Busta paga di 1.000 euro, di quanto aumenta: le cifre potrebbero deludere

Simone Micocci

12 Settembre 2022 - 09:30

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Di quanto è aumentato nel 2022 uno stipendio di 1.000 euro lordi? Poco più di 300 euro, ma l’incremento è appena sufficiente a compensare la perdita del potere d’acquisto dovuta all’inflazione.

Busta paga di 1.000 euro, di quanto aumenta: le cifre potrebbero deludere

Le bollette aumentano, così come i prezzi di beni e servizi: a restare al palo sono invece gli stipendi, visto che le buste paga - a differenza delle pensioni - non godono di un meccanismo che ne adegua l’importo tenendo conto degli ultimi dati dell’inflazione.

Tuttavia, il governo Draghi con il testo del decreto Aiuti bis è intervenuto per aumentare gli importi delle buste paga, facendo in modo che non ci fosse alcun esborso aggiuntivo per le aziende; tale obiettivo è stato raggiunto stanziando le risorse per introdurre uno sgravio contributivo che da luglio a dicembre 2022 è pari al 2,0%, ma solamente per chi ha uno stipendio mensile inferiore a 2.692 euro.

Il problema è che l’aumento di stipendio risultante da tale sgravio è irrisorio per coloro che hanno una busta paga d’importo non elevato. Ad esempio, come vedremo meglio di seguito, per chi guadagna appena 1.000 euro lordi al mese l’aumento è talmente irrilevante da non compensare minimamente la perdita del potere d’acquisto delle retribuzioni dovuta dall’aumento dei prezzi.

E specialmente in vista di un inverno che si preannuncia difficile, in virtù di un ulteriore aumento dei prezzi dell’energia, ecco che sarà compito del nuovo governo, qualunque esso sia, dare ai lavoratori italiani le risposte di cui hanno bisogno.

Come vedremo di seguito, infatti, complessivamente per chi ha uno stipendio di appena 1.000 euro l’aumento riconosciuto per il 2022 è molto lontano da quanto è andato perso a causa dell’inflazione.

Di quanto è aumentato uno stipendio di 1.000 euro nel 2022

La legge di Bilancio 2022 ha introdotto uno sgravio contributivo dello 0,8% per coloro che hanno un reddito annuo non superiore a 35 mila euro. Ciò significa che mentre nel 2021 sull’imponibile lordo indicato in busta paga ne veniva trattenuto un 9,19% a titolo contributivo, dal 2022 tale percentuale si è ridotta all’8,39%, con un leggero risparmio per il dipendente che a parità di stipendio lordo si ritrova una retribuzione netta più elevata.

Su una retribuzione lorda di 1.000 euro, infatti, tale operazione comporta un risparmio di 8 euro al mese.

Una misura, quindi, che da sola non era sufficiente per compensare gli stipendi della perdita del potere d’acquisto dovuta dall’elevata inflazione, per un tasso che ad agosto ha persino superato l’8%.

Per questo motivo, dopo l’introduzione di un bonus una tantum di 200 euro, con il decreto Aiuti bis tale sgravio contributivo è stato portato al 2%, ma solamente per l’ultimo semestre dell’anno.

Ciò significa che la quota di contributi a carico del dipendente è scesa al 7,19%, con un risparmio maggiore in busta paga. Ad esempio, prendendo come riferimento la solita retribuzione da 1.000 euro, il risparmio sale a 20 euro mensili.

Complessivamente, quindi, chi prende - al netto - meno di 1.000 euro, nel 2022 ha beneficiato di un aumento di 48 euro nei primi sei mesi dell’anno, che poi sale a 120 euro nel secondo semestre. Aggiungendo anche i 200 euro pagati tra luglio e agosto, ne risulta un aumento totale di 368 euro.

Aumento busta paga inadeguata, ai lavoratori urgono risposte

Secondo i dati dei più importanti uffici di statistica italiani, però, l’inflazione ha comportato una perdita del potere d’acquisto superiore al risparmio generato dalle misure straordinarie introdotte dal governo Draghi.

C’è chi stima, infatti, che nel giro di un anno sia andato perso l’equivalente di una retribuzione, appena compensato dunque dall’incremento di 368 euro complessivi.

Una situazione difficile per i lavoratori, specialmente per chi - come appunto nel caso di coloro che hanno una retribuzione lorda di appena 1.000 euro - non guadagna uno stipendio elevato.

Spetterà al nuovo governo dare risposte convincenti, ma a preoccupare è la scarsità delle risorse a disposizione: lo sgravio contributivo in oggetto, infatti, è stato finanziato solamente per il 2022 e una conferma alle stesse condizioni - al 2% quindi - costerebbe più di 4 miliardi di euro.

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