Come cambiare nome all’anagrafe e quanto costa

Ilena D’Errico

12 Maggio 2025 - 00:03

Ecco come cambiare nome all’anagrafe: quando è possibile e quanto costa, la procedura completa da seguire e i costi nel dettaglio.

Come cambiare nome all’anagrafe e quanto costa

La scelta del nome di un figlio spesso impegna a lungo i genitori (o comunque chi si trova a dover decidere il nome di un bambino), dato che in linea generale lo accompagnerà per tutta la vita. Ciò che molti non sanno, però, è che la legge consente di cambiare il nome all’anagrafe in situazioni particolari, proprio come è possibile per il cognome. Ovviamente, la rettifica non può essere motivata da una semplice preferenza o gusto personale, ma deve avere motivazione valide secondo i criteri imposti dalla legge.

Cambiare il proprio nome può essere per alcune persone un modo indispensabile per tutelare i propri diritti, tra cui il diritto alla privacy, all’onore e alla reputazione e all’identità personale. Proprio perché il nome accompagna gli individui in modo permanente e perenne è giusto che non ne leda le libertà, dunque ci sono alcune limitazioni nella scelta del nome e poi la possibilità di modificarlo in seguito per ovviare a eventuali problemi.

Vediamo dunque quando è possibile cambiare il nome all’anagrafe e come fare.

Quando si può cambiare nome all’anagrafe

Come anticipato, è la legge a stabilire quando è possibile cambiare ufficialmente il nome attribuito alla nascita. Si tratta di un’ipotesi del tutto eccezionale, concessa esclusivamente per la tutela di interessi meritevoli di tutela. Difatti, è possibile cambiare nome quando:

  • il nome è ridicolo o vergognoso;
  • rivela l’origine naturale.

Al di fuori di questi casi tassativi, la legge permette di cambiare il nome (sostituendolo o aggiungendo un secondo) per motivi soggettivi, purché siano meritevoli di tutela secondo i criteri di diritto e non contrastanti con l’interesse pubblico. Per esempio, il nome che rimanda a un personaggio pubblico noto per condotte riprovevoli non è ammissibile. Infine, può cambiare il nome chi ha subito l’intervento chirurgico di transizione previa sentenza di cambiamento del sesso. A tal proposito, la giurisprudenza più recente e anche la Corte Costituzionale considerano il requisito dell’intervento chirurgico ingiusto e immotivato, aprendo la procedura anche ai cittadini che hanno effettuato percorsi di transizione differenti, per rispettarne l’identità e il benessere psicologico.

Si evidenzia, comunque. che alcuni tribunali hanno permesso di cambiare il nome anche senza questi requisiti, come tutela del diritto all’identità, ma anche perché il nome potrebbe essere motivo di imbarazzo e derisione se non corrispondente alla rappresentazione del soggetto nella società. Di fatto, la legge non impedisce di cambiare nome né lo permette in casi selezionati. Anche al di fuori delle ipotesi espressamente consentite, infatti, la sostituzione del nome deve essere consentita quando non contraria alla legge e indispensabile per tutelare i diritti del cittadino.

Come cambiare nome all’anagrafe

Per cambiare nome all’anagrafe bisogna inviare un’istanza al Prefetto competente nella provincia del luogo di residenza oppure nella circoscrizione in cui si trova l’ufficio dello stato civile con l’atto di nascita dell’interessato. Gli uffici stessi o i loro siti web di norma allegano la modulistica, ma è comunque sufficiente che la domanda contenga:

  • le motivazioni per cui si richiede il cambiamento del nome, possibilmente spiegate in modo completo ed esaustivo;
  • la modifica che si intende apportare al nome oppure il nuovo nome scelto, tenendo conto delle regole sulla scelta del nome.

All’istanza bisogna allegare:

  • la marca da bollo da 16 euro;
  • la dichiarazione sostitutiva di certificazione (sottoscritta) con luogo e data di nascita, residenza, stato di famiglia e cittadinanza (oppure i relativi certificati);
  • se presente, la documentazione a sostegno delle proprie motivazioni (per esempio, prove dello scherno ricevuto);
  • la fotocopia di un documento di identità valido;
  • la copia integrale dell’atto di nascita;
  • la dichiarazione di assenso di eventuali cointeressati con allegati i rispettivi documenti di riconoscimento (i genitori se il richiedente è minorenne).

La procedura da seguire

Per chiedere il cambio del nome all’anagrafe bisogna innanzitutto individuare il Prefetto competente del proprio caso. Bisogna quindi scegliere tra il luogo in cui si vive oppure quello dove è stato registrato l’atto di nascita e trovare la Prefettura di riferimento dal portale apposito del ministero dell’Interno. A questo punto è sufficiente verificare i recapiti per l’invio della richiesta e ottenere, se presenti, i moduli specifici dell’ufficio.

L’istanza può essere consegnata a mano oppure inviata a mezzo raccomandata a/r o pec. Bisogna aver cura di allegare tutta la documentazione richiesta e spiegare con precisione i motivi su cui si fonda la propria domanda. Sarà quindi necessario spiegare perché il proprio nome è motivo di grande disagio, imbarazzo, lesione della libertà di autodeterminazione e dell’identità personale. Anche il fatto di essere riconosciuti dagli altri con un nome differente da quello presente sui documenti, per esempio, avvalora la richiesta, soprattutto se vengono allegate delle dichiarazioni testimoniali.

Si allegano i moduli messi a disposizione dal ministero dell’Interno per l’istanza di cambio nome presentabile da cittadini italiani maggiorenni o minorenni, in quest’ultimo caso corredata dall’autocertificazione debitamente compilata.

Istanza cambio nome
Maggiorenni
Istanza cambio nome
Minorenni
Autocertificazione
Minorenni

La procedura è identica per ottenere l’aggiunta di un nome, anziché la sostituzione. In questa ipotesi è necessario tuttavia spiegare l’interesse meritevole per cui si richiede un altro nome, presumibilmente correlato in maniera comprovata all’identità del richiedente, legato all’aspetto familiare, religioso o di autodeterminazione.

Cosa succede dopo la presentazione dell’istanza

L’istanza presentata al dipendente addetto o inviata per posta ordinaria viene poi valutata dal Prefetto, che può rifiutare il cambiamento del nome (in questo caso è possibile opporsi) o autorizzarlo. In quest’ultimo caso, il Prefetto autorizza la rettifica con un decreto da affiggere nel comune di nascita e di residenza dell’interessato per almeno 30 giorni.

Questo tempo è necessario affinché eventuali persone interessate possano notificare in Prefettura l’opposizione, che deve comunque essere motivata per la valutazione del Prefetto. Se tutto procede per il meglio, il cambio del nome può essere annotato su richiesta del soggetto sull’atto di nascita, di matrimonio e negli atti di nascita di coloro a cui ha trasmesso il cognome. Altrimenti, la richiesta viene rigettata e il nome non viene cambiato. A questo punto non è possibile presentare nuovamente l’istanza, ma si può ricorrere al Tar o al Consiglio di Stato entro 60 giorni con l’assistenza di un avvocato.

Quanto costa cambiare nome

Per cambiare nome si ha una spesa minima di 48 euro, ma è facile che l’importo complessivo sia ulteriore. I costi da sostenere sono i seguenti:

  • 16 euro per la marca da bollo dell’istanza;
  • 16 euro per le marche da bollo da apporre su ogni pagina del decreto di affissione (una o due);
  • 16 euro per la marca da bollo per ogni copia del decreto finale di autorizzazione.

Bisogna poi aggiungere:

  • i costi per la documentazione, le fotocopie e così via;
  • le spese per l’invio dell’istanza, soprattutto se si sceglie la raccomandata a/r;
  • le spese per il rinnovo dei documenti di riconoscimento;
  • le fototessere per il rinnovo dei documenti;
  • le spese legali, almeno da anticipare, in caso di ricorso al Tar.

Se il motivo per il cambio del nome non è dei più evidenti o facili da spiegare, peraltro, potrebbe essere necessaria l’assistenza di esperti fin dall’inizio per fondare la propria richiesta. Si aggiunge quindi l’onorario dell’avvocato, oltre ai costi per eventuali consulenze di altri esperti. Nel migliore dei casi, comunque, si cambia il nome con meno di 50 euro.

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