Chi paga meno tasse in Italia

Patrizia Del Pidio

10 Luglio 2023 - 16:03

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Avvocati, commercialisti, elettricisti, dentisti, ristoratori, tassisti pagano allo stato le giuste tasse che dovrebbero versare? Vediamo chi dichiara (e paga) meno in Italia.

Chi paga meno tasse in Italia

Uno degli interrogativi che più spesso chi versa regolarmente le tasse potrebbe porsi è: chi paga realmente le tasse in Italia. Che gli evasori ci sono è appurato ma scoprire chi sono, forse, è un tantino più difficile. Sicuramente non possono essere dipendenti e pensionati visto che nel loro caso il prelievo fiscale lo fa direttamente il sostituto d’imposta (datore di lavoro o Inps) in busta paga o sul cedolino della pensione.

L’85% dell’Irpef in Italia, infatti, la versano proprio dipendenti e pensionati. Questo significa che gli evasori vanno ricercati tra i lavoratori autonomi e i professionisti? Per rispondere a questa domanda prendiamo come fonte un interessante studio condotto da Dataroom di Milena Gabanelli per il Corriere della Sera in cui vengono esaminati i redditi medi per categorie di autonomi e professionisti. Questo per capire chi realmente paga le tasse in Italia.

Dichiarazione dei redditi 2022, chi ha pagato almeno 1 euro?

Se si parte dalla dichiarazione dei redditi dello scorso anno, 2022, sull’anno di imposta 2021, possiamo notare che a pagare almeno 1 euro di tasse sono stati poco più di 31 milioni di italiani che hanno versato un totale di quasi 157 miliardi di Irpef così suddivisa:

  • 78,6 miliardi sono stati versati da 17,5 milioni di lavoratori dipendenti;
  • 50 miliardi sono stati versati da 10,7 milioni di pensionati;
  • 23,3 miliardi da 1,6 milioni di lavoratori autonomi;
  • 5 miliardi da 1,5 milioni di contribuenti che sono stati classificati come “Altri”.

Cosa notiamo da questo schema? Che a pagare il maggior numero di tasse, rispetto al loro peso, sono proprio i lavoratori autonomi visto che il 5% della popolazione versa il 15% dell’Irpef.

Ma i maggiori evasori sono gli autonomi

Il risultato sopra citato, però, è sorprendente visto che il rapporto sull’evasione fiscale annuale mostra proprio che la propensione a non pagare le tasse sia maggiore nel lavoro autonomo e d’impresa (circa il 68,3%). Ogni 3 euro che si dovrebbero versare, quindi, ne viene versato realmente solo 1 con un evasione pari a 32 miliardi di euro l’anno.
Proprio per questo il rapporto di Dataroom approfondisce proprio la questione degli autonomi e quello che ne esce è davvero sorprendente.

Come abbiamo detto in Italia ci sono 1,6 milioni di lavoratori autonomi di cui:

  • 173.657 dichiarano un reddito superiore ai 100.000 euro versando, di fatto, imposte pari a 12,3 miliardi;
  • 516.564 dichiarano redditi tra i 35.000 e i 100.000 euro versando tasse pari a 8 miliardi;
  • 954.702 dichiarano redditi al di sotto dei 35.000 euro e versano imposte pari a 2,85 miliardi di euro.

Tra gli autonomi, quindi, a contribuire maggiormente al versamento delle imposte sono quelli che guadagnano di più. Mentre tra coloro che dichiarano meno di 35mila euro vi è una differenza troppo alta tra numero di contribuenti e quanto viene versato per non pensare che non vi sia redditi non dichiarato. Una sorta di buco nero in cui finisce la maggior parte dell’evasione fiscale italiana.

Ma quali sono gli autonomi che dichiarano meno di 35 mila euro?

Il 9% sono professionisti con Partita Iva mentre il 41% sono imprenditori con ditte individuali., Il 50%, invece, è rappresentato da soggetti che fanno parte di srl, snc e altre tipologie societarie.

Ma la cosa che fa riflettere è che il 91% di coloro che dichiara meno di 35.000 euro sono artigiani e commercianti, tassisti, elettricisti, edili, baristi, idraulici, ristoratori.

Dataroom, come abbiamo anticipato, ha ottenuto i redditi per categoria degli autonomi e prendendo a riferimento l’anno 2019, quello più recente non “contaminato” dalla pandemia di Covid, vediamo quanto hanno dichiarato i diversi autonomi per categoria e per zona di residenza.

Sono state prese in considerazioni quattro città principali, Milano, Bologna, Roma e Napoli, e tra queste diverse residenze i redditi dichiarati possono subire anche profonde differenze. Prenderemo in considerazioni il più alto e il più basso.

Per i tassisti le dichiarazioni variano tra i 20.107 euro di Milano e i 9.833 euro di Napoli.

Per i ristoratori i redditi variano tra i 20.268 euro di Milano e i 18.366 di Roma.

Per gli elettricisti i redditi variano tra i 32.521 euro dichiarati a Milano e i 22.692 euro di Napoli.

Per i Geometri le dichiarazioni differiscono tra i 56.067 euro di Milano e i 27.858 di Napoli.

Questo solo per comprendere come al Nord i prezzi, in ogni caso, sono sempre più alti rispetto che nel resto della Penisola. In ogni caso ai redditi dichiarati, poi, si devono sottrarre i contributi previdenziali, le detrazioni da lavoro, le detrazioni per spese sanitarie, per le spese scolastiche dei figli, per l’eventuale mutuo ed eventuali detrazioni per ristrutturazioni.

Tra detrazioni e deduzioni, se si è anche titolari di previdenza integrativa, alla fine al Fisco non si versa nulla o, al limite pochi spiccioli. A presentare la dichiarazione e non pagare nulla, ed è bene sottolinearlo, sono circa 10 milioni di contribuenti, di cui il 26% sono lavoratori autonomi.

Va chiarito fin da subito che non si deve generalizzare e che molti autonomi che dichiarano redditi bassi li percepiscono realmente così. Ma c’è anche da dire che in questa particolare fetta di popolazione si nasconde parte dell’evasione fiscale italiana. Una fetta di popolazione che ha, in ogni caso, diritti e privilegi (come sanità, istruzione e trasporti pubblici) senza aver contribuito al loro finanziamento.

Se si riuscisse a contrastare una volta per tutte l’evasione fiscale e si pagasse realmente tutti il dovuto finalmente una riforma fiscale che preveda tasse più basse non sarebbe soltanto un’utopia, visto che sarebbero spalmate sull’intera popolazione e non soltanto su una parte di essa.

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