Lettera canone RAI imprese: attenzione alla trappola

Francesco Oliva

10/07/2019

10/07/2019 - 16:35

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Lettera sul canone RAI speciale 2019 per le imprese in arrivo: bisogna davvero pagare l’importo riportato nel bollettino? Attenzione alla trappola.

Lettera canone RAI imprese: attenzione alla trappola

La RAI scrive alle imprese: anche nel 2019 si ripete l’invio delle lettere sul canone speciale.

Sono state recapitate proprio in questi giorni presso la sede di molte aziende le lettere sul canone RAI speciale dovuto per il 2019, sia per la TV che per la radio, con due diversi bollettini di pagamento.

La comunicazione contiene tre fogli con cui si richiede il pagamento del canone speciale 2019 ed alcune informazioni. Premessa subito obbligatoria: è la classica presa per i fondelli.

Il primo foglio contiene una comunicazione informativa dove vengono richiamati i riferimenti normativi in materia di pagamento del canone RAI; il secondo è il bollettino postale precompilato con la richiesta dell’importo da pagare; il terzo è uno strano questionario in cui vengono richiesti dati che a) dovrebbero chiaramente essere in possesso dell’azienda di Viale Mazzini, b) il contribuente già comunica con la dichiarazione dei redditi (come peraltro ricorda la comunicazione informativa di cui al primo foglio).

Allora perché spendere soldi pubblici per una comunicazione inutile?!

Canone RAI 2019: lettera con comunicazione informativa

Come dicevamo il primo foglio è una comunicazione informativa contenente i riferimenti normativi essenziali in materia di pagamento del Canone Rai 2019.

Ecco il testo integrale della comunicazione:

Vi informiamo che le vigenti disposizioni normative impongono l’obbligo del pagamento di un canone speciale a chiunque detenga, fuori dall’ambito familiare, uno o più apparecchi atti o adattabili - quindi muniti di sintonizzatore - alla
ricezione delle trasmissioni televisive, indipendentemente dall’uso al quale gli stessi vengono adibiti).

È determinante pertanto lo detenzione dell’apparecchio, indipendentemente doll’eventuole destinazione od usi diversi dalla visione dei programmi televisivi (visione di filmati dimostrativi, televideo, sistemi di videosorveglianza, etc).

Nel caso in cui non aveste ancora provveduto al pagamento del canone pur detenendo tali apparecchiature presso i Vostri locali, Vi invitiamo ad effettuare il relativo versamento per evitare così di incorrere nelle sanzioni previste dalla
legge.

Il canone speciale dovuto per l’anno 2019 è pari a:

  • euro 407,35 per il canone televisivo:
  • euro 29,94 per il canone radio.

Alleghiamo alla presente un bollettino per canone radio ed uno per canone televisivo, per l’eventualità che dobbiate regolarizzare una di queste due posizioni.

Ricordiamo altresì che le imprese e le società devono indicare nella relativa dichiarazione dei redditi, il numero di canone speciale alla rodio o alla televisione per la detenzione di apparecchi atti o adattabili alla ricezione delle trasmissioni radiotelevisive (art. 17 D.L. 6 dicembre 201 I n. 201).

Vi informiamo, inoltre, che agli Orgoni di Controllo è demandato il compito di verificare sul territorio il regolare pagamento del canone.

Nel rimanere o disposizione per eventuali ed ulteriori informazioni, porgiamo cordiali soluti”.

Insomma, un primo foglio contenente informazioni già in possesso del contribuente, con particolare riferimento all’obbligo di dichiarare l’eventuale obbligo di pagamento del canone RAI nel frontespizio della dichiarazione dei redditi (articolo 17 DL 201/2011).

A questo proposito, in particolare, si evidenzia che i contribuenti titolari di partita IVA in regime di impresa devono indicare nella sezione «altri dati» del frontespizio della dichiarazione dei redditi una delle seguenti tre opzioni:

  • 1 - Detenzione di apparecchi atti o adattabili alla ricezione di trasmissioni radio;
  • 2 - Detenzione di apparecchi atti o adattabili alla ricezione di trasmissioni radio televisive:
  • 3 - Non detenzione di apparecchi atti o adattabili alla ricezione di trasmissioni radio televisive.

In caso di compilazione indicazioni delle opzioni 1 o 2 si dovrà poi compilare di conseguenza il quadro RS.

Canone RAI 2019: bollettino postale e quello strano questionario

Abbiamo provocatoriamente inserito la parola «trappola» nel titolo: la ragione è da ricollegare all’intera comunicazione che la RAI sta inviando ai contribuenti titolari di partita IVA in regime di impresa.

A nostro avviso si tratta di una comunicazione assolutamente inutile, anche perché i dati da Unico vengono comunicati tramite il frontespizio della dichiarazione dei redditi, sezione altri dati.

La chiosa della comunicazione di cui al primo foglio assomiglia tanto al modo di fare detto del “dico e non dico”... Rileggiamo insieme:

“...agli organi di controllo è demandato il compito di verificare sul territorio il regolare pagamento del canone...”

Come dire: occhio che vi controlliamo. Ci sarebbe da rispondere: grazie, lo sappiamo ma preferiremmo che controllaste i veri evasori...

Detto questo attenzione al terzo foglio contenuto nella comunicazione della RAI, si tratta di uno strano questionario che la RAI - non si sa bene a che titolo di legge - chiede di restituire a mezzo lettera semplice e contenente le seguenti informazioni:

  • eventuale pagamento del canone speciale RAI in passato;
  • eventuale codice di abbonamento dell’azienda;
  • ragione o denominazione sociale e numero di codice fiscale e/o partita IVA;
  • eventuale aggiornamento dell’indirizzo dell’abbonamento;
  • dichiarazione di non possesso TV.

Tutte informazioni che sono già in possesso della TV di Stato!

Alcune di queste, come detto sopra, sono poi inviate a mezzo dichiarazione dei redditi per adempiere ad un preciso obbligo di legge, motivo per cui non si capisce perché compilare questo questionario.

In buona sostanza ci chiediamo e chiediamo ai lettori: perché compilare ed inviare alla RAI un questionario contenente informazioni che la RAI già dovrebbe possedere? Si tratta forse di un modo per far pagare il canone a qualche contribuente sprovveduto o timoroso anche quando l’obbligo non è dovuto? Perché a pensar male si fa peccato ma spesso...

E in ultimo: i soldi pubblici spesi per tale comunicazione sono stati investiti in modo efficiente...?

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