ChatGPT e fintech: cosa possono fare insieme

Niccolò Ellena

31 Marzo 2023 - 14:20

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ChatGPT rappresenta una delle novità più interessanti del 2022, mentre il settore fintech si è dimostrato uno dei più attraenti per fare impresa. Queste due realtà possono collaborare? Vediamo.

ChatGPT e fintech: cosa possono fare insieme

ChatGPT rappresenta senza dubbio una delle novità più chiacchierate dell’ultimo anno. Grazie all’intelligenza artificiale del chatbot le aziende hanno trovato un fedele alleato per rendere i loro processi interni più rapidi, sicuri ed efficienti.

Uno dei settori che potrebbe beneficiarne di più è senza dubbio quello della tecnofinanza, più semplicemente chiamato fintech. Questo settore è nato inizialmente dalla volontà di alcuni imprenditori di rendere più moderno il mondo delle banche, considerato statico e renitente al cambiamento.

Oggi il fintech è cresciuto moltissimo, sotto questo nome infatti sono racchiuse non soltanto imprese che sono diventate banche digitali a tutti gli effetti, ma anche aziende che offrono metodi di pagamento innovativi e molte altre ancora.

Grazie a questa crescita il fintech è diventato uno dei settori più interessanti per i giovani che vogliono provare a fare impresa. Con l’ascesa dell’intelligenza artificiale e dei chatbot sembra che ci siano tutti i presupposti per la nascita di nuove opportunità di business.

ChatGPT e fintech: come possono collaborare

ChatGPT e il fintech possono collaborare? Come vedremo a breve possono eccome, l’unica cosa che è fondamentale stabilire è il “come”. Il software realizzato da OpenAI permette infatti di fare già moltissime cose: alcune persone lo usano sul posto di lavoro per scrivere testi efficaci, altre lo usano soltanto per divertimento, altre ancora lo sfruttano per avere un vero e proprio assistente personale.

ChatGPT può essere usato in maniera trasversale in più o meno tutti i settori del mondo lavorativo, a patto che chi lavora sfrutti un computer dotato di una connessione internet. Vediamo alcuni esempi di come ChatGPT può essere usato nel caso specifico delle aziende che operano nel settore fintech.

I servizi offerti dalle fintech possono integrare (o integrarsi, come vedremo) ChatGPT. Il chatbot in particolare può essere molto utile per ciò che riguarda l’assistenza clienti: immaginate di essere un potenziale cliente che vuole sottoscrivere un contratto per un servizio erogato da una piattaforma fintech.

Utilizzando un chatbot è possibile farsi seguire passo dopo passo nella compilazione dei documenti necessari e nel loro invio. In questo modo i clienti possono essere accompagnati durante tutto il percorso, vedendo così migliorare sensibilmente la loro customer experience.

ChatGPT può essere molto utile anche nel settore delle vendite. In particolare, il chatbot potrebbe chiedere a un utente che capita sulla homepage aziendale quali siano le sue necessità: sulla base a ciò che egli risponde, il chatbot potrebbe poi fornire dei suggerimenti sul servizio da sottoscrivere, consigliando magari anche un prodotto simile o uno migliore (facendo così cross selling o upselling).

Un altro ambito dove ChatGPT è molto utile è quello della gestione delle risorse umane. In questo caso il chatbot può essere sfruttato per rendere lo screening dei CV più rapido e agevole, in modo da risparmiare tempo ed essere più efficienti.

Insomma, come sembra chiaro, ChatGPT può essere usato in moltissimi modi diversi per rendere il lavoro più agile. I suoi principali limiti sono insiti in sé stesso, ma pare che questi presto possano essere superati. Una delle principali problematiche, la mancanza di informazioni aggiornate, è stato recentemente risolta, grazie a un’importante novità, vediamo quale.

ChatGPT introduce un plugin fintech, cosa significa

Pochi giorni fa OpenAI, l’azienda che controlla ChatGPT, ha annunciato di aver abilitato l’uso dei plugin all’interno del chatbot. I plugin, resi disponibili da un selezionato numero di aziende, permettono al chatbot di offrire nuovi servizi agli utenti. Adesso ChatGPT può navigare su Internet in tempo reale, fare ricerche e servire ai clienti con dati sempre aggiornati.

Tra le aziende ad aver messo a disposizione di ChatGPT un plugin c’è Klarna Shopping, fintech svedese conosciuta a livello globale per il suo servizio di Buy Now Pay Later (BNPL).

Grazie a questa integrazione, ChatGPT è capace di fornire agli utenti dei consigli aggiornati su cosa comprare. Se ad esempio l’utente chiede consiglio su dove acquistare un prodotto, Klarna seleziona una serie di siti con prodotti diversi su cui è possibile utilizzare il servizio come soluzione di pagamento. Naturalmente più il prompt dell’utente è specifico, più il risultato sarà vicino a ciò che desidera.

In questo modo il vantaggio è duplice: ChatGPT offre un servizio in più, mentre Klarna attira verso di sé un numero maggiore di nuovi e potenziali clienti. Se le persone si erano già abituate a vedere ChatGPT integrato all’interno di altri siti attraverso le API, questa novità è invece inedita, poiché è la prima volta che il chatbot presenta una funzione del genere, ossia quella di integrare al suo interno dei plugin esterni.

Attualmente i plugin disponibili sono poco più di dieci, tuttavia, se il servizio dovesse piacere agli utenti del software (al momento è disponibile soltanto per la versione Plus, ossia quella a pagamento), è molto probabile che OpenAI apra le sue porte ad altre aziende e avvii nuove profittevoli collaborazioni.

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