Campari, stop al contenzioso fiscale. Lagfin pagherà 405 milioni di euro al Fisco

P. F.

17 Dicembre 2025 - 17:09

Lagfin, holding che controlla Campari, finalizza un accordo con l’Agenzia delle Entrate. La società della famiglia Garavoglia pagherà 405 milioni di euro per risolvere la controversia sulla exit tax.

Campari, stop al contenzioso fiscale. Lagfin pagherà 405 milioni di euro al Fisco

La holding Lagfin, società lussemburghese della famiglia Garavoglia che controlla il gruppo Campari, ha raggiunto un accordo con l’Agenzia delle Entrate per chiudere una controversia fiscale di lungo corso. La transazione, che prevede il versamento di 405 milioni di euro diluiti su un periodo di 4 anni, segna così la fine di una vertenza che aveva acceso i riflettori sulla gestione fiscale della famiglia Garavoglia.

Lagfin verserà 152 milioni di euro entro il 31 dicembre 2025, mentre il saldo dei restanti 253 milioni sarà corrisposto tramite rate trimestrali suddivise tra giugno 2027 e settembre 2029. Lagfin ha specificato che le somme saranno pagate con risorse già disponibili e accantonate dalla società. La cifra concordata rappresenta circa un terzo del valore delle azioni Campari precedentemente sequestrate dalla Guardia di Finanza nell’ambito dell’indagine.

La decisione di definire la controversia tramite accordo transattivo mira a stabilizzare la situazione fiscale della holding e a fornire maggiore certezza agli investitori, evitando un ulteriore prolungamento del contenzioso legale.

Le contestazioni fiscali sull’exit tax

La controversia riguardava la mancata applicazione della cosiddetta “exit tax”, l’imposta prevista per il trasferimento all’estero della residenza fiscale di una società. Secondo gli inquirenti, tra il 2018 e il 2020 Lagfin avrebbe maturato plusvalenze non dichiarate per circa 5,3 miliardi di euro, su cui sarebbe dovuta essere versata un’imposta superiore a 1,29 miliardi.

Nell’ambito delle indagini, la Guardia di Finanza aveva sequestrato azioni Campari per un valore equivalente a 1,29 miliardi, una cifra corrispondente a una parte significativa della partecipazione di controllo della famiglia.

La posizione di Lagfin e l’impatto sui mercati

Da parte sua, Lagfin ha ribadito di aver sempre operato nel rispetto della normativa fiscale vigente e di ritenere che l’exit tax contestata non fosse applicabile. L’accordo con il fisco, quindi, non implica alcuna ammissione di responsabilità e la holding continua a sostenere che avrebbe potuto difendere con successo la propria posizione in sede giudiziaria.

La scelta di accettare la transazione nasce dalla volontà di evitare incertezze prolungate sui mercati e possibili ripercussioni sul titolo Campari, tutelando il valore per gli azionisti. Il timore principale degli investitori era infatti che Lagfin si ritrovasse obbligata a liquidare parte della partecipazione in Campari per far fronte all’eventuale sanzione, con conseguenze negative sulla governance e sul valore del titolo. Ora, con il raggiungimento dell’intesa con l’Agenzia delle Entrate, si compie un passo decisivo per ridurre l’incertezza fiscale e garantire stabilità alla struttura patrimoniale della holding.

Rimane tuttavia aperta la questione di eventuali profili penali collegati alla vicenda, ma il pagamento transattivo consente intanto di chiudere la partita fiscale principale e consolidare la gestione della partecipazione della famiglia controllante.

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