Assorbenti con Iva al 5%, dove comprarli ancora per risparmiare

Ilena D’Errico

6 Gennaio 2024 - 22:44

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È ancora possibile acquistare gli assorbenti con l’Iva al 5%, ecco dove comprarli per risparmiare e cosa sta succedendo riguardo alla tampon tax.

Assorbenti con Iva al 5%, dove comprarli ancora per risparmiare

L’anno scorso il governo ha portato l’Iva sugli assorbenti e i prodotti per l’infanzia al 5%, con una diminuzione notevole rispetto al 22%, che sostanzialmente classificava questi prodotti come beni di lusso. Come sappiamo, la Legge di Bilancio 2024 ha riportato la tampon tax e l’Iva sui prodotti per la prima infanzia al 10%.

Certo, comunque meno della tassazione applicata anni fa, ma un vero e proprio passo indietro rispetto alla misura ottenuta dopo lunghi sforzi. Per questo motivo, stanno continuando le petizioni per chiedere al governo di tornare su suoi passi e riportare l’Iva al 5%.

Nel frattempo, sarà ancora possibile acquistare gli assorbenti tassati al 5%, ma non ovunque. L’Iva di fatto è salita al 10%, ma alcuni hanno scelto di dar valore alla protesta facendosi carico dell’aumento, almeno per un primo periodo. Ecco dove acquistare per risparmiare e cosa sta succedendo.

Dove comprare ancora gli assorbenti con Iva al 5%

Il marchio Coop si è spesso fatto portavoce dei diritti delle donne, portando avanti le battaglie contro la discriminazione con gesti pratici e reali. Nel 2021, infatti, tutti i supermercati Coop hanno venduto assorbenti con l’Iva al 4% nonostante fosse ancora al 22%, facendosi carico personalmente della differenza di costo e pagando quanto dovuto con la tassazione.

Quest’anno hanno nuovamente optato per questa strategia, un modo concreto per aiutare i consumatori e venire in contro alle loro esigenze, ma anche per avvalorare la petizione in collaborazione con Onde Rosa. Per questo motivo sarà ancora possibile comprare gli assorbenti con l’Iva al 5% fino ad aprile in tutti i supermercati Coop.

Anche in questo caso, è proprio il supermercato che pagherà la differenza di costo per riuscire a mantenere gli assorbenti allo stesso prezzo, nonostante l’aumento della tampon tax. Iniziative simili sono attive anche negli Stati Uniti, dove diversi marchi si sono coalizzati per ridurre l’impatto dell’Iva sui prodotti per l’igiene femminile.

La petizione per la tampon tax

Come anticipato, l’iniziativa di Coop nasce nell’ambito di una petizione contro l’aumento dell’Iva sugli assorbenti, avvalorando la protesta con un impegno effettivo (e costoso). La petizione si muove dalla collaborazione del marchio con Onde Rosa, un collettivo di donne attiviste tra i 14 e i 30 anni nato nel 2018 per lottare contro le discriminazioni di genere, in favore della parità.

Nell’annuncio della decisione presa in merito alla tampon tax, Coop ha esordito in modo incisivo, scrivendo “avere il ciclo è ancora un lusso” sui propri account social. L’iniziativa è corredata dal logo minimalista di un assorbente correlato dalla didascalia “close the gap – riduciamo le differenze”, rimandando poi alla petizione.

Quest’ultima è affidata al noto sito web dedicato alle petizioni, Change.org, con lo stesso slogan utilizzato da Coop. L’anno scorso l’iniziativa ha portato il raggiungimento di 683mila firme, dunque per quest’anno si punta ad almeno 1 milione di sostenitori. Qui il link della petizione, corredato da tutte le informazioni utili.

Aumenta la spesa per le famiglie

Particolare attenzione nella descrizione del problema sulla tampon tax è stata data all’impatto dei costi non solo per le donne, ma in genere per tutte le famiglie di consumatori. La spesa per gli assorbenti e in genere per i prodotti di igiene femminile non può essere guardata con sottovalutazione, perché impatta sul bilancio familiare esattamente come tutte le altre.

Le famiglie italiane dovranno quindi fare i conti con l’aumento della tampon tax, insieme a tutti gli altri rincari che si fanno sentire nella vita quotidiana, dagli affitti al cibo (per citare solo i più essenziali). Oltretutto, c’è da ricordare che sebbene la riduzione dell’Iva non sia sempre stata replicata nei prezzi finali (dato che le aziende non ne erano obbligati) è molto probabile che il suo aumento si farà invece sentire sempre più, come avevano anticipato le associazioni dei consumatori.

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