Come arruolarsi nella legione internazionale a difesa dell’Ucraina

Emiliana Costa

2 Marzo 2022 - 17:00

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Sul fronte ucraino continua il progetto della legione internazionale annunciato dal presidente Zelensky. In migliaia avrebbero già aderito. La procedura per arruolarsi.

Come arruolarsi nella legione internazionale a difesa dell’Ucraina

In attesa della ripresa dei negoziati di pace tra Mosca e Kiev, non si ferma la pioggia di missili russi su Kharkiv e Mariupol. Intanto, sul fronte ucraino continua il progetto della legione internazionale annunciato dal presidente Volodymyr Zelensky. In migliaia avrebbero già aderito e sarebbero pronti a partire per difendere l’Ucraina.

Sul quotidiano Domani, viene spiegata la procedura per arruolarsi alla legione internazionale. Per gli italiani, il primo passaggio avviene attraverso l’ambasciata ucraina a Roma. Entriamo nel dettaglio.

Ucraina, come arruolarsi nella legione internazionale

Il presidente Zelensky ha annunciato il progetto di una legione internazionale per difendere l’Ucraina dall’aggressione russa. «Sono in arrivo più di mille volontari da 16 paesi per combattere accanto al popolo ucraino contro l’aggressione. E le domande continuano ad arrivare». Lo ha comunicato il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba.

Kuleba ha fornito anche altri dati sulla coalizione internazionale: «Comprende già 86 stati e 15 organizzazioni internazionali. Sono circa 19 i paesi che stanno fornendo armi, molti dei quali lo fanno per la prima volta nella loro storia. Dieci paesi forniscono servizi macrofinanziari, 22 paesi forniscono assistenza umanitaria».

Ma come arruolarsi nella legione internazionale? Come riporta il quotidiano Domani, il primo step per gli italiani è telefonare all’ufficiale militare dell’ambasciata ucraina a Roma. A quel punto il candidato riceve un vademecum con le informazioni sui documenti richiesti.

Si legge nel testo: «Rivolgersi all’ambasciata dell’Ucraina del tuo paese, puoi seguire tre strade: andare in ambasciata; chiamare; scrivere una mail». Il secondo step riguarda l’esperienza in campo militare o in agenzie di sicurezza: «I documenti e il tipo di equipaggiamento di cui hai bisogno. Carta d’identità o passaporto; documenti che attestino lo svolgimento del servizio militare o attività in agenzie di sicurezza e la partecipazione in operazioni militari».

Lo step tre prevede il colloquio in ambasciata con il responsabile della Difesa e l’avvio delle procedure per ottenere il visto con il console. Il punto quattro riguarda la domanda di ammissione: «È possibile scrivere una domanda di ammissione alla Difesa territoriale delle forze armate dell’Ucraina per il servizio militare con contratto su base volontaria».

In sostanza, il candidato viene informato che non dovrà sostenere spese né per il vitto né per l’alloggio una volta al fronte. Viene poi consigliato al volontario - se è nelle sue possibilità - di portare con sé abbigliamento tecnico-militare come elmetto e giubbotto antiproiettile. Inoltre, aggiunge il quotidiano Domani, secondo fonti d’ambasciata per potersi candidare occorre essere incensurati.

L’ingresso nel teatro di guerra

Gli ultimi step sono i più delicati e riguardano l’ingresso in Ucraina. «I rappresentanti delle ambasciate, dei consolati (all’estero) e della difesa territoriale in Ucraina forniranno assistenza nel processo di spostamento. I loro contatti saranno forniti presso l’ambasciata dell’Ucraina nel tuo paese. All’arrivo in Ucraina al punto di raccolta per unirsi alla legione straniera di difesa territoriale dell’Ucraina si firma un contratto e insieme a soldati di altri paesi e soldati ucraini andrete a combattere contro gli occupanti russi».

Il raduno avviene a Leopoli, a 500 chilometri da Kiev, al confine con la Polonia. La città in cui la Farnesina ha sposato la sua ambasciata. Da Roma viene suggerito di percorrere la direttrice che attraversa lo stato polacco. Una volta a Leopoli, i volontari potranno beneficiare di vitto e alloggio pagati. Sarebbe previsto anche un rimborso spese. «L’obiettivo però è quello di andare come volontari perché si crede nella causa, non di guadagnarci», spiegano coloro che gestiscono l’arruolamento.

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