Auto elettriche addio? Gli Stati Uniti prendono un’importante decisione

Luna Luciano

31 Luglio 2025 - 22:59

Trump revoca le norme sui gas serra: addio ai limiti sulle emissioni e al futuro elettrico? Gli USA rischiano un clamoroso passo indietro nella lotta al cambiamento climatico.

Auto elettriche addio? Gli Stati Uniti prendono un’importante decisione

Donald Trump lo ha fatto di nuovo. Il presidente degli Stati Uniti continua a negare il cambiamento climatico revocando l’Endangerment Finding, eliminando le normative sui gas serra: una decisione che potrebbe portare gli Usa a fare un passo indietro rispetto alle auto elettriche e alle politiche ecosostenibili.

Con l’appoggio del nuovo direttore dell’Agenzia per la Protezione Ambientale (EPA), Lee Zeldin, Trump ha smantellato uno dei pilastri della politica ambientale americana. L’Endangerment Finding, introdotto nel 2009, riconosceva legalmente che i gas serra rappresentano una minaccia per la salute pubblica. Su questa base, per oltre un decennio, sono state sviluppate norme che hanno spinto l’industria automobilistica verso veicoli sempre più efficienti e meno inquinanti, in particolare quelli elettrici.

Oggi, con la sua abrogazione, gli Stati Uniti voltano pagina. La scelta, presentata come un atto di deregolamentazione a favore delle imprese e delle famiglie, rischia però di compromettere i progressi compiuti nella transizione energetica. Mentre gran parte del mondo accelera verso l’elettrico, gli USA sembrano imboccare la corsia opposta, alimentando dubbi, proteste e preoccupazioni. È davvero la fine dell’auto elettrica americana? O un semplice rallentamento dettato da logiche politiche e interessi economici? Le conseguenze potrebbero esserci e non solo per il settore auto: ecco tutto quello che c’è da sapere a riguardo.

Trump ha abolito le normative sui gas serra: ecco perché e quali sono i rischi

La revoca dell’Endangerment Finding da parte dell’amministrazione Trump rappresenta un terremoto normativo. Questa norma, in vigore dal 2009, aveva stabilito che i gas serra, come l’anidride carbonica e il metano, costituiscono una minaccia per la salute pubblica e l’ambiente, consentendo così all’EPA di regolamentarne le emissioni. Eliminandola, l’attuale governo revoca alla radice ogni obbligo legale di limitare le emissioni di CO2 nei trasporti, un settore chiave per l’inquinamento globale.

Secondo Trump e il direttore dell’EPA, Lee Zeldin, la regolamentazione precedente avrebbe imposto costi eccessivi a famiglie e imprese. Zeldin ha parlato di “oltre mille miliardi di dollari” di spesa extra causati da normative ambientali troppo stringenti. Per loro, l’obiettivo è liberare l’economia da vincoli “inutili” e restituire libertà ai produttori. Ma a che prezzo?

I rischi sono molteplici. Primo, un aumento delle emissioni di gas serra da parte di auto e camion, con un impatto diretto sul cambiamento climatico. Secondo, un indebolimento dell’industria americana nel lungo termine: mentre l’Europa e la Cina accelerano sull’elettrico, gli Stati Uniti rischiano di restare indietro, favorendo modelli ormai superati, come i motori V8 a benzina. Terzo, una maggiore instabilità normativa: l’industria automobilistica si trova a pianificare il futuro in un contesto politico altamente mutevole, con il rischio che ogni nuova amministrazione ribalti quella precedente. Infine, la questione legale: diverse organizzazioni ambientaliste hanno annunciato ricorsi, ricordando che la Corte Suprema riconosce i gas serra come inquinanti regolamentabili. La battaglia è solo all’inizio.

Le politiche anti-ambientali di Trump e il settore auto: addio alle auto elettriche?

Con la revoca delle norme sulle emissioni, Trump ha messo in discussione la traiettoria futura dell’intera industria automobilistica americana. Per oltre un decennio, le case automobilistiche sono state incentivate (e obbligate) a investire nella mobilità elettrica: una strategia volta a ridurre l’impatto ambientale, modernizzare il settore e competere con mercati più avanzati come l’Unione Europea. Oggi, tutto questo è a rischio.

L’eliminazione dei limiti di CO2 apre la strada a un ritorno di motori tradizionali a combustione, come i V6 e V8, molto amati da una parte dei consumatori statunitensi. Alcuni attori del settore, come la SEMA (Specialty Equipment Market Association), esultano: vedono nella deregolamentazione una “liberazione” dalle regole che penalizzavano i motori ad alte prestazioni e i componenti aftermarket. Tuttavia, i grandi produttori, come Ford, Toyota, BMW e Volkswagen, adottano un approccio più cauto. Pur apprezzando una minore pressione normativa, riconoscono che il futuro del mercato globale va verso l’elettrico e che ignorarlo significherebbe perdere competitività.

Molti marchi potrebbero quindi virare su un compromesso: meno auto completamente elettriche e più ibride, una tecnologia considerata redditizia e apprezzata dagli automobilisti. Ma resta il dubbio: senza obiettivi climatici vincolanti, l’innovazione rallenterà? E le promesse di transizione ecologica fatte negli anni scorsi diventeranno carta straccia?

In un contesto mondiale dove i cambiamenti climatici sono sempre più evidenti, con ondate di calore, incendi, alluvioni e isole sommerse dal mare, la scelta americana suona come una sfida al buon senso. Invece di guidare la trasformazione verde, gli Stati Uniti rischiano di diventare l’emblema di un ritorno al passato.

La revoca dell’Endangerment Finding non è solo un atto politico: è un messaggio forte. L’amministrazione Trump ha scelto di privilegiare libertà economica e interessi industriali a breve termine a discapito dell’ambiente e della salute pubblica. Ma il cambiamento climatico non aspetta le elezioni. Le politiche anti-ambientali adottate rischiano di cancellare anni di progressi e aggravare la crisi climatica globale.

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