Come calcolare la fattura dell’avvocato ed esempi di parcella

Veronica Caliandro

2 Luglio 2025 - 07:26

La parcella dell’avvocato è composta da diverse voci che si aggiungono all’onorario richiesto per la causa. Ecco come si calcola.

Come calcolare la fattura dell’avvocato ed esempi di parcella

Diversi sono i motivi per cui una persona può decidere di rivolgersi ad un avvocato. In generale lo si fa per tutelare i propri diritti, ottenere consulenza legale e affrontare al meglio eventuali situazioni complesse in ambito giuridico, a prescindere dal fatto che si tratti di questioni civili, penali, amministrative o familiari.

Ma non solo, l’assistenza di un legale si rivela fondamentale quando si cerca una soluzione preventiva a possibili controversie, oppure quando si ha bisogno di una guida competente per orientarsi tra norme, documenti e procedure spesso intricate.

Qualunque sia la causa che porti a contattare un avvocato, bisogna sempre e comunque fare i conti con delle spese legali, che finiscono inevitabilmente per pesare, più o meno significativamente, sulle tasche dei soggetti interessati. Per questo motivo può essere molto utile, se non addirittura necessario, sapere in anticipo a quanto potrebbe ammontare la parcella dell’avvocato.

Le voci della parcella dell’avvocato

Stabilire a priori l’effettivo importo della fattura dell’avvocato non è possibile. Si può però fare quantomeno un’approssimazione. Il tutto considerando il fatto che, quando ci rivolge ad un avvocato, l’onorario non è l’unica voce di spesa. A questa, infatti, si aggiungono i rimborsi, l’IVA, il contributo alla Cassa previdenziale e, talvolta, anche la ritenuta d’acconto. Soffermandosi sull’onorario, è bene sapere che è prevista la libera determinazione del compenso, che deve comunque essere proporzionato all’attività difensiva e alla complessità della causa.

Altre voci, invece, sono fisse e la loro percentuale è stabilita dalla legge, come ad esempio l’IVA e il contributo alla cassa professionale. Se tutto questo non bastasse, gli avvocati possono chiedere ai clienti degli anticipi sulle spese da sostenere, come ad esempio per l’acquisto delle marche da bollo, oppure pagare di tasca loro e inserire l’importo sotto la voce “rimborso spese”. Entriamo comunque nei dettagli e vediamo di seguito quali sono le voci che compongono la parcella.

Onorario

La prima voce che compone la parcella dell’avvocato è l’onorario, ovvero il compenso stabilito per la prestazione svolta, quali ad esempio consulenze, redazione atti, trattative e udienze. In seguito all‘abolizione delle tabelle professionali, gli avvocati, in quanto liberi professionisti, possono determinare in autonomia l’importo dell’onorario, rispettando i parametri forensi che tengono conto della complessità del caso trattato. Per comprendere meglio la parcella di un avvocato, a titolo di esempio supponiamo che l’onorario pattuito sia pari a 2 mila euro.

Spese vive

Le cosiddette “spese vive” sono un’altra voce che compare nella parcella. Queste spese si riferiscono ai costi che sono stati anticipati dall’avvocato per conto del cliente. Tra queste, a titolo di esempio, si annoverano:

  • marche da bollo;
  • notifiche postali, PEC, raccomandate;
  • fotocopie;
  • fascicoli, contributi unificati.

Le spese vive, in altre parole, sono quelle anticipate dal legale e necessarie a portare avanti gli iter burocratici connessi alla causa in corso. Per questo motivo l’avvocato ha diritto a chiederne il rimborso al cliente. L’importante è che tali spese siano documentate. Si ricorda, inoltre, che non sono imponibili, pertanto su di esse non è previsto il pagamento di alcuna imposta.

Rimborso spese generali

Le spese generali sono un’altra voce di rimborso spese di cui l’avvocato ha diritto. Queste, salvo diversa disposizione del giudice, corrispondono al 15% dell’imponibile. Quindi in presenza, ad esempio, di un onorario pari a 2 mila euro, il rimborso spese generali sarà di 300 euro.

A tal proposito, come riportato sul sito del Ministero della Giustizia:

«Tenuto conto dei superiori elementi, nel caso in cui il provvedimento giudiziale non rechi esplicita menzione del rimborso forfettario delle spese generali, appaiono applicabili i criteri fissati nella citata sentenza nr. 9385/2019 della Suprema Corte (in continuità anche con quanto enunciato in Cass. civ. 17519/2015), in forza dei quali all’avvocato spettano, in aggiunta ai compensi, le spese forfettarie, nella misura del 15% (in assenza di motivazione “riduttiva” del giudice)».

Contributo per la Cassa previdenziale degli avvocati

Sulla cifra risultante dalla somma di onorario e spese generali, si calcola il contributo destinato alla Cassa previdenziale degli avvocati. Quest’ultimo è pari al 4% delle voci precedenti. Ovvero, applicando il 4% su 2.300 euro si ottiene un contributo previdenziale pari a 92 euro.

IVA

Oltre alle voci finora citate, sulla parcella compare anche l’IVA, ovvero l’Imposta sul Valore Aggiunto, pari al 22%. Quest’ultima viene calcolata sull’importo risultante dalla somma dell’onorario, del rimborso spese generali e del contributo integrativo alla Cassa Forense. Le spese vive come già detto, essendo rimborsi documentati, non sono imponibili. Nel nostro esempio, quindi, l’Iva ammonterebbe a 526,24 euro.

Ritenuta di acconto

Quanto affrontato fino ad ora riguarda il caso in cui il cliente sia un privato cittadino senza Partita Iva. Se, invece, anche il cliente fosse un libero professionista, proprio come l’avvocato, nella fattura finale bisogna inserire anche la "ritenuta di acconto”, pari al 20% detratto dall’imponibile dopo aver applicato l’IVA.

Tabella esemplificativa

Ecco una tabella che illustra le voci di spesa poc’anzi descritte e che compongono la parcella dell’avvocato:

VoceCalcoloEsempio
Onorario dell’avvocato Può essere stabilito tenendo conto dei Parametri Forensi approvati con Decreto Ministeriale numero 147/2022 2.000€
Spese vive non imponibili Costi anticipati dall’avvocato all’assistito 200€
Rimborso spese generali 15% dell’onorario 300€
Cassa previdenziale degli avvocati 4% della somma tra onorario e rimborso spese 92€
IVA 22% della somma tra onorario, rimborso spese e C.p.a 526,24€
Totale fattura per cliente senza P.IVA Somma delle voci precedenti 3.118.24€

Riferimenti normativi e criteri aggiornati

Come è possibile notare, stabilire quanto si debba pagare un avvocato non è una questione lasciata al caso o alla discrezione del professionista. Esistono infatti regole precise, fissate da normative specifiche, che disciplinano i criteri per determinare il compenso dell’avvocato. Il tutto con il chiaro intento di garantire trasparenza e correttezza nel rapporto con il cliente.

Entrando nei dettagli, tra i principali riferimenti normativi e le componenti economiche attualmente in vigore, si annovera la legge numero 247 del 2012 che ha riformato la professione dell’avvocato e ha stabilito, tra le altre cose, che il compenso deve essere concordato con il cliente, preferibilmente per iscritto; e che deve essere proporzionato all’attività svolta, alla complessità dell’incarico e all’importanza della causa. Il tutto fermo restando il fatto che il cliente ha diritto a un preventivo di massima.

Sempre in tale ambito si inserisce il Decreto Ministeriale numero 147 del 2022 che ha aggiornato gli importi dei parametri previsti dal decreto ministeriale numero 55 del 2014, con un aumento generalizzato dei compensi medi, tenendo conto dell’inflazione e dell’evoluzione della professione. Ad esempio sono state riviste al rialzo le tariffe per attività stragiudiziali, come consulenze e redazione atti fuori dal processo. Ma non solo, sono stati introdotti parametri specifici per nuovi ambiti, come le procedure ADR, ovvero per mediazione e negoziazione assistita.

Per finire, si ricorda che il Codice deontologico dell’avvocato stabilisce non solo i doveri etici e professionali, ma anche alcune regole relative al rapporto economico con il cliente. In particolare l’avvocato non può richiedere compensi manifestamente sproporzionati, deve evitare ogni conflitto di interessi ed è tenuto a comportarsi con lealtà e chiarezza, anche in ambito economico.

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