Centrosinistra, la coalizione per le elezioni 2022 è ufficiale: ecco chi c’è con il Partito Democratico

Luna Luciano

07/08/2022

Ufficiale la coalizione di centrosinistra per le elezioni 2022. Il Pd annuncia chi sarà al proprio fianco e chi no. Ecco tutto quello che c’è da sapere.

Centrosinistra, la coalizione per le elezioni 2022 è ufficiale: ecco chi c’è con il Partito Democratico

È ufficiale: il mosaico prende forma nel centrosinistra. Dopo l’accordo con il partito di Calenda Azione/+Europa, il Pd ha raggiunto l’intesa per altre due alleanze.

Il segretario dei dem, Enrico Letta ha, infatti, stretto la mano a Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli, i leader di Sinistra Italiana (Si) e Verdi che pochi giorni fa avevano rinviato l’incontro con i democratici a causa dell’accordo con Azione. Un’intesa unicamente “elettorale”, nata quindi per esigenze tecniche e strategiche, a causa degli obblighi della legge elettorale: il Rosatellum.

Ma non è finita qui per il Pd. Ciliegina sulla torta, ieri sera Enrico Letta ha annunciato di aver raggiunto un accordo anche con Luigi Di Maio e Bruno Tabacci di Impegno civile. Un vero rebus nel centrosinistra nato per difendere i seggi, impedendo che la coalizione di destra - che ha perso ormai ogni caratteristica di centro - di raggiungere la maggioranza.

Con l’avvicinarsi delle elezioni politiche 2022, è importante conoscere le alleanze, in modo da esprimere un voto coscienzioso: ecco chi c’è con il Partito Democratico, perché e cosa prevedono gli accordi.

Elezioni 2022, coalizione di centrosinistra tra Pd, Verdi e Si: ecco cosa prevede l’intesa

Sarà un accordo esclusivamente “elettorale” e non di governo quello siglato tra il Pd e Sinistra italiana e Verdi. Nonostante i punti sui quali si dividono i partiti, basti pensare che Si e Verdi non hanno mai appoggiato il governo Draghi, l’intesa era quanto mai necessaria secondo il leader dem Enrico Letta per difendere la Costituzione. L’accordo prevede L’individuazione di candidature comuni nei collegi uninominali secondo un rapporto tra Pd da una parte e Verdi e SI dall’altra di 80 a 20.

Il leader dem ha parlato di accordi “separati ma compatibili” per un accordo elettorale, completamente diverso dall’intesa raggiunta con Azione/Europa+ di Calenda, che prendeva spunto dal sostegno al governo Draghi. “Se fossimo divisi la destra potrebbe avere un successo talmente ampio, del 40% o 50%”. Così Letta giustifica la duplice intesa: “Se non facessimo questi accordi elettorali, che sono a difesa della Costituzione, la Costituzione sarebbe a rischio, potrebbe essere riformata da soli da Salvini e Meloni”.

Ogni partito si presenterà quindi con il proprio programma elettorale. Nonostante tutto però esistono dei punti di convergenza tra Verdi, Si e Pd in materia ambientale, a sostegno di energie rinnovabili e una legge sul clima finalizzati al raggiungimento degli obiettivi climatici europei al 2030, oltre che l’attenzione verso il mondo del lavoro.

Elezioni 2022, la coalizione di centrosinistra: l’accordo tra Pd e Di Maio

Il mosaico del centrosinistra non finisce di certo qui. Il segretario del Pd, Enrico Letta si è detto “contento” di poter annunciare l’intesa con Impegno civico, di Luigi Di Maio e Bruno Tabacci, “per andare insieme negli uninominali della legge elettorale”. Anche in questo caso l’accordo ha stabilito una relazione tra Pd e Impegno Civile identificata nel rapporto 92% a 8%.

Il nostro obiettivo è aggregare chi rappresenta i territori – spiega l’ex pentastellato - Ora le coalizioni sono definite e chiare, oggi si entra nel vivo”. L’obiettivo comune tra i due partiti? Oltre a impedire alla coalizione di destra di raggiungere la maggioranza, quello difendere l’agenda Draghi.

Elezioni 2022, la coalizione di centrosinistra: punti di forza e punti critici

Raggiunto il triplice accordo, ormai è chiaro chi ci sarà al fianco del Pd e chi no. Sicuramente non ci sarà nessun allargamento verso M5s, come avrebbe voluto provare Sinistra Italiana, ma non Verdi e Pd.

Ciò che è sicuro è che questo mosaico complicato cerca di essere l’alternativa alla coalizione di destra, punto che può essere sia forte quanto critico. Pragmaticamente, l’obiettivo del Nazareno non è vincere. Il rebus di questa coalizione vede troppe differenze all’interno dello schieramento, definitosi “progressista”, e potrebbe quindi essere complicato riuscire a raggiungere degli accordi concreti. Inoltre c’è la questione della ripartizione dei seggi con un rapporto di: 70 a 30 con Azione, 80 a 20 con SI e Verdi e 92 a 8 con Impegno Civile.

Il vero “tallone d’Achille” - non di questa coalizione ma della sinistra da anni - è quella di non presentare un programma realmente definito, procedendo d’intesa a intesa per osteggiare la destra. E come tutti sanno giocare in difesa non è sempre la soluzione vincente. D’altra parte chi è sicuro di non votare a destra si interroga sulle alternative al listone, rimanendo perplesso in questo magmatico mosaico di centrosinistra.

Non resta che augurarsi che il prossimo governo riveda la legge elettorale, che sicuramente cambierebbe gli atteggiamenti dei partiti (destra e sinistra).

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