Come investono gli italiani nel 2025

P. F.

25 Luglio 2025 - 12:29

Secondo l’indagine condotta da Intesa Sanpaolo e Centro Einaudi, il numero di risparmiatori in Italia ha raggiunto il 58%, il dato più alto degli ultimi vent’anni.

Come investono gli italiani nel 2025

L’Italia ha riscoperto il valore del risparmio come non succedeva da vent’anni. A comunicarlo è l’Indagine sul Risparmio e sulle scelte finanziarie degli italiani 2025 realizzata da Intesa Sanpaolo e Centro Einaudi per osservare in che modo investono le famiglie italiane.

Condotta su un campione di 1.500 individui, la ricerca si focalizza particolarmente sulla Silver Age - la fascia d’età compresa tra i 60 e gli 85 anni - considerata la generazione trainante di questo fenomeno.

Il numero di risparmiatori in Italia ha raggiunto il 58%, un netto balzo in avanti rispetto al minimo storico del 2014, quando si era toccato il fondo con appena il 19%, e in crescita anche rispetto agli anni più recenti: 56% nel 2024 e 52% nel 2023.

Questo trend positivo è accompagnato da una maggiore consapevolezza delle ragioni che spingono al risparmio. Il 36% degli intervistati lo fa per motivi precauzionali, spinto dalla paura di possibili imprevisti futuri, mentre cresce il peso degli investitori intenzionali (38%), che risparmiano con obiettivi precisi come l’acquisto di una casa, il futuro dei figli o progetti legati alla pensione.

Gli italiani puntano su mattone e previdenza

Il pilastro del patrimonio delle famiglie italiane rimane il mattone. Circa l’80% degli intervistati vive in un’abitazione di proprietà e, anche da più anziani, il desiderio di acquistare una casa non si spegne: oltre il 7% degli over 60 dichiara di voler comprare un immobile nei prossimi anni, spesso per migliorare la propria condizione abitativa o per trasferirsi dopo il pensionamento, mentre gli over 55 (22%) puntano ad acquistare immobili destinati ai figli.

Anche la previdenza sta emergendo come una preoccupazione trasversale tra le generazioni. Poco meno di un quarto del campione (24,5%) ha sottoscritto una forma di previdenza complementare, una percentuale che, pur restando minoritaria, è sostanzialmente raddoppiata negli ultimi quindici anni. Restano invece ancora poco diffuse le polizze assicurative sanitarie, polizze vita e Long Term Care (LTC), con solo il 17,9% degli italiani che oggi risulta coperto da una forma di assicurazione sanitaria, che sia individuale, familiare, collettiva o aziendale.

Pochi investimenti in borsa e più obbligazioni

Sul fronte degli investimenti, le obbligazioni restano lo strumento preferito da un quinto dei risparmiatori italiani. Tra questi, il 44% ha effettuato operazioni nell’ultimo anno, con un rapporto di due a uno tra chi ha acquistato e chi ha venduto, mentre le azioni rimangono una scelta marginale: solo il 4,6% degli intervistati ha operato in Borsa nei dodici mesi precedenti.

La sicurezza resta il principale obiettivo quando si impiegano i risparmi, anche se, per la prima volta nel 2025, tale motivazione scende sotto il 50%, fermandosi al 47%. La causa? Il basso livello di alfabetizzazione finanziaria. Infatti, solo 4 italiani su 10 ritengono di avere competenze adeguate in materia economica e di investimento.

Il focus sulla Silver Age

I risparmiatori over 60 si confermano protagonisti dell’economia familiare. Per gli ultraottantenni, il risparmio ha una funzione soprattutto precauzionale, legata a salute e imprevisti. In tutte le fasce d’età emerge un forte senso di responsabilità verso figli e nipoti, sostenuti economicamente e con presenza. Il 70% ritiene importante lasciare almeno una casa ai propri eredi e circa il 50% considera l’eredità un dovere morale.

Sorprende anche l’impegno lavorativo: il 59,7% degli uomini e il 44,4% delle donne tra i 61 e i 70 anni lavorano ancora. Anche nella fascia 71-80 anni le percentuali restano significative (31,5% uomini, 28,5% donne) così come tra gli over 81 (12,2% e 12,1%).

La Silver Age guarda al futuro con cautela, senza però perdere la fiducia. Il rapporto tra ottimisti e pessimisti sul risparmio resta tra 1 e 2. Anche la soddisfazione per il patrimonio accumulato mostra un andamento vario. Nella fascia fino ai 70 anni è alta (45-55%), va in calo nella fascia centrale (30-35%) e si riprende dopo gli 80, soprattutto tra gli uomini (fino al 50-52%).

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