Chi deve mantenere i figli (e fino a quando)

Ilena D’Errico

13 Settembre 2023 - 22:57

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Chi deve mantenere i figli e fino a quando: ecco cosa prevede la legge sull’obbligo di mantenimento e cosa cambia quando i genitori si separano o i figli diventano maggiorenni.

Chi deve mantenere i figli (e fino a quando)

Il mantenimento dei figli è spesso oggetto di dubbio da parte dei genitori, soprattutto quando intervengono separazioni o divorzi, difficoltà economiche per cui si auspica l’aiuto di altri familiari oppure anche il raggiungimento della maggiore età dei beneficiari. L’obbligo di mantenimento è un dovere inderogabile, pertanto è importante conoscerne il funzionamento. Ecco chi deve mantenere i figli e fino a quando.

Chi deve mantenere i figli

Il mantenimento dei figli spetta sempre ai loro genitori, naturali o adottivi che siano, oppure ai loro tutori. Nonostante il tema del mantenimento sia spesso tirato in causa quando i genitori si separano oppure i figli diventano maggiorenni (e si cerca di capire se l’obbligo sia cessato), in realtà si tratta di un dovere sempre presente.

I genitori, infatti, sono sempre obbligati a mantenere i figli in modo proporzionale alle loro possibilità. L’unica differenza è che con la separazione, il genitore non collocatario versa mensilmente l’assegno di mantenimento al genitore che vive con i figli e che, invece, provvede direttamente alle loro esigenze.

Quando i genitori non sono separati, invece, succede che entrambi provvedono ai bisogni dei figli in modo diretto senza inviarsi soldi fra loro oppure ai figli stessi. In ogni caso, l’obbligo ricade sempre su entrambi i genitori e su nessun altro al di fuori di loro.

È vero che in determinati casi, anche altri familiari sono chiamati a contribuire, per esempio i nonni in caso di impossibilità dei genitori. Si tratta però di eccezioni che si basano non solo sull’effettivo impedimento dei genitori, ma anche su un obbligo di tipo differente.

Ciò che varia da caso a caso è invece il modo in cui l’obbligo di mantenimento è distribuito tra i due genitori, che varia a seconda delle disponibilità economiche individuali e deve comunque garantire nel loro rispetto il soddisfacimento di tutte le esigenze dei figli. Il mantenimento, infatti, va ben oltre le necessità primarie come le spese mediche, vitto e alloggio, ma comprende anche le esigenze sociali, d’istruzione, intrattenimento e così via.

Le spese straordinarie

Quando i genitori si separano e viene determinato un assegno di mantenimento si citano anche le spese straordinarie, esigenze impreviste (e imprevedibili per natura) che non rientrano nel mantenimento ordinario. Queste spese, ovviamente, si presentano anche quando i genitori non sono separati o divorziati ma sono gestite di comune accodo nel ménage familiare.

Con la separazione, invece, è il giudice a stabilire la ripartizione delle spese straordinarie tra i coniugi. Molto spesso queste spese sono divise al 50%, ma non si tratta di una regola; perciò, se le finanze dei genitori sono molto sbilanciate anche la divisione delle spese straordinarie le rispecchia.

Bisogna poi distinguere tra le spese straordinarie necessarie, ad esempio di tipo medico o scolastico, che devono essere sempre ripartite tra i genitori nel modo stabilito e le spese voluttuarie, che non rispondono a esigenze inderogabili (ad esempio una vacanza) e sono divise tra i genitori soltanto se concordate di comune accordo.

Questi principi applicati per le separazioni e i divorzi con figli sono in realtà del tutto applicabili anche in caso di genitori che formano una coppia, solo che di rado vengono indagati perché si ricorre a scelte di comune accordo.

Fino a quando bisogna mantenere i figli

Compreso su chi e in quale misura ricade l’obbligo di mantenimento dei figli, di norma i genitori si chiedono fino a quando devono mantenerli. Anche in questo caso non c’è un limite fissato dalla legge, ma ci sono diverse regole a seconda della situazione. In particolare, devono sempre essere mantenuti i figli:

  • Minorenni;
  • maggiorenni portatori di handicap grave;
  • maggiorenni fino all’autosufficienza economica, purché la mancata indipendenza non sia attribuibile alla loro negligenza.

Non ci sono quindi dubbi sui figli minorenni e su quelli portatori di handicap, che devono sempre essere mantenuti dai genitori. In questo caso è bene ricordare che l’obbligo senza limiti di età fa riferimento esclusivamente ai figli con handicap grave, tale da impedirne l’autosufficienza lavorativa.

Altre patologie, invece, non danno diritto al mantenimento a vita, ma prorogano l’obbligo finché i figli non abbiano le condizioni di salute per iniziare a lavorare e rendersi indipendenti. In genere, i figli maggiorenni hanno diritto al mantenimento finché non raggiungono l’indipendenza economica, purché stiano attivamente cercando un’occupazione oppure stiano studiando (applicandosi) in vista del futuro inserimento lavorativo.

In sintesi, i figli maggiorenni devono comunque essere supportati, purché (e finché) la mancata indipendenza non sia attribuibile a una loro colpa o mancanza di volontà. Bisogna infine sapere che la cessazione dell’obbligo di mantenimento – che se l’assegno è stato imposto dal giudice deve sempre essere certificata dal tribunale – impedisce qualsiasi futuro ritorno dell’obbligo.

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