Legge di Bilancio: per la riforma delle pensioni si passa da 6,7 a 4 miliardi di euro. Quota 100 va rivista, platea ridotta da 500 mila a 300 mila beneficiari.
La riforma delle pensioni, con Quota 100 in primis, deve essere riscritta: l’obiettivo è di ridurre la spesa dai 6,7 miliardi preventivati inizialmente a 4 miliardi di euro. I dubbi che avevamo sollevato nella giornata di ieri, quindi, si sono rivelati fondati: come confermato dai principali quotidiani nazionali, infatti, il Governo in caso di accordo con l’UE per un deficit al 2,04% (che nonostante le smentite di Moscovici potrebbe arrivare presto) dovrà “riscrivere la manovra” recuperando circa 7 miliardi di euro.
Una parte di queste risorse verrà recuperata grazie ai tagli di Quota 100 e del reddito di cittadinanza: 2 miliardi di euro dal primo, 2,7 miliardi dalla riforma delle pensioni.
Sarà quindi un weekend “di fuoco” per gli ufficio tecnici del Tesoro, i quali nel fine settimana avranno il compito di recuperare 6,48 miliardi di euro per la rinuncia ad un deficit per 0.36 punti del PIL; non sarà facile, poiché nel frattempo il Governo deve stare anche attento a non scontentare l’elettorato.
Quota 100: quasi dimezzati i beneficiari
Inizialmente l’intenzione del Governo era di consentire il pensionamento anticipato ad una platea di 500mila beneficiari: ricordiamo, infatti, che il progetto di Quota 100 prevede il pensionamento a 62 anni con 38 di contributi. Per questo progetto nella Legge di Bilancio 2019 è stato istituito un fondo di 6,7 miliardi di euro per il 2019, più altri 7 miliardi per il 2020 e altrettanti per il 2021.
Adesso la spesa dovrebbe scendere ad un massimo di 4 miliardi di euro, per un taglio di 2,7 miliardi di euro per il 2019: la domanda è, come farà il Governo a far quadrare i conti? Ricordiamo tra l’altro che secondo l’Inps neppure 6,7 miliardi di euro sarebbero stati sufficienti per consentire il pensionamento anticipato alla platea preventivata dal Governo, figuriamoci adesso che le risorse sono molte meno.
Secondo le indiscrezioni, con 4 miliardi di euro la platea sarà ridotta a circa 300mila lavoratori. Resta da capire come avverrà la riduzione, se limitando Quota 100 nel tempo, ad esempio riservando questa misura a coloro che ne maturano i requisiti entro il 31 dicembre 2018 (come pensato da Brambilla), oppure se introducendo dei paletti.
Difficile invece che queste risorse possano essere recuperate con un rinvio di Quota 100. Rinviando l’avvio di questa misura, fissando ad esempio la prima finestra di accesso a giugno e non ad aprile, ci sarebbe sì un risparmio per il 2019 ma i costi salirebbero notevolmente nel 2020.
Niente paletti per Quota 100, rispuntano Quota 103 e Quota 104
Lo slogan del Governo in queste ultime settimane è stato: “Quota 100 senza paletti”. Per questo motivo crediamo che, nonostante la necessità di ridurre i costi della manovra, l’Esecutivo non introdurrà penalizzazioni sull’assegno previdenziale per coloro che andranno in pensione in anticipo.
Ecco quindi che resta come unica ipotesi possibile quella pensata da Brambilla, che ricordiamo prevede:
- pensionamento anticipato per coloro che hanno maturato i requisiti per Quota 100 entro il 31 dicembre 2018;
- precedenza nella prima finestra di accesso a coloro che hanno maturato i requisiti da almeno 2 anni (Quota 104);
- tutta la platea di beneficiari andrà in pensione entro il 2021.
Ovviamente non è escluso che in questi due giorni di lavoro il Governo non possa individuare una soluzione differente; ad esempio, sempre Brambilla, consigliere della Presidenza del Consiglio, ha dichiarato che è possibile realizzare una sorta di Quota 103, riservata a chi ha 39 anni di contributi e almeno 64 anni di età.
Da lunedì ne sapremo di più, visto che la prossima settimana il Governo dovrebbe presentare al Senato il pacchetto pensioni, ossia l’insieme di emendamenti per la Legge di Bilancio 2019 riguardanti la riforma previdenziale.
Una cosa comunque sembra essere certa: il Governo deve “riscrivere” Quota 100, resta da capire come lo farà.
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