Come ha fatto Elon Musk a perdere 200 miliardi di dollari?

Ilena D’Errico

1 Gennaio 2023 - 09:56

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Elon Musk è la prima persona al mondo ad aver perso ben 200 miliardi di dollari, ecco come ha fatto e quali sono le prospettive per il futuro.

Come ha fatto Elon Musk a perdere 200 miliardi di dollari?

L’imprenditore Elon Musk è la prima persona in assoluto riuscita a perdere 200 miliardi di dollari. Il patrimonio milardario è sceso infatti a 137 miliardi di dollari, in seguito al crollo delle azioni di Tesla. L’azienda automobilistica fondata da Musk sta affrontando una crisi inaspettata e considerevole, abbassando il patrimonio di Elon Musk che aveva raggiunto 340 miliardi di dollari a novembre 2021.

Come ha fatto Elon Musk a perdere 200 miliardi di dollari

Martedì scorso le azioni di Tesla sono crollate dell’11% in un giorno solo, nonostante gli ottimi presupposti presenti nel resto dell’anno. In generale, i primi trimestri del 2022 per Tesla non hanno fatto in alcun modo presagire la crisi in arrivo. L’azienda ha aumentato le consegne del 45%, generando così un profitto di ben 9 miliardi di dollari. Una cifra senza dubbio cospicua, ma purtroppo insufficiente per gli obbiettivi aziendali. Il progetto era infatti quello di aumentare le consegne almeno del 50%, cosa che evidentemente non è stata possibile.

Non è comunque possibile individuare una causa univoca di questo inaspettato crollo in borsa, ma bisogna ricercare le motivazioni in una concomitanza di elementi:

  • Il contesto macroeconomico attuale.
  • I prezzi inaccessibili delle auto.
  • L’alta concorrenza nel settore di mercato.

Le vendite di Tesla sono difatti messe a dura prova da vari marchi famosi che hanno introdotto una selezione di auto elettriche di lusso, come:

  • Mercedes-Benz.
  • Audi.
  • Bmw.
  • Polestar.
  • Lucid.
  • Rivian.

La conseguenza di questi fattori è che le vetture Tesla presentano un calo di vendite e quindi di investimenti, perché il prezzo rappresenta un limite decisivo per i clienti, che nel caso hanno poi una vasta scelta grazie alla concorrenza. Nonostante questo, la situazione dell’azienda è decisamente lontana dal dramma: Tesla domina ancora il mercato statunitense, con una stima del 65% circa sulla fetta di mercato nei primi nove mesi dell’anno.

Questo dato, all’apparenza abbastanza rassicurante, è decisamente lontano dal 79% che Tesla poteva vantare nel 2020. Il problema principale è la previsione degli analisti, secondo la quale questo tasso continuerà a scendere inesorabilmente, fino a toccare un tetto inferiore al 20% nel 2025.

Le prospettive per il futuro di Tesla

Mercoledì, in seguito al repentino crollo in borsa del giorno prima, Elon Musk ha rivolto un messaggio ai dipendenti, per rassicurarli nonostante la situazione. L’imprenditore ha quindi invitato tutti a non preoccuparsi eccessivamente, data la follia del mercato azionario, per poi ricordare gli incredibili risultati. Le azioni di gruppo di Tesla, infatti, hanno subito un incremento superiore al 700% nel 2020 e oltre al 50% nel 2021.

Elon Musk detiene quindi un primato indiscusso dopo la perdita di 200 miliardi di dollari e non potrebbe essere altrimenti perché è stata la seconda persona al mondo a superare questa soglia patrimoniale. In particolare, Musk ha superato i 200 miliardi di dollari con il suo patrimonio personale durante gennaio 2021, preceduto di pochi mesi dal fondatore di Amazon, Jeff Bezos.

Questi risultati eccellenti, tuttavia, dovrebbero essere letti anche alla luce della particolare situazione in corso. In effetti, Tesla sembra semplicemente seguire a ruota il destino delle maggiori aziende tecnologiche. La diminuzione delle quotazioni, infatti, non rappresenta un dato di per sé negativo, ma è così evidente soltanto a causa dello spropositato guadagno degli anni precedenti.

Durante la pandemia buona parte delle aziende tecnologiche ha infatti raggiunto risultati eccezionali, prevedibilmente difficili da replicare una volta che la situazione fosse tornata alla normalità. Ciò che ha influito maggiormente su questa crescita è il risparmio sui costi aziendali come il marketing e il mantenimento dei negozi fisici. Con una spesa minore, contemporaneamente, i negozi online hanno permesso vendite da record, consentendo quindi alle aziende di reinvestire e di conseguenza aumentare la propria quotazione in borsa.

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