Come si calcola la tredicesima in busta paga? Ecco spiegate le regole per quantificare lordo e netto della gratifica natalizia.
Il calcolo della tredicesima mensilità del 2025 segue regole simili a quelle degli anni passati, ma con alcune novità fiscali importanti che rendono la differenza tra l’importo lordo e quello netto ancora più evidente.
A incidere non è più lo sgravio contributivo, ormai abrogato, ma il nuovo sistema di taglio del cuneo fiscale che lo ha sostituito attraverso il riconoscimento di nuovi bonus e detrazioni con la legge di Bilancio 2025. Queste misure, pensate per alleggerire il peso delle imposte sui redditi medio-bassi, si applicano però solo per 12 mensilità l’anno e restano quindi escluse dalla tredicesima.
Nel dettaglio, parliamo del trattamento integrativo per chi guadagna fino a 20.000 euro, della maggiorazione di 1.000 euro sulle detrazioni per redditi fino a 32.000 euro e della maggiorazione parziale per chi percepisce fino a 40.000 euro annui. Da quest’anno queste agevolazioni incrementano il netto dello stipendio ordinario, ma non incidono sulla gratifica natalizia, che continua a essere tassata in modo pieno.
E non è l’unica ragione per cui lo stipendio netto di dicembre è più alto rispetto alla tredicesima. Su quest’ultima, infatti, si applica l’Irpef senza detrazioni né bonus, con la conseguenza che il netto risulta sempre inferiore rispetto a quello dello stipendio di dicembre. In alcuni casi, la differenza può superare anche il centinaio di euro.
E bisogna sottolineare poi come quest’anno non spetti alcun bonus tredicesima in busta paga visto che il contributo straordinario di 100 euro netti riconosciuto ai redditi fino a 28.000 euro non è stato confermato.
A tal proposito, nei paragrafi che seguono vedremo come si calcola la tredicesima mensilità, quando matura e come stimare con precisione l’importo netto che i lavoratori riceveranno a dicembre 2025.
Come si calcola l’importo lordo della tredicesima mensilità
La tredicesima mensilità è un diritto garantito da tutti i Ccnl attualmente in vigore in Italia, a differenza della quattordicesima che è concessa solo in alcuni particolari settori (il commercio su tutti).
Come funziona la tredicesima? Entro il mese di dicembre i datori di lavoro erogano la tredicesima mensilità ai propri lavoratori dipendenti. Corrisponde a 1/12 della retribuzione lorda annuale e deve essere calcolata sugli effettivi mesi di lavoro effettuati.
Per fare un esempio pratico, se una persona ha lavorato dall’1 marzo 2025 fino al 31 dicembre 2025 per 1.000 euro lordi mensili, il calcolo da effettuare sarà:
(Retribuzione lorda mensile * Numero di mesi lavorati) / Totale mensilità
ovvero:
[1.000 euro (retribuzione lorda mensile) X 10 (numero di mesi lavorati)] / 12 (totale mensilità) = 833,33 euro
È ovvio quindi che per coloro che hanno lavorato per tutto l’anno la tredicesima lorda corrisponde esattamente all’importo dello stipendio. A tal proposito è bene sottolineare che affinché un mese possa essere considerato come interamente lavorato devono risultare almeno 15 giorni di lavoro (o comunque giornate in cui nonostante la sospensione dell’attività lavorativa la tredicesima matura comunque).
Quando matura il calcolo della tredicesima
La tredicesima matura durante tutto l’anno.
L’importo quindi viene calcolato e fa parte della base imponibile del calcolo anche quando il lavoratore dipendente non stia effettivamente svolgendo la sua attività lavorativa per una o tutte tra le seguenti cause:
- ferie;
- malattia;
- infortunio;
- maternità (nei limiti temporali di conservazione del posto. Matura la parte solo a carico del datore di lavoro, non viene conteggiata la parte a carico degli enti preposti);
- congedo matrimoniale;
- cassa Integrazione;
- riposo giornaliero per allattamento.
L’importo, invece, non viene maturato quando il dipendente:
- svolge lavoro straordinario (diurno e notturno);
- percepisce indennità per ferie non godute;
- usufruisce dell’aspettativa;
- nei casi di assenza ingiustificata.
Elementi utili per il calcolo
Come fare quindi per effettuare il calcolo della tredicesima? Si prende la retribuzione percepita ogni mese, tenendo conto dei seguenti elementi:
- retribuzione lorda mensile;
- retribuzione lorda annuale;
- indennità di contingenza;
- scatti di anzianità;
- Edr (Elemento distinto della retribuzione);
- trattamento di vacanza contrattuale;
- terzi elementi;
- indennità mansione svolta.
Dopodiché si considerano i mesi lavorati nel corso dell’anno (per quel datore di lavoro), e nel caso in cui non corrispondano a 12 se ne ricalcola l’importo utilizzando la suddetta formula.
Calcolo importo netto della tredicesima
A questo punto, fatta chiarezza su quanto spetta di tredicesima per ogni singola categoria, possiamo trasformare l’importo lordo al netto.
Come prima cosa bisogna prendere l’imponibile e sottrarre i contributi dovuti, con l’aliquota contributiva ordinaria del 9,19% (settore privato) e dell’8,80% (pubblico impiego).
Ad esempio, su una tredicesima di 1.000 euro si versano 91,90 euro di contributi, 88 euro nel pubblico, mentre con una di 2.000 euro si sale a 183,80 e 176 euro.
Dopodiché si calcolano le imposte, ed è qui che si scopre la ragione di una tale differenza con lo stipendio. Sulla gratifica natalizia, infatti, si applica una tassazione piena, senza alcuna delle agevolazioni introdotte dalla legge di Bilancio 2025. Nel dettaglio, sull’imponibile al netto dei contributi si calcola l’Irpef ordinaria, ma senza tenere conto delle detrazioni per lavoro dipendente né dei nuovi bonus, come il trattamento integrativo e la maggiorazione di 1.000 euro sulle detrazioni, che restano validi solo per le dodici mensilità dello stipendio.
Per questo motivo, il netto della tredicesima risulta sempre inferiore rispetto a quello di dicembre, con differenze che in molti casi possono superare il centinaio di euro.
E, come anticipato, quest’anno non spetta alcun bonus di 100 euro come quello pagato nel 2024.
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