Apple cede a Google e sigla un accordo da $1 miliardo per portare l’AI di Gemini su Siri

P. F.

7 Novembre 2025 - 17:13

Apple e Google firmano un’intesa da $1 miliardo per l’integrazione di una versione personalizzata dell’AI di Gemini all’interno dell’assistente vocale Siri.

Apple cede a Google e sigla un accordo da $1 miliardo per portare l’AI di Gemini su Siri

Apple e Google hanno siglato un’intesa che potrebbe segnare una svolta importante nel settore dell’intelligenza artificiale. Secondo indiscrezioni, il colosso tecnologico guidato da Tim Cook sarebbe pronto a pagare circa 1 miliardo di dollari l’anno per integrare nei propri dispositivi una versione personalizzata del modello Gemini di Google destinata a potenziare Siri e i servizi basati su AI.

L’accordo con Google rappresenta una soluzione temporanea in attesa che il gigante di Cupertino completi lo sviluppo del suo modello interno. Nel frattempo, l’utilizzo di Gemini gli consente di restare competitivo nel settore e offrire agli utenti funzioni di intelligenza artificiale all’avanguardia.

Inoltre, tra le due aziende esistono già relazioni economiche consolidate. Google paga ogni anno cifre astronomiche per restare il motore di ricerca predefinito su Safari. Questo nuovo accordo sull’AI, dunque, rappresenta un’estensione naturale di una collaborazione che conviene a entrambe le parti.

Siri diventa più intelligente grazie a Gemini

L’accordo riguarderà l’implementazione di Gemini su Siri, l’assistente vocale di Apple. Introdotto per la prima volta nel 2011 su iPhone 4S, oggi Siri integrato su tutti i dispositivi dell’ecosistema Apple: iPhone, iPad, Mac, Apple Watch e HomePod. Il suo scopo è consentire agli utenti di interagire con il dispositivo attraverso la voce, impartendo comandi, chiedendo informazioni, inviando messaggi o gestendo funzioni domestiche senza bisogno di toccare lo schermo.

Negli ultimi anni, tuttavia, Siri ha mostrato i suoi limiti rispetto a concorrenti più evoluti come Google Assistant o ChatGPT, soprattutto nella comprensione del linguaggio naturale e nella capacità di gestire conversazioni complesse.

I rischi di una dipendenza tecnologica

Nonostante le prospettive positive, l’accordo solleva anche alcune criticità. Apple, infatti, ha sempre costruito la propria reputazione sul controllo verticale di hardware e software, sviluppando internamente le tecnologie fondamentali dei suoi prodotti. Affidarsi a un modello di intelligenza artificiale esterno rappresenta quindi un cambio di strategia non privo di rischi.

Per questo motivo, Apple avrebbe previsto che l’elaborazione delle richieste avvenga principalmente sui propri server, per garantire il controllo sui dati personali e rafforzare la tutela della privacy, due aspetti che da sempre rappresentano un pilastro della sua identità aziendale.

Un altro dei principali timori riguarda la dipendenza tecnologica da Google. Se in futuro dovessero cambiare le condizioni dell’accordo o le priorità del partner, Apple potrebbe trovarsi vincolata. Per evitare questo scenario, l’azienda starebbe già lavorando a un suo modello di intelligenza artificiale di nuova generazione che, secondo fonti vicine all’azienda, dovrebbe debuttare entro il 2026.

Implicazioni per il mercato

Sul piano del mercato, la mossa di Apple potrebbe avere effetti importanti. L’introduzione di Siri potenziato dall’AI di Google potrebbe aumentare l’attrattiva dei prodotti del marchio - in particolare degli iPhone - rafforzando la posizione di Apple in un contesto sempre più dominato dalle funzionalità basate sull’intelligenza artificiale.

Tuttavia, resta da verificare l’effettivo grado di innovazione rispetto ai numerosi concorrenti e la conformità alle rigorose normative europee in materia di privacy e protezione dei dati. Ciò che è evidente è che Apple abbia scelto di superare il suo “solito” approccio prudente nel campo dell’intelligenza artificiale, assumendo una posizione più risoluta nel mercato globale. Le conseguenze di questa strategia potranno essere valutate solo nel medio-lungo periodo.

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