Allerta Isis in Italia: arresti e perquisizioni in tutta la penisola, cosa sta succedendo?

Alessandro Cipolla

30/03/2018

Ondata di arresti e perquisizioni da Torino a Foggia passando per Latina nei confronti di affiliati all’Isis: Minniti alza il livello di guardia, che pericoli ci sono in Italia?

Allerta Isis in Italia: arresti e perquisizioni in tutta la penisola, cosa sta succedendo?

Allerta terrorismo islamico in Italia con una serie di operazioni messe in atto dalle Forze dell’Ordine che hanno permesso l’arresto in totale di otto persone negli ultimi giorni ritenuti affiliate all’Isis. Decine inoltre le perquisizioni effettuate nei confronti di presunti fiancheggiatori.

Dopo che l’Isis è tornata a colpire la Francia nei giorni scorsi, anche in Italia si alza il livello di guardia. A sottolineare poi come il terrorismo sia ancora una grave minaccia è il ministro Marco Minniti, che loda comunque il grande lavoro svolto dai nostri investigatori.

Gli arresti di affiliati all’Isis

Oltre ai fatti che hanno insanguinato il Sud della Francia, anche da noi c’è stata una pericolosa escalation di eventi legati al mondo del terrorismo islamico. Tutto è iniziato alcuni giorni fa, quando una lettera anonima è arrivata all’ambasciata della Tunisia a Roma.

Nel messaggio si faceva riferimento a un cittadino tunisino di 41 anni, Atef Mathlouthi già più volte arrestato in passato per reati legati allo spaccio di droga, che sarebbe legato all’Isis e che potrebbe rappresentare una minaccia per la capitale.

Mentre a Roma scattava la caccia all’uomo a Foggia invece finiva in manette Abdel Rahman, un cittadino italiano originario dell’Egitto di 59 anni. In un centro islamico della città pugliese, l’uomo infatti insegnava la jihad a diversi bambini che ora saranno seguiti da degli specialisti.

Durante le lezioni, Rahman cercava di inculcare ai bambini i concetti della guerra santa mostrando loro anche dei video di coetanei che in Siria erano intente a sgozzare persone mostrandone poi la testa mozzata.

A Torino invece è stato arrestato Elmahdi Halili, un italo-marocchino di 23 anni anche lui già noto agli inquirenti per essere finito al centro di un’inchiesta simile nel 2015. Il ragazzo tramite il web realizzava campagne di radicalizzazione e proselitismo.

Quando gli agenti sono arrivati a casa sua per arrestarlo, Halili ha dichiarato di “essere fiero di andare in carcere per Allah”. In contemporanea, sono scattate perquisizioni anche a Milano e Napoli nei confronti di altre persone che negli ultimi tempi erano entrati in contatto con il ragazzo.

Un’altra importante operazione è poi scattata tra Roma e Latina: cinque persone sono state arrestate con l’accusa di terrorismo internazionale, con perquisizioni anche a Napoli, Matera, Caserta e Viterbo.

Nello specifico, farebbero parte della rete di Anis Amri, il terrorista responsabile della strage di Berlino poi ucciso in uno scontro a fuoco con la polizia nostrana a Sesto San Giovanni. Nei loro piani, sembrerebbe ci fosse anche l’intenzione di compiere un attentato alla linea metro B di Roma al capolinea della Laurentina.

Sempre in relazione alla retata effettuata nel Lazio è stato poi effettuato un’altro arresto a Cuneo, dove a finire in manette è stato un cittadino marocchino accusato di far parte anche lui della rete terroristica che stava pianificando attentati nel nostro paese.

Massima allerta

Dopo la caduta di Mosul e Raqqa e la conseguente fine dello Stato Islamico in Medio Oriente, nessuno si era illuso che anche l’Isis fosse stato in qualche modo sconfitto. Anzi, il livello di guardia è aumentato ancora di più.

Con la fine del califfato l’Isis è tornato nel primordiale stato liquido, con le migliaia di guerriglieri provenienti da ogni parte del mondo che si sono sparpagliati dopo la perdita del controllo diretto delle due città.

Il pericolo dunque è quello del ritorno in Europa e anche in Italia di diversi foreign fighters. Un problema questo che è ben noto anche a Marco Minniti, ancora per poco ministro dell’Interno aspettando che si insedi un nuovo governo.

Lo Stato islamico è stato capace di arruolare 25-30 mila foreign fighters da circa 100 Paesi diversi. La più importante legione straniera che la storia moderna ricordi. Molti sono morti, ma i sopravvissuti stanno cercando rifugio altrove. Anche qui in Europa.

Intervistato da La Stampa, Minniti ha poi sottolineato anche il grande lavoro svolto dagli inquirenti che sono stati capaci, soprattutto nel caso dell’arresto di Foggia, di penetrare all’interno di una situazione di indottrinamento prima immaginabile solo in Siria.

La cosa importante oggi è soffermarci su questa indagine esemplare, che ha dimostrato con prove solari uno scenario assolutamente agghiacciante. Una cosa che non ha eguali in Occidente. L’unica cosa che si può associare alla “scuola” di Foggia sono le immagini che provenivano dal profondo dell’Iraq e della Siria, quelle di bambini addestrati a usare la pistola o utilizzati per esecuzioni capitali.

Un plauso agli investigatori ma rimane la consapevolezza da parte del Viminale che ancora la battaglia contro l’Isis è lunga. Vietato abbassare la guardia anche in Italia, è questo in sostanza il monito che Minniti vuole lasciare al suo successore, a prescindere da quale sarà la sua bandiera politica.

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