Chi ha vinto e chi ha perso davvero le elezioni politiche 2022: il paragone con il 2018 e il 2019

Giacomo Andreoli

26/09/2022

26/09/2022 - 10:28

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Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia hanno vinto le elezioni, ma paragonando i risultati con quelli del 2018 sono diverse le sorprese tra centrodestra, centrosinistra, Movimento 5 Stelle e terzo polo.

Chi ha vinto e chi ha perso davvero le elezioni politiche 2022: il paragone con il 2018 e il 2019

Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia sono i vincitori di queste elezioni politiche 2022. Il partito di destra è al primo posto al livello nazionale, con oltre il 26% di voti sia alla Camera che al Senato. L’unica formazione che è sempre stata all’opposizione nell’ultima legislatura si prenota così a diventare la principale forza di governo con Meloni che a meno di sorprese dovrebbe diventare la prima presidente del Consiglio di sesso femminile.

Fdi, così, traina una coalizione di centrodestra che ha la maggioranza dei seggi in Parlamento. Il balzo rispetto alle scorse elezioni politiche del 2018 è impressionante: quattro anni e mezzo fa il partito aveva il 4,4% alla Camera e il 4,3% al Senato. Diverse, però, sono le sorprese nelle vare coalizioni, tra il tracollo della Lega, il brutto risultato del Pd e la rimonta del Movimento 5 Stelle, con risultati diversi dalle attese.

Vediamo nel dettaglio chi ha vinto e chi ha perso queste elezioni politiche 2022 in confronto ai risultati del 2018 e quelli delle europee del 2019.

Risultati centrodestra, il balzo di Fdi e il crollo della Lega

Il risultato di Fratelli d’Italia è sicuramente quello che più balza all’occhio. Anche guardando alle elezioni europee del 2019 l’aumento è molto significativo: tre anni fa il partito aveva solo il 6,5% dei consensi. Voti reali sei volte superiori al 2018, quando Fdi ottenne 1,4 milioni di consensi, mentre oggi ne ha 7 milioni. La formazione guidata da Giorgia Meloni è il primo partito italiano al Nord e al Centro, mentre al Sud è subito sotto al Movimento 5 Stelle.

All’interno del centrodestra, invece, Fdi è largamente al primo posto in tutto il Paese, con risultati sorprendenti al Nord. Il partito addirittura doppia la Lega in Lombardia e in Veneto. D’altronde quello del partito di Matteo Salvini, che ottiene meno del 9%, è un vero e proprio tracollo, non previsto dagli ultimi sondaggi. Rispetto al 2018 i voti sono dimezzati: quattro anni e mezzo fa, infatti, la Lega otteneva circa il 17,5% dei consensi tra Camera e Senato. Se poi si paragona il risultato con quello delle europee del 2019 il tonfo è ancora più evidente: allora il Carroccio era al 34,5%.

Il risultato di Forza Italia, all’8%, è invece un risultato leggermente sopra gli ultimi sondaggi. Il paragone con il 2018, però non è positivo. Allora il partito di Silvio Berlusconi era oltre il 14% sia alla Camera che al Senato. Il numero dei consensi è invece simile a quello ottenuto alle europee nel 2019, quando raggiunse l’8,8%. Infine, per quanto riguarda la lista Noi Moderati, il risultato è simile alla formazione Noi con l’Italia-Udc del 2018 (quando però non c’erano le liste di Brugnaro e Toti).

Risultati centrosinistra Pd al minimo storico

Nel centrosinistra è ampiamente deludente il risultato del Partito democratico, che ottiene solo il 19% dei consensi, di gran lunga sotto le attese della vigilia. I dem rimangono sostanzialmente sui livelli del 2018, quando raccolsero il 19,1% al Senato e il 18,8% alla Camera. Passo indietro, invece, rispetto alle europee del 2019, quando il Pd era al 22,8%. Guardando ai voti reali il risultato di queste elezioni rappresenta il minimo storico per i dem. Nel 2018, infatti, il Pd ottenne oltre 6 milioni di voti, mentre oggi è a 5 milioni: mai così male dalla nascita nel 2008.

In linea con quattro anni e mezzo fa anche +Europa, che comunque risulta più avanti rispetto ai sondaggi. La formazione di Emma Bonino è al 2,9%, appena sotto la soglia di sbarramento. Nel 2018 ottenne il 2,6% alla Camera e il 2,4% al Senato. Nel 2019 era al 3,1%.

Quanto all’alleanza Sinistra/Verdi il risultato è paragonabile a quello che fu Liberi e Uguali (con l’unica differenza dei Verdi al posto dei bersaniani di Art.1). Rispetto al 2018 il risultato (3,6%) è leggermente al rialzo: quattro anni e mezzo fa LeU ottenne il 3,3%. Nel 2019 Verdi e Sinistra, che andarono separati, ottennero invece complessivamente il 4,1% dei voti. Non paragonabile al passato, invece, Impegno Civico di Di Maio, che non si candidò alle scorse elezioni perché nato quest’estate dalla scissione con il Movimento 5 Stelle.

Rimonta del Movimento 5 Stelle?

Il Movimento 5 Stelle, al 15%, va meglio rispetto agli ultimi sondaggi, raccogliendo qualche punto percentuale in più e circa un 5% oltre i sondaggi dello scorso luglio, quando innescò la crisi del governo Draghi. Fa notizia il raddoppio rispetto alla Lega. Al Sud, poi, quello pentastellato è il primo partito e solo due mesi fa nessuno avrebbe scommesso su questo risultato.

Tuttavia il paragone con il 2018 è impietoso: quattro anni e mezzo fa i grillini ottenevano il 32,2% al Senato e il 32,7% alla Camera. Consensi, dunque, più che dimezzati. Meno voti anche rispetto alle europee del 2019, quando il M5s era al 17,2%.

Le altre liste

Quanto alle altre liste, il risultato di Unione popolare di Luigi De Magistris (all’1%) è in linea con quello di Potere al Popolo (che è confluito nella formazione dell’ex sindaco di Napoli) del 2018 (sempre all’1%). Novità è poi Italexit di Gianluigi Paragone, all’1,9%, che ingloba alcuni candidati di Casapound, ma doppia il risultato della formazione di estrema destra nel 2018 (quando ottenne lo 0,85%). Cresce, invece, il partito di Marco Rizzo, con la lista Italia sovrana e popolare all’1% contro lo 0,33% dell’allora Partito Comunista del 2018.

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