Borsa Italiana: gli short su Azimut calano ai minimi da quattro mesi

Ufficio Studi Money.it

19/01/2019

19/01/2019 - 09:55

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Le posizioni corte sulla società di consulenza e gestione patrimoniale sono scese ai minimi dal 19 ottobre 2018. È però ancora presto per parlare di long

Borsa Italiana: gli short su Azimut calano ai minimi da quattro mesi

Gli acquisti generalizzati sul mercato azionario di questa ottava hanno portato i fondi a chiudere parte delle loro posizioni nette corte rispetto all’11 gennaio scorso, fatto che senza ulteriori indicazioni può essere assimilabile a delle prese di profitto dai ribassi a cui si è assistito nel corso delle battute finali del 2018.

Il focus di questa settimana è su Azimut, il cui capitale vittima delle vendite dei grandi player del mercato nel 2019 è sceso ai minimi dal 19 ottobre 2018.

Andamento storico delle pnc su Azimut. Elaborazione Ufficio Studi di Money.it

L’informazione interessante deriva dall’osservazione dello storico delle posizioni ribassiste nette aperte dai fondi dal 2013, che ha visto il suo picco il 21 novembre dello scorso anno, quando il capitale vittima degli short dei fondi era pari all’11,6%, per poi scendere in maniera progressiva.

Viene quindi da chiedersi se le pressioni esercitate dal comportamento dei fondi internazionali sulla società di consulenza e gestione patrimoniale durante tutto l’arco del 2018, sia stata una delle cause alla base della decisione di dimissioni dell’amministratore delegato dell’azienda Sergio Albarelli.

Quanto sono stati precisi gli hedge funds?

Il 22 novembre Azimut ha segnato l’ultimo minimo relativo dell’anno, per poi affondare di un altro 10% e dare vita all’attuale rimbalzo. Si può quindi affermare che in questo caso i fondi siano stati molto precisi nella loro operatività.

Ecco in che modo hanno pesato le pnc su Azimut

Azimut, grafico giornaliero e inizio degli incrementi delle pnc. Fonte: Bloomberg

Confrontando il grafico storico delle posizioni nette ribassiste a quello del prezzo, si distinguono principalmente tre momenti in cui l’andamento degli short dei fondi iniziano a crescere sensibilmente: a fine maggio 2015, a metà maggio 2016 e, il più recente, l’8 maggio 2018.

Il grafico è piuttosto eloquente, più le posizioni ribassiste sono incrementate, più la pressione di vendita sull’azione è aumentata.

A questo proposito, Money.it ha recentemente contattato l’area investor relations della società, chiedendo delucidazioni sull’atteggiamento di Azimut nei confronti di questi investitori istituzionali. Domanda a cui non è stata ricevuta una risposta.

Un’ulteriore indicazione che si riceve da queste informazioni è quella su maggio: da quanto si osserva, il detto di Borsa “sell in may and go away” viene confermato anche dall’attività degli hedge fund, che in quel mese sembra farsi più intensa.

In questo contesto, sebbene l’azienda abbia visto diminuire la pressione ribassista ai livelli dello scorso ottobre, resta ancora la più shortata dai fondi tra le quotate italiane. Il peggio non può ancora dirsi passato e si potrebbero valutare dei long solamente quando si libereranno quote più importanti di capitale.

Posizioni nette corte su Azimut. Elaborazione Ufficio Studi di Money.it su dati Consob al 18/01/2019

Al momento, Engadine Partners, Blackrock e Merian Global Investors sono gli investitori istituzionali che detengono la maggiore quota di capitale sociale di Azimut in ottica short: rispettivamente il 3,65%, il 2,31% e l’1,73%.

Il quadro generale a Piazza Affari

Elaborazione Ufficio Studi di Money.it

Oltre alla società guidata da Pietro Giuliani, che resta la preda preferita degli hedge fund, sono ancora Banco BPM e UBI Banca le più shortate dai fondi. Sui due istituti di credito pesano rispettivamente l’8,24% e il 6,93% di capitale sociale tenuto sotto scacco dagli istituzionali e 6 pnc in essere.

New entry per Salvatore Ferragamo, che esordisce con una posizione short netta e lo 0,51% di capitale sotto la morsa dei fondi.

Più fortunate Gimatt e Tiscali, dove i grandi operatori fanno scendere le pressioni al di sotto dello 0,5%, uscendo dalla nostra classifica.

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