Booking in crisi, arrivano i primi licenziamenti in Italia

P. F.

26 Luglio 2025 - 11:25

Booking.com ha annunciato un nuovo piano di riorganizzazione dell’azienda che prevede il licenziamento di 1.000 lavoratori nel mondo. A rischio il posto di nove dipendenti italiani.

Booking in crisi, arrivano i primi licenziamenti in Italia

Brutte notizie per i dipendenti di Booking.com. La celebre piattaforma olandese per la prenotazione di alloggi online ha annunciato un nuovo piano di riorganizzazione globale che prevede il licenziamento di oltre 1.000 lavoratori in tutto il mondo. Nel disegno sarà - purtroppo - coinvolta anche l’Italia, con nove dipendenti a rischio nelle sedi di Milano e Roma.

Le reazioni dei sindacati non si sono fatte attendere. Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs - le tre principali organizzazioni sindacali italiane per i lavoratori del settore commercio, turismo e servizi - hanno proclamato lo stato di agitazione, definendo l’accaduto una “strumentalizzazione gravissima”.

Le motivazioni dietro i licenziamenti di Booking.com

Nonostante un utile netto in crescita del 37% - pari a 5,9 miliardi di dollari (circa 5,4 miliardi di euro) - nel primo trimestre del 2025 e ricavi in aumento dell’8%, Booking Holdings ha annunciato l’avvio un processo di ristrutturazione globale che potrebbe coinvolgere tra i 200 e i 1.000 dipendenti a livello internazionale.

L’azienda ha giustificato i tagli come parte di una strategia che mira a snellire le strutture operative e accelerare l’adozione di soluzioni automatizzate, con l’obiettivo di ridurre significativamente la burocrazia interna e le fasi intermedie. Una scelta che, secondo la narrazione ufficiale, dovrebbe rafforzare l’agilità e la capacità innovativa nel lungo termine.

Chi sono i dipendenti di Booking.com a rischio licenziamento

Su un totale di circa 150 lavoratori italiani, sono nove i dipendenti tra le sedi di Milano e Roma che rischiano il licenziamento. Otto di loro sono linguisti, mentre uno appartiene al reparto legale e compliance. Fonti interne all’azienda confermano che i dipendenti a rischio fanno parte del team incaricato della traduzione, localizzazione e controllo qualità dei contenuti destinati al mercato italiano.

L’ipotesi più accreditata, quindi, è che la decisione dell’azienda sia legata al crescente ricorso all’intelligenza artificiale, una tecnologia che ormai garantisce traduzioni sempre più precise e sofisticate, rendendo così superfluo il bisogno di professionisti del settore linguistico.

Le reazioni dei sindacati

Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs hanno invitato l’azienda a valutare soluzioni alternative ai licenziamenti, come l’utilizzo di ammortizzatori sociali, la ricollocazione interna del personale o altre misure volte a tutelare l’occupazione dei dipendenti. Tuttavia, Booking.com ha risposto con una proposta economica giudicata insufficiente, accompagnata dalla richiesta di selezionare autonomamente i dipendenti da licenziare.

Di fronte al rifiuto totale dell’azienda di avviare un confronto costruttivo, le organizzazioni e le rappresentanze sindacali hanno proclamato lo stato di agitazione, riservandosi di adottare ogni iniziativa necessaria per difendere i diritti e la dignità dei lavoratori della piattaforma. Hanno inoltre sottolineato come le motivazioni fornite dall’azienda non siano esclusivamente di natura economica, ma sembrino piuttosto una risposta ambigua che maschera una strategia volta alla riduzione del personale per incrementare il profitto.

I sindacati hanno criticato duramente anche le motivazioni legate ai licenziamenti, basate sull’utilizzo strumentale di questionari anonimi interni che, secondo l’azienda, indicherebbero un “scarso senso di appartenenza al gruppo” e una “diminuzione della motivazione”.

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