Una banca europea, tra i più imponenti istituti finanziari al mondo, è stata beccata (e multata) per aver riciclato denaro a favore del mercato della droga messicano.
Rabobank ha ammesso le sue colpe: l’istituto finanziario olandese, tra i più imponenti al mondo, ha confermato di aver gestito milioni e milioni di dollari in fondi illeciti.
Praticamente immediata la reazione del Governo federale statunitense, che ha multato la banca obbligandola al pagamento di ben 369 milioni di dollari.
Stando a quanto emerso dalle dichiarazioni del Dipartimento di Giustizia USA, Rabobank avrebbe autorizzato prima il deposito di centinaia di milioni di dollari non rintracciabili presso le sue filiali rurali in California, poi il prelievo e lo scambio di queste stesse somme tramite bonifici, assegni e transazioni in contanti.
Contro l’olandese è stata anche mossa l’accusa di aver osteggiato le indagini nel tentativo di evitare una nuova ondata di sanzioni, dopo quelle del 2006 e del 2008 imposte per motivazioni pressoché identiche. La banca, dal canto suo, ha confermato la piena disponibilità a cooperare con le autorità per l’accertamento dei fatti.
“Quando Rabobank ha appreso che un numero consistente di transazioni dei suoi clienti avevano a che vedere con narcotraffico internazionale, crimine organizzato e attività di riciclaggio di denaro, ha preferito girarsi dall’altra parte nascondendo così le carenze del suo programma”,
ha affermato John Cronan dal DoJ statunitense.
Il CEO di Rabobank, Wiebe Draijer ha invece commentato l’accaduto definendo le violazioni come gravi, deplorevoli e inaccettabili.
Il caso spiegato dal DoJ
I funzionari della banca sono stati accusati di aver dato vita a misure atte a prevenire controlli sulle transazioni finanziarie, sui clienti e sui conti più sospetti. Tra queste misure sicuramente la creazione di liste di clienti “verificati” esentati da controlli aggiuntivi. Il Dipartimento di Giustizia ha parlato di oltre mille clienti nel 2012, dai 10 registrati nel 2009.
Le autorità statunitensi hanno posto l’accento sulla filiale di Calexico, situata a due passi dal confine Messico-Stati Uniti. Le performance di quella sede sono a lungo risultate le migliori della regione grazie alle alte quantità di denaro in arrivo dalle zone meridionali.
Ad aggiungere benzina sul fuoco anche l’ex vicepresidente di Rabobank, George Martin, il quale ha ammesso di aver giocato un ruolo nello sviluppo di quelle politiche volte a limitare i controlli addizionali sulle operazioni di riciclaggio più sospette.
Soltanto qualche settimana fa è stata la HSBC a finire nell’occhio del ciclone con l’accusa di aver truffato i suoi clienti. Non sembra un buon momento questo per le banche europee.
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