Per il versamento dell’acconto dell’addizionale Irpef comunale si usa il codice tributo 3843. Ecco chi deve e chi non deve usarlo, quando si usa e come compilare correttamente il modello F24.
Cos’è il codice tributo 3843, quando si usa e come compilare il modello F24?
Il codice tributo 3843 identifica il versamento dell’acconto dell’addizionale comunale Irpef, viene utilizzato da professionisti, freelance, lavoratori autonomi, imprenditori per versare la quota dell’imposta sul reddito delle persone fisiche devoluta ai Comuni in cui è fissato il domicilio fiscale.
Vediamo nello specifico cos’è il codice tributo 3843, in quali casi deve essere utilizzato e le istruzioni per compilare il modello F24.
Cos’è il codice tributo 3843 addizionale comunale Irpef
L’addizionale comunale all’Irpef è un’imposta che si applica al reddito complessivo determinato ai fini dell’Irpef nazionale ed è dovuta se per lo stesso anno risulta dovuta l’imposta sul reddito.
Ogni singolo comune, nel range fissato dalla legge nazionale, può stabilire l’aliquota in base al proprio fabbisogno, può fissare delle esenzioni, ad esempio fissando una soglia reddituale al di sotto della quale non si applica. Il comune può anche applicare aliquote diverse per fasce di reddito, in questo caso devono comunque essere rispettati gli scaglioni Irpef.
L’addizionale Irpef comunale è stata istituita con decreto legislativo 360 del 1998, il range delle addizionali comunali è compreso tra lo 0% e 0,8%, solo per Roma Capitale è prevista la possibilità di optare per un’aliquota massima dello 0,9%. Il limite può essere aumentato di un ulteriore 0,3% nel caso in cui sia sforato il patto di stabilità.
La normativa prevede che Comuni e Regioni ogni anno comunichino le delibere di approvazione delle aliquote e i regolamenti dell’addizionale, in applicazione del combinato disposto dell’art. 1, comma 3, del D. Lgs. n. 360 del 1998 e dell’art. 14, comma 8, del D. Lgs. n. 23 del 2011, attraverso l’inserimento tramite il portale del federalismo fiscale a cui possono accedere con le proprie credenziali.
Si tratta di una fonte di entrata importante per i comuni e proprio per questo negli anni si è visto un certo aumento.
Quando si usa il codice tributo 3843
Dal punto di vista temporale, i lavoratori autonomi, entro il 30 giugno di ogni anno versano il primo acconto e il saldo dell’anno precedente, entro il 30 novembre versano il secondo acconto. Ne consegue che il codice tributo 3843 si usa per il versamento da effettuare entro il 30 giugno.
Gli importi dovuti possono essere rateizzati. Se l’acconto supera i 12 euro deve essere versato fino a un massimo di 9 rate entro il termine previsto per il saldo Irpef, applicando l’interesse dello 0,40%.
A questo proposito occorre ricordare che per il 2025 per i titolari di partita Iva, in regime forfettario e ISA, è previsto lo slittamento dei termini per il versamento dell’Irpef, dell’Ires e dell’Irap dal 30 giugno al 20 luglio 2025. Il 20 luglio è una domenica è quindi il pagamento slitta al 21 luglio. L’imposta può essere pagata entro il 20 agosto (un mese dalla scadenza) con una maggiorazione dello 0,40%.
Per acconti inferiori a 12 euro, il versamento si deve effettuare direttamente a saldo con il codice tributo 3844.
Codice tributo 3843 addizionale comunale Irpef chi lo usa e dove inserirlo
Sono obbligati al pagamento dell’addizionale comunale i soggetti residenti e non residenti nel territorio dello Stato se, con riferimento all’anno d’imposta, sono tenuti al pagamento dell’IRPEF. In caso di lavoratori dipendenti con sostituto di imposta, il versamento è fatto dal sostituto. I lavoratori autonomi versano il tributo con autoliquidazione dell’imposta e usando il codice tributo 3843 per l’acconto.
Il codice tributo 3843 deve essere inserito nel modello F24 nella sezione “IMU E ALTRI TRIBUTI LOCALI”.
Chi non usa il codice tributo 3843
Il codice tributo 3843 non viene utilizzato dai contribuenti che si trovano nella No Tax area e, di conseguenza, non sono tenuti al versamento dell’Irpef. Per gli altri contribuenti è necessario verificare le regole stabilite dal proprio comune in quanto potrebbe avere applicato delle soglie di esenzione più alte.
Occorre ricordare che non sono tenuti al versamento delle addizionali comunali e regionali, quindi non usano il codice tributo 3843, i contribuenti titolari di partita Iva che hanno scelto il regime forfettario, questi, infatti, versano un’imposta sostitutiva che va quindi proprio a sostituire tutte le imposte generalmente versate. Infine, nel caso in cui l’Irpef al netto delle detrazioni e credito di imposta è inferiore a 12 euro, non si è tenuti al versamento.
Come compilare il modello F24 con il codice tributo 3843
Si è detto che il codice tributo 3843 per il versamento dell’acconto Irpef deve essere inserito nella sezione “IMU E ALTRI TRIBUTI LOCALI” del modello F24, ma come si compilano i diversi campi?

La prima cosa importante è selezionare il codice Comune, ad esempio per Roma si usa H501.
Nel campo “codice tributo” si inserisce 3843 ADDIZIONALE COMUNALE ALL’IRPEF - AUTOTASSAZIONE - SALDO - RISOLUZIONE N. 368/E DEL 12/12/2007.
Nella sezione “rateazione/mese rif” si indicano due cifre numeriche per il numero di rata da versare e due cifre numeriche per il numero di rate in cui si intende frazionare il debito, ad esempio “0106” per indicare il pagamento della prima di 6 rate.
Nel campo “anno di riferimento” si indica l’anno d’imposta per cui si effettua il pagamento.
Nel campo “importi a debito versati” si indica l’importa da versare.
Nella sezione “TOTALE G” si inserisce la somma degli importi a debito indicati nella sezione IMU e Altri Tributi Locali.
Nella sezione “TOTALE H” si inserisce la somma degli importi a credito indicati nella sezione IMU e Altri Tributi Locali, non deve essere compilata se non sono presenti importi a credito.
Nella sezione “+/-” si inserisce il segno - se il TOTALE G è minore del TOTALE H altrimenti indicare il segno +.
Infine, nella sezione “SALDO (G-H)” indicare il saldo (TOTALE G - TOTALE H).
Sanzioni e ravvedimento operoso codice tributo 3843
Si può versare l’imposta in ritardo pagando anche sanzioni e interessi. In questo caso si opera attraverso il ravvedimento operoso che consente di ridurre le sanzioni in base al tempo intercorrente tra la scadenza fissata e il momento in cui viene perfezionato il ravvedimento. Le sanzioni con il ravvedimento operoso sono:
- versamento entro 14 giorni: 0,0833% per ogni giorno di ritardo.
- dal 15° al 30° giorno: 1,2500% sull’importo dovuto.
- dal 31° al 90° giorno: 1,3889% sull’importo dovuto.
- oltre 90 giorni ma entro un anno: 3,1250% sull’importo dovuto.
- Oltre un anno: 3,5714% sull’importo dovuto.
Le sanzioni devono essere versate con il codice tributo 8926, gli interessi con il codice tributo 3857.
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