La riforma della riscossione ha portato grandi novità che investono cartelle esattoriali, Agenzia delle Entrate Riscossione e debiti con il Fisco. Vediamo le tre più importanti.
Cartelle esattoriali, debito con il Fisco e Agenzia delle Entrate Riscossione: tre argomenti che, solitamente, fanno tremare qualsiasi contribuente. Anche chi è a posto che tutti i pagamenti e le scadenze, infatti, ha timore di ricevere un accertamento fiscale: quando si ha a che fare con l’amministrazione tributaria, infatti, è difficile dormire sonni tranquilli.
Basta una dimenticanza, una cattiva interpretazione di una norma, un fraintendimento per trovarsi a dover pagare somme abbastanza ingenti maggiorate, poi, da sanzioni e interessi. Il Fisco, però, negli ultimi periodi si è ammorbidito e sta cercando di diventare “amico” dei contribuenti cercando di instaurare non più un rapporto di timore quanto di collaborazione. Proprio alla luce di questa nuova veste che deve assumere l’Agenzia delle Entrate, sono diverse le novità introdotte nel 2025 per cambiare le regole di cartelle esattoriali, debiti e riscossione.
Andiamo a vedere quali sono le tre novità più rilevanti.
Rateizzazione dei debiti in 10 anni
La novità più importante del 2025 riguarda i piani di rateizzazione delle cartelle esattoriali che possono arrivare fino a 120 rate mensili senza più bisogno di dover dimostrare la situazione di difficoltà economica. Fino al 2024 era possibile chiedere rateizzazioni fino a 72 rate mensili, con la possibilità di arrivare a 120 rate solo nel caso ci si trovasse in comprovate difficoltà finanziarie con incapacità a pagare (le condizioni economiche andavano dimostrate con documentazione specifica).
Con la riforma della riscossione la rateizzazione viene allungata a 84 rate nel 2025 fino ad arrivare a 120 rate nel 2030 (resta ferma la possibilità di rateizzare in 120 mesi anche nel 2025 dimostrando la difficoltà finanziaria).
Riscossione entro i 5 anni
Un’altra novità che ha interessato molto i contribuenti è il discarico automatico delle cartelle esattoriali, ovvero la possibilità di poter riscuotere le cartelle esattoriali entro 5 anni.
Viene meno, quindi, il cosiddetto accanimento del Fisco con solleciti e intimazioni di pagamento. Poi, puntualmente, ogni tot di anni interviene un saldo e stralcio a cancellare quei debiti che risultano vecchi e inesigibili e il cui recupero rappresenta più un costo che un guadagno.
Il discarico automatico prevede l’ente riscossore (Agenzia delle Entrate Riscossione) abbia solo 5 anni dall’iscrizione a ruolo per riscuotere le cartelle esattoriali, dopodiché il credito deve essere restituito all’ente che lo vanta che, poi, dovrà decidere se avviare un altro tentativo di riscossione o cestinare del tutto il credito.
Cartelle esattoriali valide solo 3 anni
Fino al 2024 la cartella esattoriale aveva la validità di 12 mesi: solo entro i primi 12 mesi si poteva procedere ad avviare azioni esecutive per recuperare il credito. Trascorso questo tempo, poi, si doveva procedere a nuova notifica per renderla di nuovo valida. Il debito era esigibile, la cartella esattoriale non risultava scaduta ma non poteva essere avviato, ad esempio, il pignoramento scaduto il termine dei 12 mesi.
La riforma prevede di estendere il periodo di validità da uno a tre anni per accelerare i tempi di recupero dei crediti e per non rendere necessario un nuovo sollecito.
L’obiettivo che si pone la riforma della riscossione, in ogni caso, è quello di eliminare definitivamente le cartelle esattoriali favorendo l’utilizzo dell’accertamento esecutivo come strumento di riscossione.
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