Armi all’Ucraina, quanto ha speso l’Italia: accontentare Kiev oppure sguarnire le difese?

Alessandro Cipolla

6 Ottobre 2023 - 10:40

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Armi all’Ucraina, la spesa dell’Italia e il dilemma del governo: si lavora per preparare l’ottavo pacchetto di aiuti militari ma il rischio è quello di sguarnire le nostre difese.

Armi all’Ucraina, quanto ha speso l’Italia: accontentare Kiev oppure sguarnire le difese?

Armi all’Ucraina, il dilemma dell’Italia. Con gli Stati Uniti che ormai hanno esaurito le risorse da destinare a Kiev, Joe Biden ha chiesto agli alleati europei di aprire di nuovo le porte dei propri arsenali e di fornire all’esercito ucraino quello di cui hanno bisogno.

Sugli aiuti siamo sempre stati al fianco dell’Ucraina - ha dichiarato a Sky Tg24 Giorgia Meloni -, è quello che continueremo a fare, compatibilmente con le richieste che arrivano e con la necessità di non sguarnire e non compromettere la nostra sicurezza. Ci sta lavorando la Difesa”.

Chiamato in causa, il ministro della Difesa Guido Crosetto sempre a Sky Tg24 ha specificato che “le risorse non sono illimitate e l’Italia ha fatto tutto ciò che poteva fare, non esiste molto ulteriore spazio”.

In sostanza l’Italia a breve invierà altre armi all’Ucraina - l’ottavo pacchetto di aiuti dovrebbe essere licenziato prima della fine dell’anno -, ma nel governo non ci sarebbe ancora il totale allineamento su cosa inserire nella lista delle forniture dirette a Kiev.

Ed è qui che la questione delle armi all’Ucraina ha iniziato a intrecciare la volontà di Meloni di mantenere fede alla parola data a Biden, alle necessità della nostra Difesa e anche alle logiche elettorali in vista delle prossime elezioni europee.

Una nuova fornitura di armi all’Ucraina da parte dell’Italia infatti non sembrerebbe entusiasmare la Lega, che non vorrebbe indispettire parte del suo elettorato e magari sedurre, al tempo stesso, gli altri elettori di centrodestra scettici a riguardo.

Armi all’Ucraina: la spesa dell’Italia e i piani del governo

Stando al Kiel Institute for the World Economy (QUI TUTTI I DATI), che fin dall’inizio della guerra ha monitorato quotidianamente gli aiuti forniti all’Ucraina da parte dei vari Paesi e istituzioni come l’Ue che si sono schierati al suo fianco dopo l’invasione russa, finora tra sostegno militare, umanitario ed economico, sono stati spesi complessivamente quasi 240 miliardi di euro.

La parte del leone l’ha fatta l’Unione europea con quasi 85 miliardi stanziati soprattutto per il supporto finanziario di Kiev, mentre gli Stati Uniti finora hanno impegnato oltre 42 miliardi per l’invio di armi all’Ucraina.

E l’Italia? Stando al prestigioso istituto finora abbiamo speso 200 milioni per gli aiuti umanitari, 400 milioni per quelli finanziari e infine 600 milioni per quelli militari. Circa 1,2 miliardi che ci pongono all’ultimo posto di questa speciale classifica tra i Paesi del G7. Per quanto riguarda le sole armi, sono stati più generosi di noi Slovacchia, Lituania e Repubblica Ceca.

Adesso che gli Stati Uniti hanno problemi di cassa, Washington ha chiesto agli alleati europei di fare la propria parte. La Germania così dovrebbe fornire ulteriori Patriot all’Ucraina, ma Kiev ha bussato anche alle porte dell’Italia.

Ho parlato con Crosetto di missili a lungo raggio - ha twittato il ministro della Difesa ucraino Rustem Umerov -, si è discusso delle necessità urgenti al fronte: sistemi missilistici a lungo raggio e sistemi di guerra elettronica”.

Secondo La Repubblica, i missili in questione sarebbero gli Storm Shadow - quelli usati dagli ucraini per i loro attacchi in Crimea e finora donati da Francia e Regno Unito - ma nei nostri arsenali non ce ne sarebbero molti a disposizione; stesso discorso poi per i pezzi di ricambio del sistema di difesa aereo Samp-T già inviato nei mesi scorsi e per i sistemi di guerra elettronicafondamentali per bloccare i droni nemici”.

I problemi di fondo per il governo sono due: esaudire le richieste dell’Ucraina significherebbe sguarnire pericolosamente le nostre difese visto che i tempi per sostituire le donazioni sono lunghi, ma inviare missili a lungo raggio farebbe cadere la foglia di fico dell’invio solo di armi difensive. In più si tratterebbe di missili e sistemi molto costosi.

Alla fine Meloni e Crosetto potrebbero optare per la classica via di mezzo, con Salvini pronto a recitare il ruolo del bastian contrario con un occhio sempre ben puntato sulle oscillazioni dei vari sondaggi politici.

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