Trump annuncia dazi raddoppiati al 50% e accusa la Cina, cosa sta succedendo con la guerra commerciale?
I dazi di Trump raddoppiano, invece di diminuire. Il presidente USA è tornato alla carica sulla sua guerra commerciale e ha annunciato tariffe raddoppiate su acciaio e alluminio importati.
Dal 4 giugno: “porteremo i dazi sull’acciaio negli Stati Uniti d’America dal 25% al 50%, il che proteggerà ulteriormente l’industria siderurgica statunitense”, ha dichiarato durante un comizio in Pennsylvania.
L’annuncio del tycoon è arrivato un giorno dopo che una corte d’appello federale aveva temporaneamente consentito che i suoi dazi rimanessero in vigore, sospendendo la decisione di una corte commerciale statunitense che aveva impedito al presidente di imporre misure tariffarie.
Tuttavia, la sentenza del tribunale commerciale non impedisce al presidente di aumentare unilateralmente i dazi sulle importazioni di acciaio, un’autorità concessa ai sensi di una disposizione sulla sicurezza nazionale denominata sezione 232 del Trade Expansion Act.
Nel frattempo, in un clima che continua a essere molto teso e poco conciliante nonostante previsioni minacciose per l’economia globale (e USA in primis) in questo contesto, Trump ha rinnovato accuse alla Cina. Pechino è stato accusato di aver violato un accordo bilaterale per ridurre i dazi.
Tutti i segnali che arrivano dalla Casa Bianca sono di una imprevedibile e rischiosa escalation.
Trump annuncia dazi al 50% su acciaio e alluminio
Donald Trump ha dichiarato venerdì di voler aumentare i dazi sull’acciaio e sull’alluminio importati dal 25% al 50%, aumentando così la pressione sui produttori mondiali di acciaio e aggravando la sua guerra commerciale.
Circondato da uomini con caschi arancioni in uno stabilimento della U.S. Steel a West Mifflin, il presidente USAA ha presentato le nuove imposte, dichiarando che il drastico aumento delle tariffe come necessario per salvaguardare l’industria siderurgica della nazione.
“Nessuno potrà aggirare questo ostacolo”, ha riferito Trump in merito all’aumento delle tariffe doganali dal 25%.
Trump ha presentato questa novità appena fuori Pittsburgh, dove stava parlando di un accordo tra la Nippon Steel e la US Steel dal valore di 14,9 miliardi di dollari che, insieme all’aumento dei dazi, contribuirà a mantenere i posti di lavoro per i lavoratori dell’acciaio negli Stati Uniti.
Da evidenziare che gli Stati Uniti sono il maggiore importatore di acciaio al mondo, esclusa l’Unione Europea, con un totale di 26,2 milioni di tonnellate di acciaio importato nel 2024, secondo il Dipartimento del Commercio. Di conseguenza, i nuovi dazi probabilmente aumenteranno i prezzi dell’acciaio in generale, colpendo sia l’industria che i consumatori.
Secondo l’indice dei prezzi alla produzione elaborato dal governo, da quando Trump è diventato presidente a metà gennaio i prezzi dell’acciaio sono aumentati del 16%. A marzo 2025, l’acciaio costava 984 dollari a tonnellata negli Stati Uniti, significativamente più del prezzo in Europa (690 dollari) o in Cina (392 dollari), secondo il Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti.
Intanto, le reazioni si sono già fatte sentire. La Camera di commercio canadese ha subito denunciato le nuove tariffe come “antitetiche alla sicurezza economica del Nord America”.
“Smantellare le catene di fornitura transfrontaliere efficienti, competitive e affidabili che abbiamo per l’acciaio e l’alluminio comporta un costo elevato per entrambi i Paesi”, ha affermato in una nota Candace Laing, presidente della camera di commercio.
Anche il governo di centro-sinistra australiano ha condannato l’aumento delle tariffe. “Si tratta di un atto di autolesionismo economico che danneggerà solo i consumatori e le imprese che contano sul commercio libero ed equo”, ha espresso in una nota il ministro del Commercio Don Farrell.
I dazi su acciaio e alluminio sono stati tra i primi a essere applicati da Trump al suo ritorno in carica a gennaio.
USA-Cina: sale la tensione con le accuse di Trump
Sul fronte della guerra commerciale, Trump ha alzato la voce anche - e di nuovo - contro la Cina. Secondo il tycoon il dragone ha violato l’accordo con gli Stati Uniti per la reciproca riduzione delle tariffe e delle restrizioni commerciali sui minerali essenziali e ha lanciato una nuova velata minaccia di inasprire i rapporti con Pechino.
Trump ha dichiarato di aver raggiunto un “accordo rapido” a metà maggio con i funzionari cinesi, consentendo a entrambi i Paesi di ritirarsi dai dazi a tre cifre per 90 giorni. Ha affermato di averlo fatto per salvare la Cina da una situazione “devastante”, dalla chiusura di fabbriche e dai disordini civili causati dalle tariffe al 145% sulle importazioni cinesi.
Il presidente USA non ha specificato in che modo la Cina abbia violato l’accordo stipulato a Ginevra, in Svizzera, né quali azioni avrebbe intrapreso contro Pechino.
Tuttavia, un funzionario statunitense ha dichiarato a Reuters che il dragone sembra muoversi lentamente riguardo alle promesse di rilasciare licenze di esportazione per i minerali di terre rare. L’accordo prevedeva che la Cina revocasse le contromisure commerciali che limitano le sue esportazioni di metalli essenziali per la produzione statunitense di semiconduttori, elettronica e difesa.
“I cinesi stanno procedendo lentamente nel rispettare le norme, il che è del tutto inaccettabile e bisogna porvi rimedio”, ha dichiarato alla CNBC il rappresentante commerciale degli Stati Uniti Jamieson Greer, senza però offrire altri dettagli.
Reuters ha riferito che i dirigenti dell’industria automobilistica mondiale hanno lanciato l’allarme per un’imminente carenza di magneti di terre rare provenienti dalla Cina, utilizzati in ogni cosa, dai motorini dei tergicristalli ai sensori dei freni antibloccaggio, che potrebbe costringere alla chiusura delle fabbriche di automobili nel giro di poche settimane.
I colloqui commerciali tra Stati Uniti e Cina restano in stallo, così come l’economia globale.
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