L’altalena del petrolio: in calo dopo il rally, i motivi

Violetta Silvestri

29 Settembre 2022 - 11:26

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Il prezzo del petrolio risente della forte volatilità dei mercati finanziari globali e oscilla tra rally e ribassi anche dell’1%: tutti i fattori che stanno rendendo il greggio oscillante.

L’altalena del petrolio: in calo dopo il rally, i motivi

Il petrolio non mantiene il rally di due giorni, poiché le persistenti preoccupazioni per un rallentamento globale e un dollaro più forte stanno compensando le prospettive di restrizione dell’offerta.

Mentre si scrive, il WTI perde lo 0,66% a 81,61 dollari al barile e il Brent lo 0,72% a 87,42 dollari al barile.

I futures del West Texas Intermediate sono scesi a 81 dollari al barile dopo essere aumentati del 7% nelle due sessioni precedenti, con il più grande guadagno giornaliero da metà luglio. Da sottolineare che entrambi i benchmark erano rimbalzati nelle due sessioni precedenti, dopo aver raggiunto i minimi di nove mesi questa settimana, in seguito a un calo temporaneo dell’indice del dollaro e delle scorte di carburante statunitensi più grande del previsto, che hanno fatto sperare in una ripresa della domanda dei consumatori.

Tuttavia, l’indice del biglietto verde ha registrato una nuova tendenza al rialzo, smorzando la propensione al rischio degli investitori e alimentando i timori di una recessione globale.

I prezzi del petrolio, di conseguenza, sono nuovamente diminuiti, in balia della volatilità generale dei mercati.

Perché il petrolio è in calo, nel caos dei mercati

I prezzi del petrolio flettono all’interno di una cornice dei mercati assai complessa e volatile.

Il ribasso anche dell’1% delle quotazioni, infatti, riflette i diversi eventi finanziari di questi giorni e ore.

La Banca d’Inghilterra ha dichiarato di impegnarsi ad acquistare tutti i titoli di Stato a lunga scadenza, noti come Gilt, quanti necessari tra mercoledì e il 14 ottobre per stabilizzare la sua valuta dopo che i piani di bilancio del governo britannico annunciati la scorsa settimana hanno causato il crollo della sterlina.

In Cina, il più grande importatore mondiale di petrolio greggio, i viaggi durante la prossima festa nazionale di una settimana sono destinati a raggiungere il livello più basso degli ultimi anni, poiché le persistenti regole zero-Covid di Pechino spingono le persone a rimanere a casa e i problemi economici smorzano la spesa.

Gli economisti di Citi sino soltanto gli ultimi ad abbassare le previsioni sul Pil cinese dal 5% di crescita su base annua al 4,6%, per il quarto trimestre del 2022.

L’Unione Europea, intanto, ha annunciato un nuovo round di sanzioni contro la Russia che vieterebbe alle società europee di spedire il petrolio del produttore OPEC+ verso Paesi terzi al di sopra di un limite di prezzo fissato a livello internazionale. Le tensioni sono aumentate dopo che i gasdotti sono stati danneggiati in un sospetto sabotaggio.

Le scorte di greggio statunitensi sono però diminuite inaspettatamente la scorsa settimana, mentre anche le forniture di benzina sono diminuite, secondo i dati dell’Energy Information Administration di mercoledì.

In vista della riunione del 5 ottobre, ci sarebbero richieste all’Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio e ai suoi alleati di ridurre la produzione per arginare il calo dei prezzi del petrolio.

Offerta ancora ristretta, ma incertezze crescenti sulla domanda a causa di recessione, instabilità energetica, guerra in Ucraina ancora in corso, banche centrali molto aggressive costringono il petrolio a oscillare senza una direzione certa. Tutte le materie prime, in generale, sono in balia di questi venti contrari e stanno registrando cali a livello globale.

Goldman Sachs ha tagliato le sue previsioni sul prezzo del petrolio per il 2023, citando le aspettative di una domanda più debole e un dollaro Usa più forte, ma ha affermato che le delusioni dell’offerta globale hanno rafforzato le sue prospettive rialziste a lungo termine.

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