Perché le azioni Netflix stanno scivolando a Wall Street dopo la pubblicazione dei conti? Quella zavorra rappresentata dalle tasse in Brasile.
Azioni Netflix tartassate dai sell a Wall Street dopo la diffusione degli utili da parte della regina dello streaming, che hanno dovuto fare i conti con la controversia fiscale in corso tra la Big Tech USA e il Fisco del Brasile.
Il titolo scende in premercato fino a -7% nelle contrattazioni afterhours della borsa USA, scivolando a quota 1.156,59 dollari.
Netflix alza il velo sui conti del III trimestre, utili al di sotto delle attese. Ricavi in linea. La guidance
L’utile netto di Netflix si è attestato nel corso del terzo trimestre del 2025 a quota 2,5 miliardi di dollari, al di sotto dei 3 miliardi di dollari attesi dal consensus degli analisti.
La crescita degli utili c’è comunque stata, visto che nel terzo trimestre del 2024 Netflix aveva incassato $2,36 miliardi di utili.
Al di sotto delle attese anche l’EPS (utile per azione) diluted, pari a $5,87 nel periodo compreso tra i mesi di luglio e di settembre, contro i $6,97 previsti.
I ricavi sono stati in linea con le previsioni, pari a $11,5 miliardi, riportando un rialzo del 17%.
Per l’intero 2025, Netlix ha annunciato di prevedere ricavi per un valore di $45,1 miliardi, in rialzo del 16% su base annua e in linea con le previsioni formulate in precedenza, quando aveva stimato un aumento compreso tra il 15% e il 16%.
Stime Netflix su margine operativo riviste al ribasso, incide controversia in Brasile sulle tasse da pagare
Detto questo, a causa della tassa in Brasile, il colosso ha reso noto di stimare per quest’anno un margine operativo pari al 29%, al di sotto del 30% atteso in precedenza.
Ma in cosa consiste esattamente la controversia esplosa tra il Fisco brasiliano e Netflix e in che modo ha impattato gli utili della Big Tech americana?
Tutto parte dal fatto che, secondo il Fisco del Brasile, alcuni pagamenti effettuati dalla filiale brasiliana di Netflix verso le sue società estere — per esempio, per le licenze di contenuti, royalties o altri servizi — dovrebbero essere soggetti a imposte locali o a ritenute fiscali.
Tra le imposte possibili, quelle sui servizi (ISS) oppure la CIDE, una tassa applicata sui trasferimenti di tecnologia e sulle royalties così come anche tasse sotto forma di ritenute alla fonte che, secondo il Brasile, dovrebbero andare a colpire i pagamenti transfrontalieri.
Netflix si è opposta a queste direttive, ma ha allo stesso tempo deciso di accantonare a riserva, a titolo precauzionale, di 619 milioni di dollari.
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Netflix su tassa Brasile, “non è specifica contro di noi”. Ma il gruppo accantona $619 milioni a riserva
Così il direttore finanziario di Netlix Spence Neumann ha commentato la possibilità che Netflix venga soggetta alle tasse che il Brasile vuole imporre, nello specifico una tassa del 10% su alcuni pagamenti che il Paese applica a società brasiliane per le loro attività all’estero: “Non si tratta di una tassa specifica a carico di Netflix. Non riguarda nello specifico neanche lo streaming ”.
Fatto sta, è stata l’ammissione, “ se non ci fosse stata questa spesa (accantonamento di $619 miloni), avremmo battuto le nostre stime per il terzo trimestre del 2025 relative all’utile operativo e al margine operativo ”.
In ogni caso, “non ci aspettiamo che la questione avrà un impatto significativo sui nostri risultati in corso”.
Nel terzo trimestre di quest’anno Netflix ha riportato un margine operativo pari al 28%. Se non ci fosse stato l’impatto dell’accantonamento a riserva di $619 milioni il margine, ha spiegato il gruppo, sarebbe stato superiore al 31,5% della guidance precedentemente resa nota dall’azienda.
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