Apple chiede all’UE di cancellare la legge sulla concorrenza digitale. Ma l’Europa si rifiuta

Giorgia Paccione

26 Settembre 2025 - 12:09

La multinazionale contesta il Digital Markets Act entrato in vigore nel 2024 per limitare gli abusi di potere delle big tech. Nessuna intenzione di abrogazione da parte della Commissione Europea.

Apple chiede all’UE di cancellare la legge sulla concorrenza digitale. Ma l’Europa si rifiuta

Il confronto tra le big tech americane e l’Unione Europea raggiunge un nuovo livello di tensione. Apple ha formalmente richiesto a Bruxelles l’abrogazione del Digital Markets Act (DMA), la normativa europea sui mercati digitali entrata in vigore lo scorso anno. La multinazionale di Cupertino, già sanzionata con una multa da mezzo miliardo di euro lo scorso aprile per violazione del regolamento, sostiene che la legge stia danneggiando l’esperienza degli utenti e compromettendo la sicurezza dei loro dati.

La vicenda avviene in un momento particolarmente delicato, con l’amministrazione Trump che ha manifestato la propria intenzione di difendere le multinazionali americane dalle regolamentazioni europee. Il presidente degli Stati Uniti è infatti già riuscito a ottenere dal G7 l’esenzione per i grandi gruppi statunitensi dalla tassa minima globale del 15%.

La risposta dell’Unione Europea è stata immediata e categorica. Il portavoce della Commissione Europea Thomas Regnier ha dichiarato che “non c’è assolutamente alcuna intenzione da parte della Commissione di abrogare il Digital Markets Act”. L’Europa non sembra quindi disposta a fare passi indietro su una delle sue normative più ambiziose nel settore tecnologico.

Cosa prevede la legge sulla concorrenza digitale

Il Digital Markets Act rappresenta uno strumento fondamentale nella strategia europea per regolare i giganti della tecnologia. La normativa mira a limitare gli abusi di posizione dominante delle piattaforme digitali più grandi, identificate come “gatekeeper” del mercato digitale. Tra le misure più controverse figura l’obbligo per le aziende di aprire i propri ecosistemi digitali per garantire l’interoperabilità con prodotti e servizi di altre compagnie.

Per Apple, questo significa dover permettere l’integrazione di app e servizi esterni nel proprio ecosistema, tradizionalmente caratterizzato da un controllo molto stretto. La normativa europea impone anche maggiore trasparenza nelle pratiche commerciali e limita la possibilità di favorire i propri servizi rispetto a quelli della concorrenza.

Il regolamento prevede poi sanzioni particolarmente severe per chi non si conforma alle nuove regole, con multe che possono arrivare fino al 10% del fatturato globale annuale dell’azienda. Inoltre, in caso di violazioni ripetute, la Commissione Europea può anche imporre misure strutturali, inclusa la possibile divisione dell’azienda.

Il ruolo di Apple nella disputa

La posizione di Apple si basa principalmente su due argomentazioni. La prima riguarda la chiarezza normativa: l’azienda sostiene che “l’interpretazione delle regole da parte della Commissione europea cambia costantemente” rendendo “quasi impossibile per le aziende capire come rispettarle”. Secondo Cupertino, questa incertezza normativa rende più difficile operare in Europa e ostacola l’innovazione.

La seconda critica tocca direttamente l’esperienza degli utenti. Apple afferma che il DMA sta “esponendo” i suoi clienti “a nuovi rischi” compromettendo “la semplice e perfetta integrazione fra i diversi prodotti Apple”. L’azienda teme che l’apertura forzata del proprio ecosistema possa creare vulnerabilità nella sicurezza e peggiorare l’esperienza d’uso che da sempre caratterizza i prodotti della mela.

In una nota ufficiale, Apple ha anche espresso preoccupazione per il fatto che “con l’uscita di nuove tecnologie, i prodotti Apple dei nostri utenti europei rimarranno più indietro” rispetto a quelli disponibili in altri mercati. Questo riferimento sembra alludere alle limitazioni che l’azienda potrebbe dover applicare ai propri prodotti per rispettare le normative europee.

La posizione dell’UE: nessun passo indietro

L’Unione Europea non ha mostrato alcuna intenzione di rivedere la propria posizione. Thomas Regnier ha sottolineato che Apple “ha contestato ogni singolo aspetto” della legge fin dalla sua entrata in vigore, evidenziando come questo comportamento “mina la narrativa dell’azienda di voler essere pienamente cooperativa con la Commissione”.

Il portavoce europeo ha anche chiarito la filosofia che sta dietro al Digital Markets Act:

Comprendiamo perfettamente che le aziende vogliono difendere i loro profitti a tutti i costi, ma non è di questo che tratta il DMA: tratta di dare ai consumatori in UE più scelta e dare alle nostre imprese la possibilità di competere equamente.

Questa dichiarazione mette in evidenza l’obiettivo principale della normativa, ossia creare un mercato digitale più competitivo e favorevole ai consumatori europei.

La fermezza di Bruxelles rappresenta quindi un segnale chiaro sulla posizione dell’Europa, che intende mantenere la propria sovranità digitale anche di fronte alle pressioni delle multinazionali americane e del governo Trump. Il Digital Markets Act, del resto, è considerato un pilastro della strategia europea per il digitale, e la sua abrogazione significherebbe un passo indietro negli sforzi di regolamentazione del settore tecnologico.

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