“Attenzione, una nuova crisi sta arrivando”: i titani di Wall Strett lanciano l’allarme

Luna Luciano

16/03/2023

16/03/2023 - 11:22

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Dal crollo della Silicon Valley Bank nasce una nuova crisi economica che si potrebbe allargare a macchia d’olio. A lanciare l’allarme i titani di Wall Street.

“Attenzione, una nuova crisi sta arrivando”: i titani di Wall Strett lanciano l’allarme

È crisi nel settore finanziario. I cosiddetti “titani” di Wall Street hanno messo in guardia il mercato globale. Dopo il fallimento della Silicon Valley Bank (Svb), improvviso e inaspettato, la crisi potrebbe diffondersi a macchia d’olio.

Le paure di milioni di investitori e risparmiatori potrebbe quindi potrebbero diventare realtà: la crisi potrebbe non limitarsi alla “banca delle startup”, ma contagiare il settore finanziario non solo statunitense ma anche globale, arrivando fino in Europa.

Ad affrontare l’“elefante nella stanza” sono stati alcuni “titani” o luminari della finanza come Larry Fink, cofondatore e dirigente del colosso finanziario BlackRock, Ray Dalio, imprenditore e fondatore di Bridgewater Associates, il più grande hedge fund del mondo, e Carl Icahn, imprenditore e investitore multimiliardario.

La necessità di parlare della vicina crisi economica non nasce solo dal crollo della Svb ma anche dai nuovi segnali di difficoltà di Credit Suisse, senza contare anche il rallentamento della crescita e il persistere dell’inflazione che i Governi si trovano ad affrontare.

Il primo a parlare è stato Larry Fink, il quale ha sollevato la possibilità che l’attuale sconvolgimento causato dal fallimento della Svb possa essere l’inizio di una “crisi a rotazione lenta” - simile a quella che emerse durante la crisi dei risparmi e dei prestiti tra gli anni ’80 e inizi anni ’90.

Wall Street, una nuova crisi in arrivo: ecco cosa potrebbe accadere

Non è ancora certo se le conseguenze del “ denaro facile e delle modifiche normative ” - come le chiama Fink - si riverseranno in tutto il settore bancario degli Stati Uniti, causando “ulteriori indagini e chiusure in arrivo”, ma non bisogna escludere l’eventualità che ciò accada. Anzi, si riaccendono i timori tra gli investitori che la crisi del settore bancario statunitense possa allargarsi anche ad altri Paesi, soprattutto nell’Ue.

Fink ha aggiunto che i mercati starebbero pagando attualmente il prezzo di “anni di soldi facili” come conseguenza della politica monetaria della Federal Reserve (Fed) negli ultimi anni. Secondo il miliardario, i “disallineamenti tra attività e passività”, quelli presenti nel bilancio di Svb prima del fallimento, potrebbero essere il “secondo pezzo del domino a cadere”.

Infatti, prima del crollo la Silicon Valley Bank ha registrato una perdita di 1,8 miliardi di dollari a seguito dell’obbligo a condurre una svendita dei suoi 21 miliardi di dollari in bond. Secondo il fondatore di BlackRock è inevitabile che alcune banche statunitensi liquideranno i prestiti per sostenere i loro bilanci. I fondi che hanno effettuato più “investimenti illiquidi” - ossia investimenti che potrebbero avere qualche difficoltà nella loro vendita - potrebbero invece essere la “terza tessera del domino a cadere”.

Dello stesso parere è Dalio, secondo il quale il fallimento di Svb potrebbe avere gravi ripercussioni sull’intero sistema economico americano. Le banche potrebbero essere costrette a subire perdite su attività che hanno perso valore a causa del recente aumento dei tassi di interesse. Secondo Dalio è probabile che i problemi aumentino nel breve-medio periodo, conducendo la Fed e le autorità di regolamentazione delle banche ad agire in modo cautelativo. Gli Usa si starebbero quindi avvicinando alla “fase di contrazione del ciclo del credito/debito a breve termine”.

I titani di Wall Street accusano l’amministrazione Biden della crisi

C’è da aggiungere che i titani di Wall Strett non hanno reagito bene alla notizia dell’intervento federale per garantire la tutela dei depositi (assicurati e non) presso Svb. Questo piano di salvataggio potrebbe infatti avere gravi ricadute sui contribuenti americani.

All’inizio di questa settimana, il miliardario fondatore dell’hedge fund Citadel Ken Griffin ha criticato il piano di salvataggio sostenuto dall’amministrazione Biden definendolo un “grave passo falso”. “Gli Stati Uniti dovrebbero avere una potenza capitalista, ma ciò sta crollando davanti ai nostri occhi”. Queste le parole di Griffin al Financial Times, al quale ha predetto che potrebbe verificarsi una “perdita di disciplina finanziaria” a causa della decisione del Governo di salvare completamente i depositanti.

Gli fa eco l’imprenditore e investitore Carl Icahn, secondo il quale consentire ai cittadini di spendere - e non risparmiare - salvandoli e proteggendoli non porterebbe a nulla di buono. È anche vero che questo genere di retorica è figlia di un sistema capitalista aggressivo, che oltre a “star crollando”, non è più sostenibile soprattutto a livello ambientale.

Ciò che è certo è che se c’è una possibilità che la crisi si estenda all’Europa, è bene che i Paesi membri si preparino ad affrontare un’ulteriore crisi economica che si aggiungerebbe a quella già in atto e alla crisi energetica.

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