Assegno d’inclusione, importanti novità in legge di Bilancio 2026. La misura spetta per sempre, ma viene cancellato il bonus di 500 euro.
Ci sono buone e cattive notizie per chi prende l’Assegno di inclusione.
Con il testo della legge di Bilancio 2026, l’Assegno di inclusione diventa finalmente una misura stabile, destinata a restare nel tempo come pilastro del sistema di sostegno alle famiglie più fragili. Chi ne ha diritto, infatti, potrà continuare a riceverlo senza limiti di rinnovo, semplicemente ripresentando la domanda di rinnovo ogni anno dopo la consueta pausa di un mese.
Ma se da un lato il governo aggiunge la parola “per sempre” sull’Assegno di inclusione, dall’altro dice addio al bonus da 500 euro introdotto nel 2025 per coprire il mese di sospensione tra un ciclo e l’altro del beneficio. Quella misura, prevista dal decreto n. 92/2025, era stata pensata per non lasciare le famiglie senza soldi durante la sospensione obbligatoria, ma purtroppo non è stata confermata nella manovra 2026.
Resta quindi la pausa di 30 giorni tra un periodo e l’altro, ma senza alcuna integrazione economica. In compenso, il governo ha deciso di rafforzare in modo permanente il Fondo per l’Assegno di inclusione, così da garantirne la continuità nel tempo.
Perché l’Assegno di inclusione ora è “per sempre”
La vera novità introdotta dalla legge di Bilancio 2026 (precisamente all’articolo 38) sta nel fatto che l’Assegno di inclusione non avrà più una scadenza. Con l’articolo 38 della manovra, infatti, il governo ha modificato la disciplina originaria prevista dal decreto-legge n. 48 del 4 maggio 2023, quello che aveva istituito la misura in sostituzione del Reddito di cittadinanza.
Infatti, nel testo originario del Dl 48/2023, all’articolo 6, comma 6, era chiaramente indicato che:
“Il beneficio è riconosciuto per un periodo continuativo non superiore a diciotto mesi e può essere rinnovato, previa sospensione di un mese, per ulteriori dodici mesi.”
In altre parole, la durata complessiva massima era di 30 mesi (18 + 12), con un solo rinnovo possibile. Terminato anche il secondo ciclo, il nucleo familiare avrebbe dovuto uscire definitivamente dal programma. Con la legge di Bilancio 2026, invece, questa limitazione scompare. L’articolo 38, modificando proprio quella parte del decreto 48, stabilisce che:
“L’Assegno di inclusione può essere rinnovato, previa sospensione di un mese, per ulteriori periodi di dodici mesi, a condizione che permangano i requisiti previsti.”
La differenza è sostanziale: non si parla più di un solo rinnovo, ma di rinnovi ripetuti nel tempo, ogni 12 mesi. In questo modo la misura diventa di fatto permanente, rinnovabile finché il nucleo familiare mantiene i requisiti economici e di composizione del nucleo richiesti dalla normativa.
Addio al bonus da 500 euro
Il bonus da 500 euro legato all’Assegno di inclusione resta in piedi solo per l’ultima platea “di novembre 2025”. Il meccanismo è questo: il Dl n. 92/2025, art. 10-ter aveva previsto per il solo 2025 un contributo straordinario, pari alla prima mensilità di rinnovo e comunque non oltre 500 euro, per coprire il mese di sospensione tra un ciclo e l’altro dell’Assegno di inclusione, con erogazione insieme alla prima mensilità del nuovo periodo o, al più tardi, entro dicembre dello stesso anno.
La Legge di Bilancio 2026, però, non rinnova il bonus: lo limita espressamente a chi ha il diciottesimo mese di percezione che cade proprio a novembre 2025. È scritto nero su bianco: le previsioni del 10-ter “si applicano ai nuclei familiari per cui il diciottesimo mese […] ricade nel mese di novembre 2025”. Tutti gli altri, da dicembre 2025 in avanti, non avranno più l’integrazione, pur restando la pausa di un mese tra un periodo e l’altro.
Prendiamo come esempio una famiglia che ha iniziato a prendere l’Assegno a giugno 2024: il 18° mese cade a novembre 2025. Dopo la pausa tecnica di un mese, quando ripresenta la domanda, incassa il bonus insieme alla prima rata del nuovo periodo, in arrivo a gennaio 2026. Se invece l’Assegno è partito a luglio 2024, il 18° mese slitta a dicembre 2025: qui il bonus non spetta, perché la salvaguardia si ferma ai cicli che chiudono a novembre. E dal 1° gennaio 2026 in avanti la regola è chiara: niente più contributo extra, solo la solita pausa di un mese e poi il rinnovo annuale, ripetibile finché restano i requisiti.
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