Se Berlino paga il salvataggio dell’unità tedesca di Gazprom che ha «confiscato»

Mauro Bottarelli

14 Giugno 2022 - 15:15

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Mentre la Russia taglia il flusso di gas verso la Germania e Zelensky pungola Scholz, il governo teutonico si trova costretto a tamponare le perdite «accessorie». E derivanti proprio dalle sanzioni

Se Berlino paga il salvataggio dell’unità tedesca di Gazprom che ha «confiscato»

Germania al centro dello scacchiere bellico e geopolitico nella giornata odierna. Se infatti il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, in un’intervista con l’emittente tedesca ZDF ha invitato Berlino ad assicurare sostegno al suo Paese senza equilibrismi, nemmeno troppo velata critica alla postura equidistante che Scholz sta cercando di mantenere per non inimicarsi del tutto chi gli garantisce il gas, proprio su quel fronte Gazprom ha immediatamente mosso la sua pedina.

Il colosso energetico di Mosca ha infatti annunciato una riduzione di oltre il 40% della sua capacità di consegna giornaliera di gas alla Germania, tramite il gasdotto Nord Stream. Riduzione immediata, oltretutto: a partire da subito. Da oggi. E Gazprom ha giustificato la decisione chiamando in causa la mancata consegna di alcune attrezzature da parte del gruppo tedesco Siemens: Le consegne di gas tramite il gasdotto Nord Stream possono essere garantite solo fino a un volume di 100 milioni di metri cubi di gas al giorno, invece dei previsti 167 milioni al giorno, ha affermato il gruppo in una dichiarazione pubblicata su Telegram. Immediato l’aumento delle quotazioni futures del Dutch ad Amsterdam, ancorché contenute sul filo della singola cifra per questione di decimali.

A causa dei ritardi nella consegna di compressori da parte di Siemens, e malfunzionamenti ai motori, solo tre unità di compressione possono esser attualmente messe in funzione alla stazione di Portovaya, ha reso noto Gazprom in riferimento alla decisione. Insomma, warfare energetico ai massimi livelli di ricatto, Ancorché, per ora, a bassa intensità. Ma è un’altra la notizia sull’asse Berlino-Mosca a far riflettere, soprattutto alla luce del travagliato parto che ha portato alla nascita del sesto pacchetto di sanzioni Ue, quello che contempla - seppur con modalità decisamente rilassate - anche l’export petrolifero via mare.

Stando a quanto riportato da Bloomberg citando una fonte anonima con diretta conoscenza della vicenda, il governo tedesco sarebbe pronto a sborsare una cifra compresa fra 5,2 e 10,4 miliardi di euro per salvare l’unità tedesca di Gazprom - Gazprom Germania GmbH - che ha confiscato due mesi fa in ossequio alle sanzioni contro entità economiche legate al Cremlino. Da un mese a questa parte, infatti, la casa madre russa ha sospeso i flussi verso la sussidiaria tedesca, la quale è quindi costretta a reperire il gas sul mercato a prezzo spot. Di fatto, un bagno di sangue economico, Tutto in capo al governo tedesco, ovviamente.

Ma il problema è duplice. Perché Gazprom Germania Gmbh controllo vari siti di stoccaggio in Germania, fra cui il principale di Mallnow e suo compito in questi mesi estivi è proprio quello di reperire più gas possibile per riempire le riserve al massimo in vista dell’autunno/inverno. Ma senza il supporto statale, tutto inutile. E grossi rischi di tenuta energetica all’orizzonte, il tutto in un Paese con aziende energivore che sostengono per grandissima parte il Pil, a sua volta sulla corda dell’equilibrista della contrazione. E per quanto la Bundesnetzagentur abbia opposto un infastidito no comment alla richiesta di conferma o smentita di Bloomberg, appare abbastanza scontato come il governo debba incaricare la banca a controllo statale KfW Group di operare il pagamento.

Ovviamente, dopo aver stabilito quale sia la cifra congrua nella forchetta di previsione. Comunque sia, un salasso. A spese dei contribuenti tedeschi. E con un rischio di effetto collaterale, appunto: se si arrivasse a una tregua sul campo di battaglia e a una revoca di sanzioni e misure di confisca, la Russia tornerebbe anche in possesso di una filiale tedesca risanata e liquidissima a costo zero? Se così fosse, Ionesco sarebbe un dilettante.

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