Che opinione hai del nuovo sindaco di New York, Zohran Mamdani? Il sondaggio

Redazione

11 Novembre 2025 - 14:25

Che opinione avete del nuovo sindaco di New York, Zohran Mamdani? E’ questo il quesito che Money.it rivolge ai suoi lettori a pochi giorni dall’elezione del primo sindaco musulmano.

Che opinione hai del nuovo sindaco di New York, Zohran Mamdani? Il sondaggio

Che opinione avete del nuovo sindaco di New York, Zohran Mamdani?
E’ questo il quesito che Money.it rivolge ai suoi lettori a pochi giorni dall’elezione di Zohran Mamdani che è entrato nella storia diventando il primo musulmano a ricoprire l’incarico di sindaco di New York, oltre a essere il più giovane sindaco in oltre un secolo. La sua elezione rappresenta un cambiamento importante nello scenario politico locale e potenzialmente nazionale.

Che opinione hai del nuovo sindaco di New York, Zohran Mamdani?

Mamdani è nato a Kampala, in Uganda, nel 1991, e si è trasferito da bambino a New York. Ha studiato Africana Studies al Bowdoin College e nel 2020 è stato eletto all’assemblea dello Stato di New York per il distretto 36, nel Queens, dopo aver lavorato come consulente per la prevenzione delle esecuzioni immobiliari. Si definisce socialista democratico e la sua campagna per la sindacatura ha puntato molto sul costo della vita, sull’abitazione e sui trasporti pubblici.

Tra le sue principali priorità ci sono la gratuità degli autobus entro il 2027, il congelamento degli affitti negli appartamenti stabilizzati, la creazione di abitazioni a prezzi accessibili di proprietà pubblica e maggiori protezioni per gli affittuari. Intende inoltre implementare un sistema di assistenza all’infanzia universale, supermercati comunali per ridurre i costi alimentari e aumentare il salario minimo fino a 30 dollari l’ora entro il 2030. Sul fronte fiscale, Mamdani propone un aumento della tassa societaria e l’introduzione di una sovrattassa per chi guadagna oltre un milione di dollari l’anno.

I suoi punti di forza risiedono nella capacità di mobilitare nuovi elettori, soprattutto giovani e comunità marginalizzate, e nella centralità dei temi legati all’accessibilità di servizi essenziali come abitazione, trasporti e salari. La sua elezione rappresenta anche un segnale forte sul piano identitario, rompendo con l’establishment politico locale.

Le criticità principali riguardano l’esperienza relativamente limitata in ruoli di alto profilo e le sfide legate alla gestione del bilancio e delle risorse necessarie per realizzare le sue proposte. Le relazioni con imprese e mercato immobiliare potrebbero essere difficili e la coerenza tra le promesse della campagna e la gestione effettiva della città sarà un elemento cruciale nei prossimi anni.

Anche per i lettori italiani, le politiche di una grande metropoli come New York hanno rilevanza: le strategie adottate per affrontare problemi come abitazione e trasporti possono essere indicative di modelli applicabili anche in altre città, mentre le questioni fiscali e di bilancio offrono spunti su come finanziare servizi senza indebitarsi eccessivamente.

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