Siemens, il CEO contro Trump: “È il volto di razzismo ed esclusione”

Marco Ciotola

21/07/2019

21/07/2019 - 12:40

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Il CEO di Siemens Joe Kaeser attacca il Presidente USA Trump, responsabile - sostiene - di aver cambiato in peggio gli Stati Uniti

Siemens, il CEO contro Trump: “È il volto di razzismo ed esclusione”

Donald Trump? “Il volto di razzismo ed esclusione”. Lo sostiene Joe Kaeser, CEO di Siemens, che tramite Twitter non si nasconde certo dietro a giochi di parole per dire la sua sul Presidente degli Stati Uniti e sul Paese che sta contribuendo a costruire.

Per Kaeser il tycoon è responsabile di un radicale cambiamento “dell’ufficio politico più importante al mondo”, che sta assumendo i tratti del numero uno della Casa Bianca permettendo a tematiche come razzismo ed esclusione di divenire parte integrante della guida del Paese.

Il riferimento più vicino nel tempo resta quello dell’insulto di Trump ai danni delle quattro parlamentari democratiche, tutte non bianche, invitate a “tornare da dove provengono” dal leader repubblicano.

Kaeser, uno dei leader aziendali più importanti della Germania, ha dichiarato che è “deprimente” la trasformazione della linea politica a stelle e strisce, paragonandola a quella vista durante gli anni della sua permanenza negli USA.

Siemens, il CEO contro Trump

Su Twitter Kaeser ha fatto riferimento alla sua conoscenza degli Stati Uniti e ai suoi anni di lavoro sul territorio USA, che includono anche un periodo presso l’unità Siemens a San Jose, in California.

Un’esperienza - ha precisato - che l’ha messo di fronte a quello che ritiene “l’ufficio politico più importante al mondo”. Per questo i cambiamenti messi in atto dal Presidente Trump sono “deprimenti” secondo il CEO:

“Mi deprime vedere come l’ufficio politico più importante al mondo si sia trasformato nel volto di razzismo ed esclusione. Ho vissuto negli Stati Uniti per molti anni e ho sperimentato la libertà, la tolleranza e l’apertura come mai prima”.

Le parole di Kaeser sono arrivate in risposta a un tweet sarcastico dell’ex legislatore tedesco Ruprecht Polenz, che aveva paventato la possibilità che la Germania si trovasse costretta a dover riprendere Trump.

Il riferimento va sempre al polverone scatenato dalle parole etichettate come razziste del tycoon, riferite alle quattro esponenti del Partito democratico elette a metà mandato: Alexandria Ocasio-Cortez, di origini portoricane, Ayanna Pressley, afroamericana, Rashida Tlaib di origini palestinesi, e Ilhan Omar, di origini somale.

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