Nuove regole per il bollo auto a partire dal 1° gennaio 2026 Ecco come cambia la tassa automobilistica e per chi.
Da gennaio 2026 cambiano le regole sul bollo auto, a partire da scadenze, esenzioni ed eventuali rate. A prevedere le novità il diciassettesimo decreto attuativo della riforma fiscale “Disposizioni in materia di tributi regionali e locali e di federalismo fiscale regionale”, approvato in via preliminare dal Consiglio dei Ministri su proposta del ministri Giancarlo Giorgetti e Roberto Calderoli.
Gli automobilisti italiani devono prepararsi a novità considerevoli rispetto alle modalità ordinarie di pagamento della tassa automobilistica, anche se le norme non saranno uguali per tutti. I veicoli di nuova immatricolazione saranno gli apripista per parte delle nuove misure.
Il decreto introduce novità per quel che riguarda i tributi regionali dando una maggiore autonomia fiscale agli enti territoriali, ma al tempo stesso prevede anche semplificazioni negli adempimenti. Le novità che riguardano il bollo auto dovrebbero entrare in vigore a partire dal 2026, ma quali sono?
Novità bollo auto 2026
Il cambiamento più importante del bollo auto riguarda le scadenze di pagamento, completamente stravolte rispetto all’abitudine degli italiani, almeno per alcuni cittadini. Le nuove regole si applicano infatti ai veicoli nuovi, immatricolati a partire dal 1° gennaio 2026. Per tutti gli altri continueranno a essere adottate le regole ordinarie, salvo diversa decisione degli enti locali. Per le auto di nuova immatricolazione, comunque, il bollo auto dovrà essere pagato in un’unica soluzione entro la fine del mese successivo alla prima immatricolazione.
Sono, quindi, previste scadenze personalizzate, diverse per ogni veicolo a seconda della data di immatricolazione. La scadenza sarà quindi il 28 febbraio 2026 per le auto immatricolate a gennaio, il 31 marzo 2026 per quelle immatricolate nel febbraio dello stesso anno e così via.
Fermo restando che per il pagamento si deve far riferimento alla scadenza prevista dalla Regione in cui si risiede, per garantire la certezza del gettito all’ente locale, dovrebbero scomparire tutte le scadenze fisse che attualmente sono previste per i versamenti.
Stop alle rate
Come anticipato, il pagamento del bollo auto sui veicoli immatricolati dal 2026 è richiesto in un’unica soluzione. I proprietari perdono quindi la possibilità di chiedere rate semestrali, quadrimestrali o trimestrali. Le Regioni conservano comunque la facoltà di concedere la dilazione ad alcune categorie specifiche di utenti, per esempio relativamente ai mezzi aziendali o ecologici. È, però, importante notare che non si tratta di un obbligo, pertanto i proprietari potrebbero essere tenuti al pagamento in un’unica soluzione (sempre riguardo ai nuovi veicoli immatricolati dal 2026).
Gli enti locali conservano invece la piena discrezionalità per quanto concerne aliquote, esenzioni e sconti. L’effettivo calcolo del bollo auto resta quindi in mano alle Regioni, anche perché il versamento confluirà interamente nelle casse della Regione di residenza. Considerando che le nuove regole non impongono oneri aggiuntivi, ma anzi tutelano maggiormente la riscossione locale, non dovrebbero comunque essere attesi aumenti dei costi. L’importo della tassa rimane inoltre legato alla potenza e alla classe ambientale del veicolo.
Cosa cambia in caso di vendita
Un altro cambiamento significativo si ha in caso di vendita del veicolo. Oggi se il passaggio di proprietà avviene nel mese di pagamento del bollo auto, potrebbe esserci confusione su chi deve essere tenuto al versamento (vecchio o nuovo proprietario?). Il problema principale è che il soggetto passivo del bollo viene individuato al giorno della scadenza per il versamento.
Con le nuove regole, invece, risponderà del bollo auto il titolare del veicolo all’inizio del periodo tributario. Vengono così eliminati possibili dubbi interpretativi e si agevola lo scambio chiaro e trasparente nelle compravendite. Il decreto attuativo prevede, invece, che il soggetto passivo venga individuato il primo giorno del periodo tributario e in questo caso, quindi, resterebbe a carico al vecchio proprietario.
Facciamo un esempio concreto per capire: se Tizio sta vendendo un veicolo a Caio a maggio, ma entro il 31 maggio deve essere pagato il bollo auto, chi deve versare la somma? In base alle regole di oggi, se il passaggio avviene prima del 31 maggio, a pagare è Caio (chi acquista) proprietario al 31 maggio. Con le nuove regole, invece, il pagamento toccherebbe a Tizio (chi vende) che era proprietario il 1° maggio.
Con questa modifica si eliminano tutte le ambiguità che si potrebbero avere nel caso di passaggio di proprietà del veicolo nel mese in cui si deve pagare il bollo auto.
Bollo auto e fermo amministrativo
Dal 2026 sarà obbligatorio pagare il bollo auto anche per i veicoli sottoposti a fermo amministrativo o giudiziario. Il decreto, infatti, esclude dall’elenco delle cause che permettono di avere l’esenzione dal pagamento del bollo auto il fermo amministrativo.
Si cerca così di impedire che i proprietari ottengano l’esonero dal pagamento con il pretesto del fermo, pur continuando magari a circolare con il veicolo interessato. Di fatto, questo problema dovrebbe essere risolto con il controllo e il sequestro dei mezzi sottoposti a fermo, ma evidentemente non sempre consentono di ottenere risultati soddisfacenti. In ogni caso, il bollo auto è una tassa che dipende dal possesso del veicolo e non dalla circolazione, tanto da essere dovuto anche quando il mezzo non viene utilizzato per i motivi più disparati.
L’articolo 5 del decreto legge 953 del 30 dicembre 1982 prevede che
La perdita del possesso del veicolo o dell’autoscafo per forza maggiore o per fatto di terzo o l’indisponibilità conseguente a provvedimento dell’autorità giudiziaria o della pubblica amministrazione, annotate nei registri indicati nel trentaduesimo comma, fanno venir meno l’obbligo del pagamento del tributo per i periodi d’imposta successivi a quello in cui è stata effettuata l’annotazione.
Successivamente la Consulta con la sentenza 47 del 2 marzo 2017 ha stabilito che l’esclusione riguardasse solo il fermo amministrativo (disposto dalle autorità preposte per gravi violazioni del codice della strada, e che prevede che il veicolo sia custodito in luoghi non sottoposti a pubblico passaggio e che il documento di circolazione venga custodito dall’organo di polizia) e non quello fiscale (misura cautelativa provvisoria disposta dall’agente di riscossione a garanzia del debito).
Generalmente, però, si tende a confondere il fermo amministrativo con quello fiscale, chiamando amministrativo (o più semplicemente “fermo auto”) sia quello disposto a garanzia del debito che quello disposto per violazione del codice della strada. Ora, se l’esclusione dell’esenzione fosse prevista per il fermo fiscale (in alcune Regioni è ancora prevista) quasi nulla cambierebbe, ma se riguardasse il fermo amministrativo si tratterebbe di una novità dalla portata abbastanza importante. Per capire come la norma agirà, però, è necessario attendere l’interpretazione della novità dopo la sua entrata in vigore.
Niente cambiamenti per il Superbollo
Non vengono introdotti cambiamenti per il Superbollo, destinato alle auto con potenza superiore a 185 kW, che resta in vigore senza novità.
Nasce l’Archivio nazionale tasse automobilistiche
Per snellire ulteriormente la burocrazia e semplificare i controlli viene istituito l’Archivio nazionale tasse automobilistiche (Anta). Una vera e propria banca dati sul bollo auto, integrato tra Aci, Pra ed enti locali. L’archivio permetterà di incrociare i dati e ottimizzare le verifiche, anche in caso di rimborsi o istanze dei cittadini.
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