Che fine fanno i soldi delle multe?

Guendalina Grossi

24 Gennaio 2018 - 18:30

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A chi vanno i soldi delle multe? Vediamo che fine fanno e come vengono utilizzati in base alle regole stabilite dal Codice della Strada.

Che fine fanno i soldi delle multe?

Che fine fanno i soldi delle multe?

Questa è una domanda che molti di noi si saranno posti ogni qual volta ci è stata notificata una contravvenzione per eccesso di velocità o per passaggio con semaforo rosso.

Il Codice della strada stabilisce che i soldi delle multe vadano all’ente per cui lavora chi ha fatto l’accertamento. Per esempio se è un funzionario dello Stato ad accertare la violazione sarà lo Stato stesso a beneficiare dei soldi provenienti dalla multa.

In questo articolo cercheremo di capire che fine fanno i soldi che lo Stato e gli enti locali percepiscono dalle contravvenzioni.

A chi vanno i soldi delle multe?

Gli articoli 208 e 142 del Codice della strada disciplinano la destinazione degli incassi riconducibili alle sanzioni amministrative.

In particolare il comma 1 dell’articolo 208 del Codice della strada prevede che i proventi delle multe sono devoluti allo Stato quando le violazioni sono accertate da funzionari, ufficiali ed agenti dello Stato, nonché da funzionari ed agenti delle Ferrovie dello Stato o delle ferrovie e tranvie in concessione.

I proventi delle sanzioni amministrative pecuniarie sono invece devoluti alle regioni, province e comuni, quando le violazioni sono accertate da funzionari, ufficiali ed agenti, rispettivamente, delle regioni, delle province e dei comuni.

Il comma 2 del suddetto articolo stabilisce a chi devono essere destinati i soldi provenienti dalle multe sia nel caso in cui questi spettino allo Stato sia nel caso in cui invece spettino agli enti locali.

Vediamo di seguito nel dettaglio come devono essere destinati i soldi provenienti dalle multe.

A chi sono destinati i soldi delle multe riscossi dallo Stato?

Il comma 2 dell’articolo 208 del Codice della strada stabilisce che i soldi delle multe riscossi dallo Stato devono essere così ripartiti:

  • l’80% del totale annuo deve essere devoluta al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti - Ispettorato generale per la circolazione e sicurezza stradale, per lo svolgimento di studi, ricerche e propaganda ai fini della sicurezza stradale, nonché per finalità di educazione stradale. La stessa quota può essere anche impiegata per l’assistenza e previdenza del personale della Polizia di Stato, dell’Arma dei carabinieri, della Guardia di finanza, della Polizia penitenziaria e del Corpo forestale dello Stato e, in generale, per iniziative ed attività di promozione della sicurezza della circolazione;
  • il 20% del totale annuo è riservata al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti – Dipartimento per i trasporti terrestri, per studi, ricerche e propaganda sulla sicurezza del veicolo;
  • il 7,5% del totale annuo va al Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca – Dipartimento per i servizi per il territorio, per l’insegnamento, nella scuola pubblica e privata, dell’educazione stradale e per l’organizzazione dei corsi per conseguire il certificato di idoneità alla conduzione dei ciclomotori.

Per le entrate che spettano allo Stato, è il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, con i Ministri dell’Economia e delle Finanze, dell’Interno e dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, che determina ogni anno le quote dei proventi da destinarsi alle finalità indicate dalla legge.

A chi sono destinati i soldi delle multe riscossi dagli enti locali?

Per ciò che concerne i soldi delle multe riscossi dagli enti locali il comma 4 dell’art. 208 del codice della strada stabilisce che di queste somme complessive c’è un 50% di libera disposizione dell’Ente locale che lo ha incassato e un altro 50% che è invece vincolato per legge a determinati usi. Ed esattamente:

  • in misura non inferiore a un quarto della quota: destinata ad interventi di sostituzione, di ammodernamento, di potenziamento, di messa a norma e di manutenzione della segnaletica delle strade di proprietà dell’ente;
  • in misura non inferiore a un quarto della quota: al potenziamento delle attività di controllo e di accertamento delle violazioni in materia di circolazione stradale, anche attraverso l’acquisto di automezzi, mezzi e attrezzature dei Corpi e dei servizi di polizia provinciale e di polizia municipale;
  • il restante: ad altre finalità connesse al miglioramento della sicurezza stradale, alla manutenzione delle strade di proprietà dell’Ente, incluse installazione, ammodernamento, potenziamento, messa a norma e manutenzione delle barriere e sistemazione del manto stradale delle medesime strade, ad interventi per la sicurezza stradale a tutela degli utenti deboli, quali bambini, anziani, disabili, pedoni e ciclisti, allo svolgimento, da parte degli organi di polizia locale, nelle scuole di ogni ordine e grado, di corsi didattici finalizzati all’educazione stradale, a misure di assistenza e di previdenza per il personale e ad interventi a favore della mobilità ciclistica.

Regioni, Province e Comuni determinano annualmente, con delibera della giunta, le quote da destinare agli scopi che sono indicati dal Codice della strada.

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