciate, ecc;
  • Spese per erogazioni liberali.

Commenta: