In generale aumenta l’attrattività dei BTP di Meloni agli occhi degli investitori stranieri.
Non solo alle banche italiane, i BTP di Meloni fanno sempre più gola anche alle banche estere. A certificarlo l’AIBE, Associazione italiana delle banche estere, che ha appena pubblicato il rapporto “Support to the Italian Economy in 2024” di luglio, in collaborazione con Consilia Business Management.
Dal report di luglio 2025 emerge il ruolo sempre più significativo che le banche straniere detengono in Italia e per l’Italia, commentato così dal presidente dell’AIBE, Guido Rosa:
“Il rapporto dell’AIBE, arrivato ora alla sua 15esima edizione, offre un quadro sulla presenza e sull’importanza delle banche straniere e degli intermediari finanziari nel sistema economico e finanziario dell’Italia. Gli ultimi dati disponibili confermano la loro presenza significativa nel mercato di diverse linee di business, e mettono in evidenza una ulteriore crescita in alcune aree di attività”.
Rosa ha continuato, sottolineando che “la percentuale delle emissioni di debito pubblico (italiano) detenuta da entità straniere, per esempio, ha raggiunto il 31%, salendo in modo considerevole a seguito della pandemia ”. Non solo. Il presidente dell’AIBE ha reso noto che a crescere è stata anche la quota delle banche che hanno aiutato il Paese a raccogliere sia debito (nelle cosiddette emissioni sindacate) che azioni, in particolare nei settori strategici dell’economia italiana.
Non è mancato l’appello del dirigente dell’AIBE, che ha ricordato che, “in un contesto macroeconomico caratterizzato dalla crescita dei rischi geopolitici, dalla frammentazione commerciale e dalla debole crescita economica, sia l’Italia che l’Europa nel complesso fanno fronte a sfide multiple, incluso il bisogno urgente, di nuovo, di fare un appello agli inve stitori stranieri e di aumentare la competitività su scala globale”.
Un altro appello è stato lanciato all’intero sistema finanziario e anche alle autorità a favore del consolidamento bancario, che “ necessita di essere sviluppato per ridurre il gap dimensionale con le banche americane ”. Questo, mentre in Italia continua la saga dell’OPS lanciate in particolare da UniCredit e MPS, rispettivamente sulle prede Banco BPM e Mediobanca.
Ma veniamo al ruolo sempre più crescente che le banche straniere rivestono nel sostenere le emissioni di debito pubblico, dunque di BTP e di altri Titoli di Stato, in Italia. Un ruolo che in precedenza era stato ricoperto soprattutto dalla BCE, ai tempi dei bazooka monetari ormai facenti parte del passato, e che ora vede protagonisti, oltre ai BTP People, anche le banche estere. Il tutto è stato spiegato nella sezione “Italian public debt and external debt”, che si riferisce a quanto avvenuto nel 2024, ma che esamina anche alcuni dati annunciati alla fine di marzo.
Non è stato certo minimizzato il problema dell’ingente debito pubblico, che continua a pesare come un macigno sull’economia italiana.
E’ stato infatti ricordato che, “stando al rapporto della Commissione europea, un debito pubblico elevato espone l’Italia ad alcune vulnerabilità ”, a fronte di “ un rapporto debito-PIL che è tornato ai livelli precedenti la pandemia (134,8%) e costi di servizio del debito che sono attesi rimanere costanti attorno al 4% del PIL ”.
Detto questo, nel corso del 2024, la percentuale di debito detenuta dai non residenti è cresciuta dal 27,7% al 31,1%: “Nel 2024 si è manifestato un aumento significativo della quota di debito pubblico detenuto dai non residenti”, precisa il rapporto dell’AIBE, che ha snocciolato tutti i numeri, indicando che, “nel corso dello scorso anno gli investitori stranieri hanno aumentato la loro esposizione verso il debito pubblico italiano di circa 130 miliardi, da €793,7 a €923,8 miliardi, in crescita del 16,4% su base annua. La crescita è continuata nei mesi di gennaio e febbraio del 2025, portando l’esposizione a salire fino a quota €965 miliardi tanto che, alla fine del mese dii febbraio 2025, la quota di investitori stranieri che detenevano BTP è aumentata ulteriormente al 31,9%”.
Ancora, dal rapporto dell’AIBE, “stando a Bankitalia, nel 2024 gli investitori non residenti hanno effettuato grandi acquisti netti di strumenti finanziari italiani (€167 milioni, valore record degli ultimi 20 anni), sulla scia di rendimenti competitivi e di una stabilità finanziaria relativa nel mercato domestico”.
E la maggioranza di questi acquisti ha avuto per oggetto proprio i BTP (Titoli di Stato italiani, bond governativi), per un ammontare pari a 125 miliardi di euro, il 75% del totale.
A conferma di come le banche straniere si siano sostituite al ruolo della BCE, che per anni con i suoi bazooka monetari ha fatto shopping di BTP (ma anche dei bond dell’area euro) prima di staccare definitivamente la spina al PEPP-QE pandemico alla fine del 2024, l’associazione ha scritto che “questa domanda ha aiutato a compensare la riduzione graduale del portafoglio precedentemente sottoscritto dall’Eurosistema attraverso il piano Public Sector Purchase Program (PSPP) (facente parte del QE-Quantitative easing tradizionale, o anche Quantitative easing creato dall’ex presidente della BCE Mario Draghi e il Pandemic Emergency Purchase Program (PEPP) ”.
In merito alla distribuzione geografica del debito estero dell’Italia detenuto dalla istituzioni finanziarie, il report h reso noto che, alla fine del mese di dicembre 2024, le banche europee nello specifico detenevano BTP & Co per un valore di 715 miliardi di dollari, in realtà in calo dell’1,5% su base annua, di 11 miliardi di dollari circa. “Nonostante questa flessione, le banche europee continuano a detenere la maggior parte del debito estero dell’Italia, sulla scia di un aumento significativo in termini assoluti”, che si è verificato nel periodo compreso tra il 2018 e il 2024, ed è stato pari a 155 miliardi di dollari.
Le banche non europee, invece, hanno visto la loro esposizione nei confronti del debito italiano aumentare a 136 miliardi di dollari, ovvero dell’1,7% su base annua (+$2,2 miliardi).
(in fase di scrittura)
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