Buonuscita per i dipendenti di questa famosa azienda. Chi non accetta viene licenziato

Giorgia Paccione

3 Ottobre 2025 - 14:21

Bosch chiude due stabilimenti in Germania: 500 dipendenti devono scegliere tra buonuscita (fino a 250.000 euro) o licenziamento diretto entro la fine del 2026.

Buonuscita per i dipendenti di questa famosa azienda. Chi non accetta viene licenziato

Il colosso tedesco Bosch ha messo i dipendenti di due suoi stabilimenti tedeschi di fronte a un bivio senza via d’uscita: accettare la buonuscita offerta dall’azienda oppure essere licenziati con condizioni molto peggiori. La situazione riguarda circa 500 lavoratori della divisione Power Tools, specializzata nella produzione di utensili elettrici, che vedranno chiudere i battenti dei loro luoghi di lavoro entro la fine del 2026.

Gli stabilimenti coinvolti sono quello di Leinfelden-Echterdingen, sede principale della divisione situata nei pressi di Stoccarda, e quello di Sebnitz in Sassonia. Il colosso tecnologico tedesco ha deciso di trasferire l’intera produzione all’estero, una scelta annunciata già lo scorso aprile e ora confermata definitivamente.

La chiusura di queste sedi si inserisce infatti in un più ampio piano di ristrutturazione del gruppo, che ha recentemente annunciato il taglio di ulteriori 13.000 posti di lavoro nella divisione Automotive.

Quello che rende particolarmente difficile la posizione dei lavoratori Power Tools è però la mancanza delle tutele di cui godono invece i colleghi Automotive: per quest’ultima, infatti, un accordo aziendale del 2023 impedisce licenziamenti per motivi economici fino alla fine del 2027, garantendo un percorso di riduzione del personale più graduale e protetto. I dipendenti di Leinfelden-Echterdingen e Sebnitz, al contrario, non beneficiano di queste protezioni e si trovano ad affrontare una transizione che impedisce qualsiasi reale margine di scelta, rendendo l’offerta di liquidazione più un ultimatum che una proposta.

Buonuscita o licenziamento: l’ultimatum di Bosch

Bosch ha già comunicato ai lavoratori della produzione di Leinfelden-Echterdingen che dovranno scegliere tra accettare un accordo di risoluzione consensuale del rapporto di lavoro con relativa buonuscita oppure affrontare un licenziamento diretto. Chi rifiuterà l’offerta verrà infatti licenziato con condizioni significativamente peggiori.

Ttrattandosi della chiusura totale dello stabilimento e non di un ridimensionamento parziale, non si applica nemmeno la cosiddetta “selezione sociale”, che normalmente tutela i lavoratori più anziani, quelli con disabilità e i membri del consiglio di fabbrica.

Dal punto di vista legale, Bosch ha quindi la possibilità di procedere con il licenziamento di tutti i dipendenti senza particolari vincoli. L’azienda presenterà l’offerta formale ai lavoratori a metà novembre, concedendo loro quattro settimane di tempo per decidere. Chi non avrà firmato entro il termine stabilito riceverà il licenziamento con decorrenza dal 31 dicembre 2026.

I dettagli economici della buonuscita

L’ammontare della liquidazione offerta ai dipendenti sarà calcolato in base a tre parametri fondamentali: l’età del lavoratore, il livello retributivo e gli anni di anzianità aziendale. La somma massima prevista è stata fissata a 250.000 euro.

Per incentivare una rapida adesione all’accordo, Bosch ha inoltre previsto un bonus aggiuntivo per coloro che sottoscriveranno l’intesa senza indugi. Questa strategia di incentivazione mira evidentemente a velocizzare il processo di transizione e a ridurre le possibili resistenze da parte della forza lavoro.

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