Assegno unico figli: quando si perde

Simone Micocci

13 Luglio 2021 - 18:03

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Ci sono delle situazioni che comportano la perdita dell’assegno unico per i figli. Attenzione al cambio di residenza.

Assegno unico figli: quando si perde

L’assegno unico temporaneo per i figli viene riconosciuto fino a dicembre 2021 (dopodiché entrerà a regime il vero e proprio assegno unico universale), ma non per tutti: ci sono dei casi, infatti, in cui il diritto alla prestazione si perde.

Per beneficiare dell’assegno unico temporaneo, infatti, bisogna soddisfare diversi requisiti. E se per quanto riguarda il reddito almeno fino al 2021 non ci sono rischi di perdere la prestazione già riconosciuta, visto che comunque l’Isee ha validità per tutto l’anno corrente, esiste un’altra serie di fattori che invece potrebbe determinare la decadenza dell’assegno unico prima della scadenza naturale del beneficio.

È molto importante, dunque, sapere quando si va incontro alla decadenza della prestazione e a cosa fare per scongiurare questo rischio. Lo vedremo di seguito, facendo chiarezza su tutti i dubbi riguardanti il nuovo assegno unico per i figli.

L’assegno unico per i figli decade per perdita dei requisiti

Ci sono dei requisiti specifici per beneficiare del nuovo assegno unico per i figli. Intanto è necessario che ci siano dei figli minori a carico nel nucleo familiare; ragione per cui, il primo caso in cui la prestazione decade è quello in cui il minore per il quale questa è stata riconosciuta compia i 18 anni prima di dicembre 2021.

Altri requisiti necessari per fruire dell’assegno unico per i figli sono:

  • essere cittadino italiano o di uno Stato membro dell’Unione europea, o suo familiare, titolare del diritto di soggiorno o del diritto di soggiorno permanente, ovvero essere cittadino di uno Stato non appartenente all’Unione europea in possesso del permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo o del permesso di soggiorno per motivi di lavoro o di ricerca di durata almeno semestrale;
  • essere soggetto al pagamento dell’imposta sul reddito in Italia;
  • essere residente e domiciliato in Italia con i figli a carico sino al compimento del diciottesimo anno d’età;
  • essere residente in Italia da almeno due anni, anche non continuativi, ovvero essere titolare di un contratto di lavoro a tempo indeterminato o a tempo determinato di durata almeno semestrale;
  • essere in possesso di un indicatore della situazione economica equivalente (ISEE) in corso di validità, calcolato ai sensi dell’articolo 7 del D.P.C.M. 5 dicembre 2013, n. 159, secondo la tabella di cui all’articolo 2 del decreto-legge n. 79 del 2021.

Si perde, dunque, l’assegno unico nel caso in cui entro il periodo di fruizione dello stesso si decida di andare via dall’Italia, o comunque in tutti i casi in cui si perde il requisito legato alla cittadinanza.

Quando l’assegno unico si perde dopo la variazione del nucleo familiare

Altra casistica che può portare alla perdita dell’assegno unico è quella in cui sopravviene un cambio nei componenti del nucleo familiare e questo non viene comunicato come indicato dalla procedura.

Nel dettaglio, la regola vuole che in caso di variazione del nucleo familiare in corso di fruizione dell’assegno temporaneo dovrà essere presentata una DSU (ai fini Isee) aggiornata; c’è tempo 2 mesi per farlo.

Dopo il rilascio del nuovo ISEE sarà anche necessaria una nuova domanda del beneficio (nel caso in cui se ne continuano a soddisfare i requisiti). Si legge nella circolare 93/2021 dell’Inps, infatti, che senza una nuova domanda la prestazione decade d’ufficio dal mese successivo a quello di presentazione della dichiarazione Isee aggiornata.

Attenzione: non comunicando correttamente il cambio del nucleo familiare rischia non solo la decadenza della prestazione, ma anche di dover restituire quanto indebitamente percepito.

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