Carl Icahn ha scommesso 400 milioni di dollari contro i centri commerciali

Marco Ciotola

24 Novembre 2019 - 13:24

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Il guru degli investimenti Carl Icahn potrebbe registrare notevoli guadagni dalla chiusura dei centri commerciali. Ecco perché

Carl Icahn ha scommesso 400 milioni di dollari contro i centri commerciali

Carl Icahn è pronto a guadagnare 400 milioni di dollari o più sulla sofferenza dei centri commerciali. Se infatti le proprietà di questi ultimi non si mostrassero in grado di ripagare i loro debiti, secondo il Wall Street Journal l’investitore potrebbe far registrare incassi notevoli.

Questo perché - nel bel mezzo di uno scenario di grande difficoltà per tutti i punti vendita fisici, insidiati praticamente in ogni comparto dallo shopping online - Icahn ha scommesso contro i prestiti cartolarizzati dei proprietari di centri commerciali.

In sostanza, ha puntato su una perdita di valore dei suddetti titoli, quando le proprietà dovessero rilevare problemi nel pagare i loro rispettivi mutui.

Nel corso del 2019, oltre 9.100 punti vendita hanno chiuso in tutti gli Stati Uniti, secondo i dati riportati da Bank of America, che ha parlato di numeri in decisa crescita e storicamente maggiori di ogni altro anno.

Tra queste cifre, le chiusure di centri commerciali hanno raggiunto quota 4.087 nel 2019, con un aumento del 140% su base annua rispetto alle 1.696 chiusure del 2018, sempre secondo quanto indicato da Bank of America.

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Carl Icahn ha scommesso 400 milioni di dollari contro i centri commerciali

Craig Schmidt, analista di Bank of America, ha affermato che il ritmo delle chiusure di centri commerciali ha abbondantemente superato le aspettative.

Un aggravio che può essere in grossa parte attribuito all’aumento del commercio elettronico: per il sesto anno consecutivo, i consumatori statunitensi hanno confermato che lo shopping online li sta tenendo sempre più lontani dai punti vendita fisici.

La previsione è che il commercio elettr onico superi le vendite dirette in media del 7% nei prossimi cinque anni, un trend che l’istituto che definisce “problematico” dal punto di vista dei rivenditori:

“Inizialmente avevamo l’impressione che servizi come il ’buy online-pickup-in-store’ potessero aiutare a differenziare e adare a favore dei rivenditori con sede nei centri commerciali. Tuttavia, le risposte al sondaggio suggeriscono che non è un metodo sufficientemente utile a influire sul traffico dei centri commerciali”.

I proprietari di centri commerciali e, più in generale, i proprietari immobiliari hanno tirato un sospiro di sollievo durante l’estate, sulla scia dei rendimenti dei titoli del Tesoro a 10 anni inferiori all’1,5% a causa del taglio della Federal Reserve.

Ma recentemente i tassi sono rimbalzati, elemento che potrebbe complicare le cose non poco per il settore, rendendo quella di Ichan una scommessa vincente.

Secondo una parte di Wall Street la mossa di Icahn può essere considerata “il prossimo big short”, mentre dall’altro lato Brian Philipps di Bernstein sostiene che i centri commerciali vanno incontro a un processo di evoluzione, non a un declino.

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