Bonus per i bambini da 6 a 18 anni per investire e integrare la pensione

Patrizia Del Pidio

6 Settembre 2025 - 11:16

Il governo Merz ha previsto un bonus fisso di 10 euro al mese è stato previsto per i bambini da 6 a 18 anni a patto che sia investito per integrare la futura pensione. Vediamo i dettagli.

Bonus per i bambini da 6 a 18 anni per investire e integrare la pensione

Il Governo Merz vorrebbe introdurre una sorta di “paghetta” mensile previdenziale per i bambini con età compresa tra 6 e 18 anni con l’obiettivo di spingerli a investire per integrare le future pensioni.

Dal 2026, quindi, tutti i bambini tedeschi potrebbero ricevere un bonus di 10 euro al mese, una piccola cifra che ha un duplice scopo: da una parte allenare i giovani alla cultura finanziaria, dall’altra andare a provvedere fin da subito alle problematiche del sistema previdenziale tedesco vecchio di oltre un secolo.
Il nuovo progetto ha un nome: Frühstart Rente, ovvero pensione a inizio anticipato.

La paghetta per finanziare la pensione

Come si legge sul New York Times, si tratta di un’idea «radicale per un Paese che, per decenni, ha custodito i risparmi come reliquie nei libretti bancari» e ha spiegato che a partire dal 1° gennaio tutti i bambini dai 6 anni e fino al compimento dei 18 anni riceveranno 10 euro al mese da investire in un piano di risparmio azionario. Il conto resterà attivo fino ai 18 anni, ma il denaro resterà vincolato fino al pensionamento. Dopo il pensionamento sarà scelta del titolare se continuare a risparmiare.

Il disegno di legge che conterrà la proposta sarà discusso in autunno. In mancanza del testo della proposta, però, non è chiaro se a dover aprire il conto saranno i genitori o lo farà in automatico il Governo e neanche quanto questi risparmi saranno tassati. Si parla di un accantonamento di 120 euro l’anno per 12 anni, somme che resterebbero vincolate per quasi 50 anni maturando interessi e restituendo al momento della pensione cifre che potrebbero essere interessanti.

L’importanza del risparmio appresa da piccoli

Secondo il cancelliere Friedrich Merz il progetto ha come scopo quello di fare in modo che la sicurezza futura non debba più essere cercata solo nello Stato: in questo modo, in piccola parte, diventa anche una responsabilità che poggia sull’iniziativa del cittadino. Il discorso appare chiaro: i giovani non devono affidarsi solo alle pensioni pubbliche, ma devono imparare a investire, anche piccole somme, nel mercato azionario. In questo modo si insegna ai bambini che anche piccole somme accantonate con costanza possono fare la differenza.

Il sussidio dovrebbe costare alle casse dello Stato circa un miliardo di euro l’anno, a partire dal 2026. Le polemiche che la proposta ha scatenato non sono state poche. Se da una parte c’è chi sostiene che queste coperture si sarebbero potute impiegare per rafforzare il sistema previdenziale, dall’altra c’è chi apprezza l’obiettivo educativo della misura. Il sindacato dei metalmeccanici, invece, sostiene che una simile iniziativa potrebbe essere non solo lontana dalla realtà, ma anche pericolosa.

L’esperimento della Germania

In Germania la paghetta che i genitori danno ai figli è quasi una legge al punto che l’Istituto Tedesco per la Gioventù suggerisce anche gli importi da corrispondere ai bambini in base all’età. Proprio in questo contesto l’idea di Merz più che apparire come una rete di sicurezza per il futuro dei bambini, sembra un esperimento pedagogico, visto che si tratta di un intervento volto a cambiare la cultura dei piccoli tedeschi.

In Germania la popolazione è prudente e si preferisce il basso rendimento al rischio. Pochi sono coloro che investono nel mercato azionario e la proposta serve anche a far venire meno la diffidenza dei cittadini nei confronti degli investimenti azionari, perché senza un’apertura in questo frangente la sostenibilità del sistema previdenziale inizia a vacillare.

Secondo le stime di Trade Republic i 10 euro investiti ogni mese per 12 anni potrebbero trasformarsi, se investiti fino alla pensione, in 65.000 euro, ma servirebbe un rendimento medio del 7%. Ma con una inflazione stabile al 2% il tesoretto si svaluterebbe, visto che il potere di acquisto reale si ridurrebbe di un terzo.

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