Cina nei guai tra Covid e crollo economico: mercati nell’incertezza

Violetta Silvestri

07/11/2022

07/11/2022 - 14:20

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Cina protagonista dei mercati che guadagnano ma con prudenza: il dragone è stretto fra zero-Civd e dati economici deboli. Il rallentamento della potenza asiatica trascina il mondo nell’incertezza.

Cina nei guai tra Covid e crollo economico: mercati nell’incertezza

Cina sotto i riflettori: tra misure ancti-Civid ancora in corso e nuovi dati macroeconomici, il dragone guida i mercati globali e lancia messaggi di allarme.

I futures e le materie prime scivolano dopo che Pechino ha negato che stesse considerando di allentare la sua politica Zero-Covid, anche se la resilienza delle azioni asiatiche ha spazzato via parte delle vendite.

Inoltre, l’aggiornamento sulla bilancia commerciale della potenza asiatica ha mostrato risultati deludenti, con il primo calo annuale delle esportazioni da maggio 2020.

Con la Cina che arranca, i mercati finanziari - dagli asset di rischio alle materie prime - oscillano tra fiducia e prospettive cupe. Cosa sta succedendo nelle Borse mondiali?

La Cina guida i mercati: c’è incertezza

Il dollaro rafforza la sua attrazione come asset rifugio, mentre le azioni asiatiche aumentano in un clima diviso tra le prospettive che la Cina allenti la sua posizione Covid-Zero e il rallentamento economico del dragone. I futures su azioni statunitensi ed europee sono scesi.

Petrolio e oro sono in ribasso, ma al di sopra dei minimi della sessione.

I mercati continuano a subire colpi di frusta mentre i trader oscillano tra la speranza di una riapertura della Cina a causa del Covid-19 e il timore che persistano forti frenate. Sabato i funzionari cinesi hanno promesso di rimanere incrollabilmente severi nell’approccio di Pechino per sradicare il Coronavirus. E questo è bastato per cambiare il sentiment degli investitori.

Il giorno prima, infatti, le attività di rischio si erano rafforzate tra le indiscrezioni che la Cina si stava preparando ad allentare le sue restrizioni sulla pandemia. La speculazione secondo su possibili aperture della seconda economia del mondo aveva visto il rame salire del 7% nel suo più grande rally di un giorno dal 2009, mentre una serie di risorse avevano tutte beneficiato delle speranze di un aumento della domanda.

Anche lo yuan ne aveva beneficiato, ma poi tutto si è ribaltato negli scambi di lunedì, con la valuta cinese che ha mostrato una pessima performance, diminuendo dello 0,4% a 7,2131 contro il dollaro.

Mettendo in luce proprio i costi delle rigide politiche di Pechino, domenica Apple ha affermato di aspettarsi spedizioni di iPhone 14 Pro e iPhone Pro Max inferiori rispetto a quanto precedentemente previsto, poiché le restrizioni per il Covid interrompono temporaneamente la produzione.

Intanto, sul piano macro, i dati commerciali della Cina sono stati molto al di sotto delle aspettative, segnando il primo calo annuale delle esportazioni da maggio 2020. Le esportazioni sono diminuite dello 0,3% e anche le importazioni sono scese dello 0,7%: un sondaggio Reuters aveva previsto un aumento rispettivamente del 4,3% e dello 0,1%.

Non solo Cina: Usa in focus per gli investitori

Il dibattito sulle prospettive della Cina arriva mentre gli investitori si confrontano con i venti contrari degli aumenti dei tassi di interesse della Federal Reserve.

I dati statunitensi di venerdì - che mostrano forti assunzioni e aumenti salariali insieme a una maggiore disoccupazione - hanno offerto un quadro contrastante per i funzionari della Fed che discutono per quanto tempo prolungare la loro campagna per frenare l’inflazione elevata.

“Nei prossimi tre o quattro mesi, il dollaro continuerà a salire”, ha dichiarato Mahjabeen Zaman, capo della ricerca FX presso Australia & New Zealand Banking Group Ltd., a Bloomberg Television. “Questo è coerente con la recente riunione Fed in cui la banca ha affermato che rallenterà il ritmo ma spingerà sui picchi di velocità.”

I mercati guarderanno l’ultima lettura dell’inflazione negli Stati Uniti giovedì dopo che l’indice dei prezzi al consumo core è salito più del previsto a un massimo di 40 anni a settembre.

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