Cosa fare in caso di carta bancomat smagnetizzata? Si può recuperare oppure ne va richiesta una nuova alla propria banca? Ecco rimedi e soluzioni.
Ti è mai capitato di essere al supermercato, con il carrello pieno, solo per scoprire che il tuo bancomat non funziona più?
Ogni anno, migliaia di italiani si trovano ad affrontare il problema del bancomat smagnetizzato, spesso nei momenti meno opportuni. Che si tratti di un guasto al chip o di una vera e propria smagnetizzazione della banda, questo inconveniente può causare non pochi disagi nella vita quotidiana.
La buona notizia? Esistono soluzioni concrete per risolvere il problema e, ancora più importante, metodi efficaci per prevenirlo. In questa guida, ti spiegheremo come riconoscere un bancomat smagnetizzato, quali passi intraprendere per risolverlo e come evitare che accada in futuro.
Come capire se un bancomat è smagnatizzato?
Riconoscere un bancomat smagnetizzato non è sempre immediato, ma esistono alcuni segnali inequivocabili che possono aiutarci a identificare il problema.
Il primo campanello d’allarme si manifesta quando la carta funziona in modo intermittente: a volte viene accettata, altre volte no. Quando usiamo il bancomat, possiamo ricevere messaggi come «Carta non Riconosciuta» o «Carta non Valida». In casi più gravi, la carta potrebbe non entrare proprio nella fessura dello sportello ATM.
Per verificare se il bancomat è effettivamente smagnetizzato, possiamo eseguire alcuni test.
- Provare la carta su diversi sportelli ATM: se il problema persiste, è probabile che sia la carta.
- Tentare un pagamento tramite POS: se il chip funziona ma la banda magnetica no, la transazione potrebbe avere successo.
- Verificare se la carta funziona con i pagamenti contactless.
È importante distinguere tra una vera smagnetizzazione e altri tipi di malfunzionamento
- Se il problema è legato alla smagnetizzazione, gli sportelli ATM non riusciranno a decifrare le informazioni contenute nella banda magnetica. In alcuni casi, potrebbe trattarsi semplicemente di accumulo di polvere sulla banda magnetica, risolvibile con una pulizia accurata usando un panno asciutto e pulito.
- Se la carta presenta segni visibili di usura, come tagli o incisioni, il problema potrebbe non essere legato alla smagnetizzazione ma a un danneggiamento fisico della carta stessa.
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Bancomat smagnetizzato, cosa fare? I rimedi possibili
Quando ci ritroviamo un bancomat smagnetizzato, è fondamentale mantenere la calma e seguire alcune procedure specifiche. Fortunatamente, esistono diverse soluzioni sia immediate che a lungo termine. Ad esempio? Utilizzando le alternative digitali.
Se abbiamo già configurato il nostro bancomat su wallet digitali come Apple Pay, Google Pay o Bancomat Pay possiamo continuare a utilizzarlo per i pagamenti anche se la carta fisica è smagnetizzata.
Ecco le principali alternative a nostra disposizione:
- pagamenti tramite wallet digitale tokenizzato;
- utilizzo del chip della carta (se solo la banda magnetica è danneggiata);
- pagamenti contactless attraverso l’antenna NFC;
- transazioni online associate alla carta.
Per risolvere definitivamente il problema, però, dobbiamo seguire alcuni passaggi essenziali direttamente con la nostra banca.
- Contattare il numero verde della banca per segnalare il problema.
- Bloccare la carta seguendo le istruzioni dell’operatore.
- Richiedere una carta sostitutiva attraverso i canali indicati.
- Verificare le modalità di consegna della nuova carta.
Prima di procedere con la sostituzione, possiamo provare alcuni rimedi rapidi come la pulizia della banda magnetica con un panno asciutto e pulito, o testare la carta su un altro sportello ATM. Se questi tentativi non dovessero funzionare, è necessario procedere con la sostituzione della carta.
Bancomat smagnetizzato, come prelevare?
Se ci troviamo con un bancomat smagnetizzato ma abbiamo urgente bisogno di prelevare contanti, esistono diverse soluzioni all’avanguardia che possono aiutarci e a cui non tutti pensano immediatamente. Le banche italiane hanno sviluppato servizi specifici per queste situazioni di emergenza.
Il prelievo SOS è uno dei servizi più innovativi, disponibile presso molti istituti bancari. Ecco come funziona:
- accediamo all’app della nostra banca;
- selezioniamo l’opzione di prelievo cardless o SOS;
- scegliamo l’importo da prelevare;
- riceviamo un codice temporaneo;
- utilizziamo il codice presso lo sportello ATM.
Per utilizzare questi servizi di prelievo alternativo, dobbiamo assicurarci di avere l’app della banca installata sul nostro smartphone, un contratto di internet banking attivo e, inoltre, l’autenticazione biometrica o PIN configurati
La maggior parte delle banche offre anche il Prelievo Cardless tramite QR code. In questo caso, basta inquadrare il codice QR visualizzato sullo sportello ATM con il nostro smartphone per autorizzare il prelievo. Questo sistema è particolarmente sicuro perché utilizza l’autenticazione a due fattori e non richiede l’inserimento di alcuna carta fisica.
È importante notare che questi servizi hanno generalmente dei limiti giornalieri di prelievo, spesso inferiori rispetto ai limiti standard della carta. Per esempio, alcuni servizi di emergenza consentono prelievi fino a 100 euro per operazione.
Nota importante: una volta effettuato il prelievo di emergenza, riceveremo una notifica di conferma sul nostro smartphone, garantendo così la tracciabilità completa dell’operazione.
Come evitare che il bancomat possa smagnetizzarsi
La prevenzione è sempre la migliore strategia quando si tratta di proteggere il nostro bancomat dalla smagnetizzazione. Vediamo insieme le soluzioni più efficaci per mantenere la nostra carta sempre funzionante.
Per garantire una lunga vita al nostro bancomat, dobbiamo prestare particolare attenzione a dove lo conserviamo. Ecco i punti essenziali da ricordare.
- Tenere la carta lontana da fonti magnetiche (smartphone, TV, calamite).
- Conservare ogni carta in uno scomparto separato del portafoglio.
- Evitare luoghi umidi o con temperature estreme.
- Non piegare mai la carta nel portafoglio da tasca.
- Utilizzare portacarte specifici in materiali protettivi.
Le moderne tecnologie ci offrono soluzioni sempre più sofisticate per proteggere le nostre carte. I portafogli con protezione RFID rappresentano l’evoluzione più significativa in questo campo. Questi dispositivi creano una vera e propria gabbia di Faraday che protegge le nostre carte non solo dalla smagnetizzazione, ma anche da tentativi di clonazione attraverso la tecnologia contactless.
Manutenzione preventiva della carta
Una corretta manutenzione preventiva può fare la differenza. Ad esempio, una pulizia costante ed eseguita con i giusti criteri, nonché un controllo regolare.
- Pulire regolarmente la banda magnetica con un panno asciutto e pulito.
- Controllare periodicamente l’integrità del chip.
- Evitare di estrarre frequentemente la carta dal suo alloggiamento.
- Verificare che non ci siano graffi o segni di usura.
- Asciugare immediatamente la carta se si bagna.
Importante: la protezione RFID diventa particolarmente rilevante per le carte di ultima generazione dotate di chip per i pagamenti contactless. Questi dispositivi, infatti, sono più vulnerabili alle interferenze elettromagnetiche e richiedono una protezione aggiuntiva.
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