Seguire corsi di formazione riconosciuti porta un notevole risparmio, ma non sempre l’ente erogatore ottiene il riconoscimento. Ecco come funziona l’esenzione IVA sui corsi di formazione.
Come funziona l’esenzione IVA sui corsi di formazione? In quali casi si può ottenere il regime fiscale agevolato che di fatto si riversa sui costi sostenuti dagli studenti per accedere ai servizi?
L’articolo 10 del Dpr 633 del 1972 prevede l’esenzione IVA per prestazioni educative dell’infanzia e della gioventù e quelle didattiche di ogni genere, anche per la formazione, l’aggiornamento, la riqualificazione e riconversione professionale (ambito oggettivo), rese da istituti o scuole riconosciuti da pubbliche amministrazioni (ambito soggettivo)… Il contribuente che ha presentato istanza di interpello ritiene che i fondi ricevuti nell’ambito dell’iniziativa, o meglio delle agevolazioni, Resto al Sud abbiano il valore di riconoscimento per fatti concludenti da parte di una Pubblica Amministrazione. Ne consegue che l’Istante ritiene di potersi avvalere anche dell’esenzione IVA.
Ma cosa dice l’Agenzia delle Entrate? Basta un finanziamento pubblico per ritenere i corsi erogati riconosciuti dalla Pubblica Amministrazione? Come funziona l’esenzione IVA per i corsi di formazione?
I finanziamenti pubblici non costituiscono riconoscimento del valore del piano didattico dei corsi
L’Agenzia delle Entrate nella risposta a Interpello 287 del 6 novembre 2025 ribadisce che i finanziamenti riconosciuti nell’ambito dell’iniziativa Resto al Sud, non costituiscono riconoscimento da parte della Pubblica Amministrazione concedente, ma un semplice finanziamento di un progetto imprenditoriale nella sua complessità.
Sottolinea che il riconoscimento da parte della Pubblica Amministrazione richiesto dall’articolo 10, n° 20 del Dpr 633 del 1972 può avvenire anche per “atto concludente”, come chiarito dalla circolare n. 22/2008, ma deve riferirsi a specifici progetti didattici approvati e finanziati da enti pubblici, e non genericamente a iniziative imprenditoriali.
L’obiettivo è fare in modo che l’esenzione IVA sia riconosciuta esclusivamente ai soggetti che lo Stato considera idonei a offrire prestazioni didattiche comparabili a quelle degli organismi pubblici, valutando aspetti come la professionalità dei docenti, la qualità delle strutture e del materiale didattico.
Non c’è esenzione IVA con Resto al Sud
La misura “Resto al Sud”, disciplinata dal Dl n. 91/2017 e dal decreto interministeriale n. 174/2017, è finalizzata a sostenere la nascita di nuove imprese in determinate aree del Paese, nella valutazione eseguita al fine di riconoscere il contributo si considerano:
- progetto imprenditoriale;
- mercato;
- strategia imprenditoriale;
- aspetti organizzativi.
Non c’è un giudizio di valore sulla qualità del servizio offerto, in questo caso corsi, tale finanziamento da solo non basta a ritenere che i corsi abbiano quella qualità e quelle caratteristiche didattiche necessarie a ottenere il beneficio dell’esenzione IVA anche perché, di fatto, il progetto didattico in sé non è stato valutato.
Il riconoscimento per atto concludente previsto dalla circolare 22/2008 si applica solo quando l’ente pubblico approva e finanzia un progetto educativo o formativo specifico, esercitando un controllo sulla qualità didattica e sulla coerenza con gli obiettivi formativi di interesse pubblico.
L’Agenzia delle Entrate spiega che non basta ottenere un finanziamento pubblico per accedere all’esenzione Iva.
Ne consegue che non avendo ottenuto il riconoscimento, l’Istante deve applicare l’IVA e di conseguenza gli “studenti” subiranno una maggiorazione di prezzo.
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